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Monaco 1972: un’Olimpiade da dimenticare

martedì 5 Giugno 2012

Monaco 1972: un’Olimpiade da dimenticare

ROMA, 05 giugno 2012 Nuova puntata della nostra storia olimpica, ancora una volta raccontata da Enrico Tonali. Dopo Berlino 1936, si torna in Germania. Monaco 1972 è un’Olimpiade deludente per il canottaggio azzurro ma anche intrisa di sangue, a causa dall’omicidio di undici atleti israeliani da parte di un commando di terroristi palestinesi. Passa alla storia come il Massacro di Monaco.

Sotto l’albero di Natale 1971 c’è l’ennesimo cambiamento alla guida del remo azzurro: si chiude l’esperimento con l’esule ungherese Stephen Orova (iniziato esattamente un anno prima) e si torna all’autarchia tecnica, riaffidandosi al lombardo Pietro Galli, il forgiatore dei falchetti di Dongo. Per la verità c’era stato un tentativo – tramite i buoni uffici del CONI – di sostituire Orova con un allenatore della Germania Est, ma la cosa era defunta prima di nascere. Sia per l’ostracismo dei dirigenti della DDR a lasciar girovagare i propri tecnici per l’Europa, che per una silenziosa ma netta opposizione del mondo remiero italiano ad accogliere maestri stranieri.

I Giochi di fine agosto a Monaco di Baviera si avvicinano però a grandi passi e – nonostante la FIC lanci una mobilitazione generale a favore della creazione di validi equipaggi per l’avventura olimpica in Germania – lo scetticismo regna sovrano. Anche la Giunta Esecutiva del CONI mostra notevoli perplessità sulla bontà delle barche azzurre che si stanno allestendo per le gare a cinque cerchi sul bacino tedesco di Feldmoching e un mese prima delle Olimpiadi approva l’invio a Monaco del solo 4 senza, guidato dall’olimpionico Primo Baran, unico che abbia realizzato una prestazione sufficiente nei Campionati Internazionali con cui la Germania ha inaugurato il campo di gara bavarese. Poi – mentre a Torino il vicepresidente della FIAT Umberto Agnelli premia i migliori canottieri del Centro Sportivo legato allo storico marchio automobilistico – i cordoni dell’Ente Olimpico (sotto le pressanti richieste della FIC il cui presidente Lanni è membro di Giunta) si allentano e la flotta azzurra ai Giochi allinea pure 4 con, 2 con e otto. Ma al Foro Italico avevano visto giusto.

Il miglior risultato (se così si può chiamare un 10° posto) l’ottiene il 4 senza, il nostro canottaggio cola a picco e Monaco si trasforma in una debacle come mai il remo italiano aveva subito alle Olimpiadi. Parlare di tragedia sarebbe però fuor di luogo, perché questa avviene veramente quando ormai tutti i vogatori – terminate l’1 settembre le finali – hanno lasciato il Villaggio Olimpico. Quattro giorni dopo i terroristi palestinesi di Settembre Nero seminano la morte nella squadra israeliana e il mondo intero rimane con il fiato sospeso. I Giochi rischiano lo stop totale e con loro le gare cui è iscritta la canoa azzurra, che ancora fa capo alla Federcanottaggio.

Poi “the show must go on”, lo spettacolo deve proseguire, ma mai più come prima. D’ora in avanti ogni edizione delle Olimpiadi si svolgerà in aree strettamente sorvegliate, con controlli estenuanti ed un nuovo, onnipresente addetto ai lavori: il metal-detector.

Nella foto: L’otto azzurro delle Olimpiadi 1972 in allenamento. A Monaco verra’ eliminato nei recuperi