Focus sulle Società Remiere: il Gruppo Sportivo Vigili del Fuoco Montesi””
Focus sulle Società Remiere: il Gruppo Sportivo Vigili del Fuoco Montesi””
ROMA, 09 agosto 2020 – Oggi dall’Abruzzo ci spostiamo nelle Marche per conoscere il Gruppo Sportivo Vigili del Fuoco “Montesi” e parlare con il responsabile Filippo Grianti. Il sodalizio, presieduto da Eugenio Michelangelo Barisano, è intitolato al brigadiere Nazareno Montesi che nell’agosto del 1944 venne dislocato a San Giorgio di Pesaro dove, il 21 agosto 1944, morì sotto i colpi di una mitraglia tedesca. La sede è a Pesaro e al Dott. Filippo Grianti chiediamo di illustrarci l’attività del canottaggio nella sua sezione:
“Partiamo subito col dire che il GS Vigili del Fuoco ‘Montesi’ nasce nel 1965 e fu aperto con l’aiuto del Ministero dal Vigile del Fuoco Cesare Osio. Un uomo che, a sua volta, aveva praticato il canottaggio presso la società anconetana ‘Stamira’, mentre il nome del Gruppo Sportivo è lo stesso del Comando di Pesaro e deriva da un eroico vigile del fuoco perito in servizio. Per quanto riguarda l’attività del Gruppo Sportivo, dal 1965 in poi ha sempre gareggiato in tutti i bacini d’Italia in regate regionali, interregionali e nazionali ed ha partecipato, con un suo equipaggio, ai Mondiali Master di Vienna nel 2009. Da sempre è stata promossa l’attività giovanile superando le infinite difficoltà che la posizione geografica di Pesaro produce”.
Ci può illustrare a quali programmi stava lavorando lo staff tecnico remiero del suo Gruppo Sportivo prima della quarantena? “Prima del lockdown si era iniziata, come sempre a settembre e ottobre, la preparazione invernale dove l’attività remiera viene fatta soltanto a terra con remoergometri per la difficoltà alle uscite in mare. Questo perché, con il mare quasi mai calmo, non è possibile assicurare una sicurezza adeguata agli equipaggi. In seguito la quarantena ha inibito qualsiasi tipo di attività ed il programma a cui si stava lavorando era quello propedeutico per i pochi giovani che si erano iscritti”.
Dott. Grianti, ora la normalità è tornata con le uscite in barche multiple, ma come hanno vissuto il periodo di quarantena i suoi tesserati? “Attualmente si sono riprese le uscite in barche multiple, ma alcuni atleti non sono tornati per il timore della pandemia. Come medico, oltreché come dirigente, penso che finché ci sarà tale patologia, la quale non sembra avere intenzione di andarsene e che ha colpito tanti paesi in tutti i gangli vitali, si dovranno affrontare nuove difficoltà nella gestione del canottaggio. Parlo delle sanificazioni frequenti degli spogliatoi, delle docce, dei pulmini per il trasporto atleti e dalla paura dei genitori e così via”.
Il calendario remiero è stato riprogrammato da Settembre, la sua società parteciperà alle gare riprogrammate? “Attualmente alcuni giovani sono o andranno via per le ferie di agosto e, quindi, non credo che quest’anno parteciperemo ad alcuna competizione per la difficoltà a preparare adeguatamente gli equipaggi”.
Nel concludere, secondo lei il canottaggio a Pesaro, nelle fila della sua società, potrà avere uno ulteriore sviluppo? “Le dico una mia personale considerazione, poiché ho dedicato al canottaggio circa 50 anni della mia vita: oggi si ha una grande difficoltà a convincere i giovani a dedicarsi a questo sport in modo duraturo. Molti ragazzi e ragazze si iscrivono, e per giunta gratis, ma frequentano la sede per un po’ di tempo mentre si insegna loro il gesto tecnico. Poi si organizzano le uscite in barca, ma la loro permanenza è di un anno o due quando va bene, perché poi vanno a provare un altro sport. Pochissimi rimangono. Questo è il dramma, secondo me, del mondo di oggi e soprattutto del mondo remiero pesarese”.