Focus sulle Società Remiere: la Società Canottieri Armida
Focus sulle Società Remiere: la Società Canottieri Armida
ROMA, 19 giugno 2020 – La quarantena non ha intaccato minimamente la tenacia che esprimono i dirigenti delle Società remiere che, subito dopo la riapertura delle attività, seppur minime, si sono immediatamente dati da fare. Questo è anche quello che ha fatto il Presidente Gianluigi Favero con la SC Armida, una delle cinque storiche società che hanno fondato la Federazione Italiana Canottaggio. Col Presidente Favero abbiamo subito affrontato il tema dei progetti rimasti in cantiere e gli abbiamo chiesto a cosa stava lavorando la SC Armida prima del lockdown. “L’Armida stava preparando i propri atleti per gli appuntamenti internazionali, Europei, coppe del mondo e Paralimpiadi comprese. Poi all’improvviso tutto si è fermato, quasi sospeso”.
Come hanno vissuto il periodo di quarantena i suoi tesserati? Le attività sociali sono già ripartite? “Tutti rigorosamente a casa. Per gli atleti/parartleti avevamo portato i remergometri nelle loro rispettive abitazioni e i tecnici li seguivano on line, mentre i soci seguivano lezioni di ginnastica sempre on line. Ora siamo già ripartiti, ovviamente con qualche difficoltà, ma non intendiamo fermarci e siamo fiduciosi che il peggio sia passato”. Presidente, lei ritiene di poter iniziare nuovamente dai progetti iniziali rimasti fermi? “Siamo ancora in attesa di poter uscire sulle barche lunghe, speriamo avvenga nel più breve tempo possibile, ma i progetti iniziali hanno dovuto essere rivisti completamente e, quindi, abbiamo girato pagina decisamente”.
Come ha valutato le gare virtuali organizzate dalla Federazione durante il lockdown? “Le gare virtuali sono state un toccasana per tutti quelli che vedevano il loro ‘mondo sportivo’ solo dalla finestra di casa. Una bella iniziativa che ha reso meno tristi e oppressive le giornate di quarantena”. In che modo la sua Società intende affrontare l’ultima parte della stagione remiera programmata da settembre a dicembre? “Per noi il vero scoglio sarà riportare tutti i soci a frequentare la sede. Purtroppo sussiste ancora una certa paura, ed è normale che sia così, nel frequentare luoghi affollati. Questo anche perché ad oggi le uscite in barca sono contingentate e in singolo, quindi bisogna ancora segnare il passo, ma sono fiducioso”.
Presidente, un’ultima domanda, come vede il futuro della sua Società? “Il problema per una Società come la nostra è purtroppo l’aspetto economico. Noi abbiamo lavorato in sede per migliorare alcune aree che erano ancora interessate dall’alluvione del 2016, poiché pensiamo che è soprattutto nei momenti difficili che bisogna investire anche per dare un segnale di ottimismo a tutti. Non posso nascondere, in ogni modo, che la situazione soprattutto per la fine del 2020 sarà dura: ma siamo canottieri e quindi abituati a soffrire e a darci da fare, quindi ne usciremo rafforzati!”