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Focus sulle Società Remiere: il Club Canottieri Olona 1894

lunedì 30 Novembre 2020

Focus sulle Società Remiere: il Club Canottieri Olona 1894


ROMA, 30 novembre 2020 – Dopo il week end, e dopo aver assistito, in seguito all’evoluzione della situazione pandemica, al cambio di “colore” di alcune regioni come la Lombardia, che da rosse sono divenute arancioni, oggi siamo sul Naviglio Grande di Milano per parlare del Club Canottieri Olona 1894. Per farlo incontriamo la Presidente, Laura Giorgina Annita Beretta e l’Amministratore Delegato del sodalizio Stefano Monda. Attualmente la Canottieri Olona 1894 è una polisportiva già protagonista, negli anni, in gare di campionati italiani e campionati europei e con sede sulle sponde del Naviglio Grande, a Milano. Fondata nel 1894 da soci provenienti dalla Canottieri Milano, inizia a praticare diversi sport acquatici, tra i quali il canottaggio, e prende il nome dal fiume Olona che, all’epoca, sfociava nella Darsena di Milano.


Nel corso della sua storia la società si sciolse nel 1982 per essere rifondata, nuovamente, nel 1987 come società dilettantistica e focalizzando l’attenzione sui corsi destinati alle famiglie. Nel 2014 cambiò denominazione assumendo definitivamente quella di Olona 1894. Attualmente tra gli atleti di punta spicca la paratleta Greta Elizabeth Muti, campionessa europea in quattro con PR3 misto e capovoga dell’ammiraglia qualificata per i Giochi Paralimpici di Tokyo 2020NE. La Canottieri Olona 1894 mette a disposizione di chi la frequenta strutture per lo sport e corsi specifici per tutte le fasce d’età in un’oasi di sport e benessere in città nella cornice del Naviglio Grande di Milano. Vivere Olona significa scegliere i valori nobili dello sport immersi in un contesto innovativo per trascorrere il proprio tempo libero alla ricerca del benessere di corpo e anima, come si legge sul proprio house organ. Insomma un ambiente in cui lo sport è di casa, come emerge anche dalla “fotografia” che ci fornisce la Presidente Laura Giorgina Annita Beretta, la quale ci parla anche delle attività sportive praticate:


“Con molto piacere affronto la domanda dicendo che il nostro circolo, dal suo anno di fondazione ad oggi, ha vissuto vicende alterne che lo hanno rafforzato e reso uno dei circoli sportivi di riferimento della città. Il suo cammino è iniziato nel 1894 con la pratica agonistica del canottaggio per poi accogliere nuoto, pallanuoto e tennis. Abbiamo attraversato la storia milanese e oggi siamo un luogo di educazione e insegnamento allo sport per piccoli, giovani e adulti. Siamo un club moderno dove oltre alle discipline storiche se ne sono aggiunte altre e dove i soci vivono i nostri spazi come una seconda casa o come estensione del proprio ambito lavorativo”. Presidente, quali sono stati i campioni di canottaggio, del passato e del presente, che hanno fatto la storia remiera della sua società? “Abbiamo una storia molto ricca e mi piace subito dire che agli Europei del 1923, a Como, Carlo Caccialanza si piazzò quarto in singolo e poi, ancora, dagli Europei di Berlino 1935 arrivo la medaglia di bronzo con il quattro senza di Mario Lazzati, Ermenegildo Manfredini, Carlo Zuccaro, Augusto Ripamonti.


Ma la medaglia d’oro arrivò dagli Europei di Amsterdam 1937 con il due senza di Mario Lazzati e Ermenegildo Manfredini. E poi negli anni ’50 furono vinti alcuni titoli italiani fino ad arrivare al 2019 con l’argento iridato e il bronzo vinti, rispettivamente, nel due senza PR3 e nel quattro con PR3 misto, mentre quest’anno, agli Europei, sempre la Muti ha vinto uno storico oro sempre nell’ammiraglia pararowing”. All’Amministratore Delegato del sodalizio Stefano Monda, in considerazione della situazione e del periodo di grande incertezza dovuta a questa pandemia da Covid-19, chiediamo se la prima quarantena ha lasciato strascichi nella sua società, ma allargando la domanda, anche se questa nuova ondata d’infezione pandemica potrà aggravare la situazione? “La situazione d’emergenza mondiale ha chiaramente toccato ogni settore nel nostro paese e noi non facciamo eccezione. Il dispiacere primario è quello di chiudere le porte di un luogo dedicato al benessere fisico e mentale di chi abitualmente lo frequenta, con la conseguente sospensione del lavoro dei nostri dipendenti e collaboratori.


