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Seoul: un’Italia due volte d’oro

venerdì 20 Luglio 2012

Seoul: un’Italia due volte d’oro

ROMA, 20 luglio 2012 Due ori per il canottaggio azzurro a Seoul 1988, nessuna disciplina porterà così tanto onore allo sport italiano perché arrivano, in totale, soltanto sei medaglie dal metallo più pregiato: le altre quattro portano la firma di atletica leggera, scherma, pugilato e lotta greco-romana. 159 paesi, 8500 atleti in gara. L’Unione Sovietica si classifica prima nel medagliere con 132 medaglie (55 ori), precedendo la Germania Est con 102 (37 ori) e gli Stati Uniti con 94 (36 ori).

Nel 1988 la Federazione Italiana Canottaggio compie cento anni e la sua rivista ufficiale Il Canottaggio riporta nel primo numero un lungo studio del dottor Giuseppe La Mura, pigmalione degli Abbagnale, sulle “Caratteristiche psico-fisiche del canottieri d’alto livello” che suscita notevole interesse in Italia e all’estero. Anche il Centro Nazionale di Piediluco diviene meta di numerosi tecnici ed atleti stranieri tanto che alla seconda edizione del Memorial d’Aloja si iscrivono ben 39 Nazioni. Nell’anno olimpico di Seul cade pure il cinquantenario della morte di un canottiere sui generis, il poeta-soldato Gabriele d’Annunzio, socio dei Circoli Canottieri La Pescara e Aniene, società che conservano gelosamente alcuni cimeli e scritti del Vate.

Al Memorial la vittoria più eclatante la ottiene – oltre all’immancabile 2 con dei fratelloni Giuseppe e Carmine timonati da Di Capua – un altro equipaggio preparato da La Mura e con il terzo Abbagnale, Agostino, a capovoga. E’ un quadruplo che batte addirittura l’armo sovietico campione del mondo 1987 a Copenaghen. Il successo della barca stabiese suscita molta attenzione perché è noto che il d.t. azzurro Nilsen ed i suoi collaboratori appronteranno a breve una formazione – in vista dei Giochi di Seul – per questa specialità che dal 1981 vede l’Italia sempre finalista in Mondiali e Olimpiadi, tranne il 1987 in cui la maglia azzurra del quadruplo fu rivestita proprio da un equipaggio dello Stabia.

Alle Internazionali di Lucerna ai primi di luglio l’Italia schiera due quadrupli, quello federale con a bordo Giovanni Calabrese, Davide Tizzano, Gianluca Farina, Piero Poli e l’altro della Società campana composto da Agostino Abbagnale, Massimo Paradiso, Carmine La Mura (figlio del dottore), Francesco Esposito.

Sia Calabrese che Esposito sono pesi leggeri ma la lotta fra i due armi azzurri è furibonda, una gara nella gara che allinea pure la Norvegia con i forti singolisti Hansen e Thorsen, l’Unione Sovietica iridata in carica, la Germania Est che di questa specialità ha fatto un suo vessillo e la Germania Ovest con un altro bravo skiffista dal cognome romanico, Agrikola. Il quadruplo federale parte a razzo, vola in testa e ci rimane per 1500 metri. Solo nel concitato finale è superato di mezza lunghezza da Norvegia e Germania Est quasi appaiate, che tagliano il traguardo nell’ordine con a ridosso l’Italia di Calabrese.

Dopo un buon primo mezzo km non regge invece il ritmo forsennato l’altra Italia, quella di Agostino Abbagnale che chiude ultima staccata.
Al rientro in Patria, con grande saggezza dei tecnici e signorilità degli atleti, viene assiemata la formazione che vola a Seul per le Olimpiadi e che è quella federale con l’immissione a capovoga di “Abbagnaletto” al posto di Calabrese. In Corea è un fine settembre ubriacante, la flotta azzurra sbanca i Giochi conquistando due medaglie d’oro – 2 con e quadruplo – con a bordo i tre fratelli. Solo la Germania Est riesce a far meglio ma la leggenda dei consanguinei di Pompei fa il giro del mondo, grazie alla voce di Gian Piero Galeazzi che in tv suscita emozione e commozione in milioni di spettatori del piccolo schermo.

A Piediluco negli Assoluti Tricolori l’8 ottobre 1988 – giorno in cui l’America chiama alla Casa Bianca come presidente George Bush sr. – appare in tribuna una signora schiva, sorridente ma di poche parole, circondata dai figli in tuta: è Virginia Abbagnale La Mura madre dei tre olimpionici e sorella del loro allenatore. Con riluttanza si fa fotografare vicino ai trofei che i suoi rampolli conquistano a piene mani pure sul lago umbro. Come il pubblico la riconosce si alza in piedi ed esplode in un applauso fragoroso per la creatrice delle più poderose braccia del remo internazionale.


Enrico Tonali

Nelle foto: Il quadruplo oro olimpico a Seul 1988 (da sx Abbagnale A., Tizzano, Farina, Poli)