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L’ammiraglia Under 23 sul podio Europeo

lunedì 28 Dicembre 2020

L’ammiraglia Under 23 sul podio Europeo


ROMA, 28 dicembre 2020 – Dopo la pausa del Natale torniamo a parlare delle vicende sportive che abbiamo vissuto lo scorso settembre assieme ai nostri atleti in occasione delle competizioni Europee Under 23 di Duisburg. Questa volta il focus è sull’otto maschile. L’ammiraglia, composta da Edoardo Benini (VVF Tomei), Luca Armani, Marco Felici (CC Aniene), Andrea Carando (SC Cerea), Davide Verità (AC Monate), Antonio Cascone (RYCC Savoia), Paolo Covini, Giovanni Codato (C Gavirate) e al timone Emanuele Capponi (Fiamme Gialle), ha infatti conquistato un prezioso bronzo al termine di una gara straordinaria, piena di colpi di scena, che ha permesso all’armo azzurro di salire sul podio europeo under 23 per la prima volta dal 2017, anno dello svolgimento della prima edizione.


Ma il successo ottenuto è stato frutto di un duro lavoro, che gli atleti hanno portato avanti con decisione nei mesi precedenti: “Già in raduno – inizia Andrea Carando – sentivamo che la barca non andava male, anche rispetto agli altri equipaggi, e questo ha sorpreso tutti positivamente. Arrivati in Germania, mentalmente eravamo nella giusta condizione: sereni perché sentivamo di non aver nulla da perdere e al contempo determinati a voler far bene. Ma è stato dopo le batterie che ci siamo resi conto che avremmo potuto dire la nostra e così è stato. E se, sinceramente, all’inizio dell’avventura non mi sarei aspettato una medaglia, devo dire che alla fine di tutto invece è rimasta anche un po’ di amarezza per quell’argento che ci è sfuggito veramente per un soffio. Comunque è stata una bella soddisfazione, dopo un anno particolare e difficile che ha richiesto ancora più impegno soprattutto a livello mentale”.


E l’importanza del Raduno, del lavoro dei tecnici e dello staff federale, viene rimarcata anche da Davide Verità: “Allora, quello per Duisburg è stato il mio primo effettivo raduno Under 23, quindi mi sentivo un po’ l’ultimo arrivato. Però essendo stato convocato per i valori fisiologici, ero pieno di energia e voglia di mettermi in gioco. La prima settimana è stata la più dura perché bisognava abituarsi ai ritmi del raduno, ma una volta preso il passo ho solo puntato all’obiettivo. Dopo i test, Spartaco Barbo mi ha assegnato all’otto e con i miei compagni di barca mi sono trovato subito benissimo. Ovviamente qualche volta una litigata c’era, ma credo sia normale, stando insieme tutto quel tempo. In allenamento comunque sentivamo la barca crescere, giorno dopo giorno, e questo ci dava la giusta carica per continuare ad allenarci. Nonostante fossi molto fiducioso rispetto alle nostre possibilità, la medaglia è stata una bellissima sorpresa, anche se ho ancora l’amaro in bocca per l’argento sfiorato. Ad ogni modo, non dimenticherò mai quando abbiamo tagliato il traguardo, è stato un momento veramente straordinario”.


Grande soddisfazione per gli azzurri quindi, soprattutto a fronte di un impegno caratterizzato da avversari agguerriti e molto preparati: “È stata una bella gara, combattuta fin dal primo colpo, in particolar modo per le prime tre posizioni – puntualizza poi il timoniere Emanuele Capponi – Da parte nostra sapevamo di essere tra le barche favorite, ma la certezza della medaglia non c’era perché si sa che nel canottaggio non si può essere certi finché non si passa la linea del traguardo. E questo vale soprattutto per le finali. Poi in un europeo come questo, unica competizione internazionale confermata, era ancora più difficile. Diciamo che è stato quasi come affrontare un mondiale. Ora ho ripreso la preparazione e principalmente mi sto dedicando alla corsa e al remoergometro per mantenere il peso. Per la prossima stagione voglio dare il massimo per tornare in nazionale e provare a riconfermare il podio. Poi vorrei anche tornare a prendere il titolo in otto senior ai Campionati Italiani”.


Un obiettivo importante, quindi, che ha assunto un valore particolare per molti dei componenti dell’otto, come afferma Luca Armani: “Per me questo traguardo è stato importantissimo. Posso dire che la mia carriera agonistica non è stata molto fortunata: quanto ero ancora in categoria Ragazzi mi sono dovuto fermare per motivi di salute per tre anni. Ho ripreso da Under 23 e il sogno della maglia sembrava ormai irraggiungibile. Dopo veramente tanta fatica sono arrivato, però, al mio ultimo anno di categoria e finalmente sentivo di avere tutte le carte in regola per partecipare al mondiale, ma alla fine è stato cancellato a causa della pandemia. Personalmente ero a pezzi e tutta la squadra, come me, aveva perso la motivazione. Se ho continuato ad allenarmi è stato grazie a Spartaco Barbo e al mio allenatore Matteo Giuffrida che mi hanno motivato in vista degli Europei. Più mi avvicinavo alla selezione e più la mia grinta tornava. E così è stato anche per il resto della squadra che, più convinta che mai, ha ripreso a lavorare al meglio. La conferma degli Europei, poi, per me è stata un sogno e quella medaglia la ciliegina sulla torta. Posso dire che è stata anche una rivincita con me stesso”.


