Focus sulle Società Remiere: l’Associazione Cannero Sportiva
Focus sulle Società Remiere: l’Associazione Cannero Sportiva
ROMA, 09 luglio 2020 – Rimaniamo nel Nord Ovest d’Italia, in Piemonte, per parlare con Corrado Ghezzi, Presidente dell’Associazione Cannero Sportiva. Una società del verbanese nata sul finire della Seconda Guerra Mondiale attiva anche nel sedile fisso, ma che ha intenzione di crescere anche nel canottaggio a sedile mobile. Con il Presidente Ghezzi parliamo di come la sua società stava progettando l’attività remiera prima del lockdown: “Nonostante la nostra Società sia nata nel primo dopoguerra dalla fusione di due società indipendenti tra loro, va detto che l’ambito nel quale troviamo giovani promesse non è particolarmente ampio. Ciò comporta ‘periodi sportivi’ di grandi soddisfazioni in termini di risultati, che si alternano a fasi di preparazione in attesa di momenti più esaltanti. Attualmente abbiamo la maggior parte degli atleti in un’età compresa tra i tredici e i sedici anni, sei o sette esordienti e pochi maggiorenni. Non nascondo la difficoltà attuale nel conciliare le nostre ambizioni sportive con un gruppo particolarmente giovane, in fase di crescita fisica e soprattutto perennemente condizionato dagli impegni scolastici. Il nostro progetto principale, quindi, è legato alle motivazioni che quotidianamente trasmettiamo agli atleti, un coinvolgimento finalizzato sia alla prestazione sportiva che alla loro crescita come persone. Siamo in attesa di raccoglierne i frutti”.
La quarantena, Presidente, ha colpito tutti, lei e i suoi tesserati come l’avete vissuta? “Durante il lockdown abbiamo cercato di rimanere in contatto con i nostri atleti e consegnato loro un remoergometro in uso, indicando anche una serie di esercizi da fare settimanalmente. Credo che la difficoltà più grossa, ma non solo per la nostra piccola realtà, sia stata quella di far sentire la presenza della società in modo puntuale”. L’attività sociale sta tornando alla normalità? “Sì, certo. Siamo recentemente ripartiti con l’attività remiera e la presenza degli atleti agli allenamenti è molto incoraggiante. Questo ci dà un’importante carica per affrontare il prossimo periodo, così anomalo in termini di attività agonistica”. Ritiene possibile dare una ulteriore spinta alla progettualità sociale? “Come società non ci poniamo limiti, inoltre la presenza di giovani esordienti ci dà una carica notevole, cerchiamo di essere particolarmente propositivi senza oltrepassare i giusti carichi di lavoro, non vorremmo far annullare in loro la voglia di mettersi sempre in gioco.
Come valuta le gare virtuali organizzate dalla Federazione durante il lockdown? “Le attività messe in campo dalla Federazione in questo periodo di chiusura, sono state molto importanti e ne sono la prova gli ottimi risultati ottenuti dagli atleti di punta della Nazionale con i loro record indoor. Sono stati tutti di esempio per le giovani promesse. Ritengo siano servite sicuramente per mettere in evidenza l’importanza dell’allenamento a secco, fase che molte volte può risultare noiosa e poco stimolante”. I suoi atleti, seguiti dai tecnici, si stanno preparando per affrontare l’ultima parte della stagione remiera del 2020? “Sì certo, ma mi riallaccio alla risposta precedente poiché stiamo cercando di sottolineare l’importanza dell’allenamento fisico al quale affiancheremo le uscite in barca per un approfondimento più tecnico del gesto sportivo. Probabilmente otterremo degli allenamenti più performanti e, quindi, dei risultati più positivi”.
Presidente, ci avviamo alla conclusione di questo dialogo con lei che si è rivelato molto interessante, ci può fornire una sua visione sul futuro prossimo? “Noi siamo una piccola Società e, come è noto, per poter partecipare alla vita remiera abbiamo la necessità di essere supervisionati da un allenatore di secondo livello. Dato il grande successo ottenuto dalle iniziative via web, sarebbe opportuno sfruttare lo stesso canale per la formazione degli allenatori che si affacciano al canottaggio, così da poter contare su un ricambio certo, ma anche di poter continuamente crescere tecnicamente. Più conoscenza significa anche più qualità nell’allenamento e meno possibilità che i giovani atleti si scoraggino di fronte alle difficoltà tecniche ed alla fatica fisica. Per il resto mi sento privilegiato nel poter seguire questo sport, abitando in un luogo meraviglioso e condividendo la mia passione con molti amici, che alla fine è quello che conta di più”.