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Focus sulle Società Remiere: il Gruppo Sportivo Vigili del Fuoco “Carrino”

giovedì 6 Agosto 2020

Focus sulle Società Remiere: il Gruppo Sportivo Vigili del Fuoco “Carrino”


ROMA, 06 agosto 2020 – Torniamo a parlare di sport nei Vigili del Fuoco e, nella fattispecie, del canottaggio nel Gruppo Sportivo Vigili del Fuoco “Carrino” di Brindisi. Il sodalizio è stato fondato nel 1955 e, negli anni, ha ottenuto un palmares nel canottaggio di tutto rispetto. Il Gruppo Sportivo vanta anche un passato molto attivo in una molteplicità di discipline quali il pugilato, la pesistica, l’atletica pesante, il decathlon, la ginnastica artistica, le bocce, la pallavolo, il calcio, il podismo, il ciclismo, il nuoto per salvamento e, ovviamente, il canottaggio. Tra le affermazioni degli atleti della sezione canottaggio spiccano quelle, in ambito nazionale e internazionale, di Ivan Durante, Mattia Boschelli e Matteo Milioti in manifestazioni nazionali ed internazionali, Cosima Danese, Claudia Degli Abbati, Barbara Menga e Francesco Picoco, quest’ultimo nel pararowing. La Sezione Canottaggio del Carrino ha ricevuto dal CONI, nel 2008, la Stella di Bronzo al Merito Sportivo alla presenza del Presidente del Gruppo Sportivo Vigili del Fuoco, nonché Comandante Provinciale di Brindisi, Giampietro Boscaino


A rispondere alla domande per la rubrica Focus sulle Società Remiere, e per conoscere meglio la Sezione Canottaggio del Carrino, parliamo col tecnico responsabile Antonio Coppola. Un tecnico che, nel passato quadriennio, ha ricoperto anche il ruolo di allenatore federale del settore pararowing azzurro. A Coppola, in considerazione del fatto che il suo sodalizio è tra le sezioni con più anzianità dei Vigili del Fuoco attive a livello nazionale, chiediamo la sua visione sul futuro del canottaggio nel suo territorio: “Il canottaggio vive assieme alla città di Brindisi, sin dal primo dopoguerra, attraverso un legame indissolubile destinato, peraltro, a durare ancora molto. Personalmente, ritengo che coinvolgerà sempre più ragazzi e ragazze e non solo. La nascita di nuove società nella nostra regione è molto importante poiché, nonostante l’assenza di laghi o fiumi adatti alla nostra disciplina sportiva, vi è la dimostrazione di voler far crescere questo bellissimo sport in una cornice fatta da uno dei mari più belli d’Italia.


Fortunatamente lo splendido porto della nostra città, uno dei quattro porti naturali più sicuri del mondo, ci permette di effettuare uscite in barca quasi con ogni condizione meteo-marina, per cui penso che Brindisi abbia le carte in regola per divenire una vera e propria capitale del canottaggio nel meridione”. La Sezione del canottaggio dei Vigili del Fuoco di Brindisi è intitolata a Carrino, ci racconta un po’ della sua storia personale? “Era il 1940 quando l’Italia entrò in guerra al fianco dei Tedeschi e la Città di Brindisi, che allora contava 42 mila abitanti, fu uno dei principali obiettivi militari della Royal Air Force che condusse sul capoluogo ben 21 attacchi tra il 30 ottobre 1941 e la fine dell’anno. Dal 7 al 21 di novembre le incursioni furono continue con l’obiettivo di smantellare le fortificazioni del porto e la base navale. L’attacco del 21 novembre colpì anche il presidio dei ‘Pompieri’ perché molto prossimo alla base navale.


Durante quel bombardamento a tappeto Francesco Carrino, Vigile Volontario con ottime qualità fra le quali spiccava quella sportiva, perse la vita nell’adempimento del proprio dovere insieme ai colleghi Ivo Benedetti, Giuliano Filippo e Natale Casadio, a quest’ultimo è intitolato il Gruppo Sportivo Vigili del Fuoco di Ravenna”. Signor Coppola, ci può illustrare a quali programmi stava lavorando lo staff tecnico remiero del suo Gruppo Sportivo prima del lockdown? “Come ogni stagione invernale, l’obiettivo principale era quello di preparare, nella maniera più adatta, gli atleti di ogni categoria: per gli agonisti la meta principale era quella di arrivare preparati, mentalmente e fisicamente, agli appuntamenti remieri della stagione, mentre per i più piccoli vi era il forte desiderio di partecipare e dire la loro nella più importante competizione giovanile, ovvero il Festival dei Giovani.