E come ribadisce Edoardo Benini: “Quella medaglia è stata per me una grande soddisfazione, soprattutto se ripenso al percorso che ho fatto in questi anni e, più in particolare, in questa difficile stagione. Tra l’altro ho vissuto quel bronzo un po’ come una rivincita dopo il mondiale di quattro anni fa, quando la medaglia era sfuggita gli ultimi cinquanta metri a causa di un filaremo. Quindi grande soddisfazione per questo riconoscimento che abbiamo conquistato e che per me, personalmente, significa veramente tanto. Se dovessi fare una valutazione di quello che è stato il nostro punto di forza, su tutto credo che considererei la squadra: abbiamo costruito veramente un bel gruppo, unito, col quale siamo riusciti a creare l’intesa giusta per affrontare nel migliore dei modi i duri allenamenti, lavorando in un contesto di amicizia e collaborazione”.


Per Paolo Covini, invece, è stata un po’ la realizzazione di un sogno: “Quella di quest’anno è stata la mia prima esperienza in nazionale. Da molto tempo sognavo di indossare il body azzurro e devo dire che i risultati, alla fine di tutto, sono andati ben oltre le mie aspettative. Ricordo i momenti prima della gara, ero pronto e volevo ottenere un bel risultato. C’è anche da dire che la barca andava bene e assieme agli altri ragazzi condividevamo la giusta convinzione per affrontare al meglio l’impegno europeo. Poi, certo, c’è differenza tra sperare di disputare una grande gara e disputarla concretamente. Fortunatamente noi siamo riusciti a dare il meglio ed è stato incredibile: per me, personalmente, un bronzo alla prima esperienza azzurra è valso come un oro. E poi ho sentito proprio la squadra unita sin dal raduno. C’era armonia e voglia di lavorare. In ogni allenamento tutti davano sempre il massimo e credo sia stato questo che ci ha permesso di fare la gara che abbiamo fatto”.


Ovviamente il tutto immerso in un’atmosfera tutt’altro che usuale, come sottolinea Antonio Cascone: “Premetto che quest’edizione è stata molto particolare a causa di tutte le norme che abbiamo dovuto rispettare. Divieti e regole stringenti hanno inevitabilmente reso l’evento quasi surreale, anche se è ovvio che si dovesse procedere in tal modo. Quello che mi è sembrato più strano è stata l’assenza del pubblico, e quindi del tifo, negli ultimi metri. Per quello che riguarda la barca, da parte mia ci sono state subito ottime sensazioni: eravamo abbastanza veloci, tra noi ragazzi c’era un buon feeling ed eravamo tutti carichi e determinati a dare il massimo. Volevamo far diventare il nostro otto una barca davvero competitiva. Il risultato che poi è arrivato è stato quello che ci aspettavamo, forti del fatto che avevamo lavorato bene, determinati verso l’obiettivo”.


Limitazioni che però non hanno impedito a Giovanni Codato di esprimersi al meglio: “Dal mio punto di vista è stata un’esperienza vissuta al massimo delle possibilità. Ci sono state delle limitazioni, che però non hanno impedito al mio equipaggio di dare il massimo. Vedere gli spalti vuoti mi ha un po’ rattristato, ma il tifo della squadra c’è sempre stato e si è fatto sentire molto bene. Personalmente in gara temevo molto l’otto tedesco, che si dimostra sempre essere una delle barche più forti in questa competizione. Arrivare a conquistare il podio non è stata una cosa del tutto inaspettata per noi. In allenamento infatti avevamo un buon feeling con la barca e tutti eravamo concentrati verso il nostro obiettivo. La medaglia per me è stato il coronamento di un piccolo sogno nel cassetto. Da questa esperienza ho capito quanto conta essere un equipaggio, sia dentro che fuori dalla barca”. Ovviamente gli impedimenti del Covid-19 non si sono fatti sentire solo in occasione dell’Europeo ma anche durante la preparazione.


Questo soprattutto durante il lockdown, come ci racconta Marco Felici: “A Pusiano, pur essendo stato il mio primo anno di esperienza con la nazionale Under 23, mi sono trovato benissimo sia con i ragazzi che con il settore tecnico che ci ha aiutato ad arrivare pronti all’europeo. Difficoltà ne ho avute in quarantena: mantenere la testa salda sugli obbiettivi nonostante la mancanza di gare è stato difficile. Per quanto riguarda la medaglia, ci ho messo un po’ a realizzare cosa fosse successo. Rientrati dal pontile e messa la barca sui cavalletti sono scoppiato in un pianto di rabbia e nervosismo per aver visto sfumare l’argento proprio sul finale. In quel momento è stato il tecnico Bruno Mascarenhas che mi ha aiutato a calmarmi e a ragionare sull’impresa che avevamo appena fatto. Eravamo infatti riusciti a salire sul podio con l’otto per la prima volta nella storia dell’Europeo Under 23 e dopo 14 anni dall’ultima medaglia vinta in un mondiale Under 23. Solo dopo aver riflettuto su quelle parole sono riuscito a calmarmi, questo però non toglie l’amaro in bocca per il secondo posto. A Bruno comunque voglio dire veramente grazie perché è stato al mio fianco lungo tutto il raduno, spronandomi nei momenti negativi”.