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Londra 1908: una parodiata profanazione””

martedì 31 Maggio 2011

Londra 1908: una parodiata profanazione””

ROMA, 13 giugno 2011 – L’Inghilterra ospita i Giochi Olimpici ma il mondo deve stare alle sue regole, “British rule the waves”, che nel canottaggio si traducono in mezzo km in più di percorso. Si gareggia ad Henley, sul Tamigi, distanza 1 miglio e mezzo (2414 m) perché gli organizzatori non vogliono sentir parlare di sistema metrico decimale.

Pretendono pure che i giudici siano inglesi ed iscrivono due equipaggi per specialità (singolo, 2 senza, 4 senza, otto). Con tali premesse i primi e i secondi posti sono loro, tranne che nell’otto dove dietro la prima ammiraglia britannica arriva il Belgio (campione europeo a Lucerna nello stesso anno) mentre l’altro otto british è terzo, pari con il Canada. Nel 2 senza inglese giunto secondo c’è Steve Fairbairn che, da allenatore, sarà ideatore di uno stile di voga seguito negli Anni Trenta pure dagli italiani e della Head of the River.

Gli atleti più medagliati sono l’inglese Henry Taylor, tre medaglie d’oro nel nuoto, e lo statunitense Melvin Sheppard  nell’atletica leggera. In generale i dominatori dell’edizione sono proprio i britannici che surclassano gli americani con 145 medaglie complessive (contro 47).

L’Italia mette su una squadra di 100 atleti, nel canottaggio (presidente federale è Luigi Capuccio, uno dei fondatori della FIC) annunciano formazioni il Lecco e l’Aniene. Il governo Giolitti stanzia per la spedizione solo 25 mila lire, a partire per Londra (in treno, terza classe, sedili in legno) rimangono in 68, tra cui il singolista pisano Igino Ciabatti dell’Arno, società che ha una sede stabile da appena due anni. Sarà eliminato in batteria dall’inglese Henry Blackstaffe, vincitore della finale. L’Italia vince 2 ori con Alberto Braglia, nel concorso completo di ginnastica, ed Enrico Porro nella categoria leggeri nella lotta. “La Gazzetta dello Sport” dedica ai Giochi poche righe ma un violento attacco che inizia: “Non chiamate Olimpiadi questa parodiata profanazione”.

 
Nella foto: l’inaugurazione della sede della Reale Società Canottieri Arno (1906)