Purtroppo abbiamo subito un piccolo stop a causa del lockdown ma, grazie all’aiuto ed al contributo dei miei atleti e della società, sono riuscito a consegnare a casa di ognuno di loro un remoergometro al fine di non interrompere il lavoro fatto fino a quel momento, mantenendoli al contempo impegnati sia dal punto di vista mentale che fisico”. La normalità è tornata con le uscite in barche multiple, ma come hanno vissuto il periodo di quarantena i suoi tesserati? “Il periodo di quarantena forzata ha incentivato ancora di più i miei atleti ad allenarsi, difatti, grazie ai remoergometri di cui ho parlato in precedenza e grazie alle videoconferenze che abbiamo organizzato tra tecnici ed atleti, non abbiamo interrotto il lavoro iniziato a settembre. I miei ragazzi hanno seguito scrupolosamente il programma di allenamento che inviavo loro, fatto non solo da sedute remoergometriche ma anche da circuiti di pesi o corpo libero.


Le iniziative proposte dalla Federazione hanno contribuito a far mantenere alti sia la voglia di allenarsi (che in un periodo simile potrebbe venire a mancare), sia l’agonismo all’interno della squadra stessa. In occasione delle regate da remoto svoltesi durante il lockdown, gli atleti hanno dimostrato di aver mantenuto, anzi migliorato le proprie prestazioni, motivo per il quale sono fiero di loro. Altro dato di cui vado fiero è il numero di record italiani indoor migliorati dai miei atleti. Successivamente alla prima riapertura, durante la quale era consentito lo svolgimento di attività fisica individuale all’aperto, abbiamo diversificato gli allenamenti, ricominciando a svolgere attività ciclistiche e podistiche. Complessivamente, posso dire che l’impatto della quarantena non ha influenzato negativamente né l’allenamento degli atleti né il lavoro svolto da noi allenatori”.


Coppola, come valuta le gare virtuali organizzate dalla Federazione durante il lockdown? “Ritengo che le gare virtuali organizzate durante la quarantena siano state un forte stimolo, perché mantenere un livello di preparazione competitivo, senza delle opportunità di misura con il mondo remiero italiano, sarebbe stato impossibile. I buoni risultati ottenuti dai miei atleti dimostrano proprio questo. Le gare da remoto sono state un’ottima soluzione per non fermare l’agonismo, ma al contempo, dal mio punto di vista, non credo possano sostituire del tutto le gare dal vivo”. Da più parti si sente affermare che la nostra vita e i nostri comportamenti non saranno più gli stessi di prima della pandemia, lei ritiene che anche nel canottaggio questo sia vero, ma soprattutto lei ritiene che andiamo verso un cambiamento delle nostre abitudini? “Senza dubbio questa pandemia ha, ed avrà, un forte impatto in ogni ambito sportivo. Essendo il canottaggio uno sport in cui è difficile il contatto fisico, come potrebbero essere calcio o basket, penso che le nostre abitudini cambieranno ma non di molto.


Certamente si farà molta più attenzione sia al distanziamento sociale sia alla pulizia degli ambienti. Probabilmente una difficoltà creatasi con la pandemia è quella di gestire il flusso e l’affollamento di persone sui campi di regata, in particolare per familiari e parenti di chi gareggia. Penso che le nostre abitudini sono cambiate e cambieranno, finché non vi sarà una soluzione all’espandersi del virus”. Nel concludere, e in considerazione del fatto che il calendario remiero è stato riprogrammato da Settembre, ci dice in che modo affronterà l’ultima parte di questa funestata stagione remiera? “I nostri obiettivi restano gli stessi che ci eravamo posti prima della quarantena, per cui punteremo a partecipare alle regate nazionali e ad ottenere buoni risultati. La nostra intenzione è quella di prendere parte al campionato italiano in programma ad ottobre, al Campionato Italiano Coastal Rowing, al Campionato Italiano Master e, per i più piccoli, a un meeting nazionale per allievi e cadetti. Ovviamente prenderemo parte alle regate regionali in Puglia. Grazie alla possibilità di tornare su barche multiple, abbiamo l’occasione di preparare i migliori equipaggi possibili, al fine di dire la nostra anche dopo un periodo travagliato per l’intero movimento remiero italiano”.


Speciale “Focus sulle Società Remiere”