Il contesto sicuramente sta creando qualche difficoltà, ma i segnali ricevuti al momento della riapertura a giugno lasciano ben sperare per il futuro. Per fortuna la società, negli ultimi anni, ha creato delle fondamenta solide su cui baseremo i programmi futuri”. Secondo lei, in considerazione che con la sua storia sportiva ha attraversato tre secoli, come si inserisce la Canottieri Olona 1894 nel tessuto sociale milanese? “Oggi cerchiamo di distinguerci nell’avviamento allo sport delle varie discipline praticabili presso di noi e, oltre al canottaggio, godono di ottima reputazione anche le scuole nuoto e tennis. Per scelta preferiamo non dedicarci all’agonismo, se non in minima misura, ritenendo prioritaria una corretta formazione sportiva quale fondamentale elemento educativo”. Senta AD, secondo lei quanto è importante questo “presidio” remiero nel contesto dei Navigli? “Ritengo importantissimo e, insieme ai Marinai d’Italia, alla Canottieri Milano e alla giovane Canottieri San Cristoforo, costituiamo il baluardo milanese del canottaggio, da un lato memoria storica, dall’altro attori di uno sport di grandissima tradizione nazionale”.


Tornando al Presidente, le chiediamo come la sua squadra agonistica sta vivendo questa seconda ondata di pandemia da covid-19 con restrizioni sulle attività sociali: “Come premesso, la nostra attività agonistica è limitata; ma nonostante questo i nostri ragazzi (maschi e femmine) scalpitano, non vedendo l’ora di tornare in acqua. Per conto nostro cerchiamo di sopperire con attività da remoto e con programmi per il futuro che stimolino sempre più i nostri giovani canottieri. Pur soffrendo moltissimo le restrizioni che non ci permettono di svolgere l’attività, comprendiamo l’emergenza che non può che dettare rigide regole con lo scopo di tornare alla normalità il prima possibile”. Presidente, come vede il futuro del canottaggio sia nella sua Regione che a livello nazionale? “Assolutamente in salute e in grande crescita, cosa che rallegra in considerazione della tradizione italiana. Bello anche notare quante ragazze vi si siano avvicinate”.


Il canottaggio, tra indoor rowing, coastal rowing e beach rowing, pare stia cambiando pelle, lei ritiene che queste discipline possano contribuire alla sua ulteriore crescita? “Sono nuove discipline sorte nel solco della tradizione del canottaggio che ampliano la scelta remiera riuscendo ad avvicinare sempre più persone allo sport. Sono favorevolmente colpita da tanta resilienza”. Tra le categorie che vanno a formare i tesserati della Federazione, lei ritiene che la categoria master sia in continua crescita e se sì perché? “Il valore del benessere, della forma fisica e di conseguenza dello sport, è sempre più percepito. Ci si sente competitivi anche superata l’età del vero e proprio agonismo. La categoria master ha ormai assunto una presenza molto importante nelle diverse discipline unendo due mondi, ex atleti agonisti e persone che si appassionano allo sport senza avere avuto un passato da atleti”.


Presidente, nel concludere con lei, ci piacerebbe conoscere cosa significhi oggi, e con le normative attuali, essere al vertice di un sodalizio sportivo e, nella fattispecie, di una società remiera polisportiva: “E’ una forte e utile responsabilità, che sono onorata di avere. Mi piace sottolineare quanto lo sport sia parte fondamentale della quotidianità di ognuno: momento di sfogo, confronto, allenamento, benessere, crescita, socializzazione e, soprattutto per i ragazzi, di apprendimento e disciplina. Gli insegnamenti dello sport vanno oltre i luoghi dove si acquisiscono, sono valori che diventano bagaglio personale cui si fa appello in ogni ambito della vita”.


Torniamo all’AD per fare una considerazione su un anno davvero da dimenticare. Qual è il suo auspicio per il 2021 considerando tutto quello che è accaduto in questo 2020? “Non possiamo che confidare in una risoluzione definitiva dell’emergenza sanitaria, nella ripresa economica di ogni settore con la consapevolezza che gli sforzi profusi in questo terribile periodo saranno stati fondamentali, ognuno nel proprio ramo, per tornare ad una normalità più consapevole”. Nel concludere, lei ritiene che la pandemia da Covid-19 abbia generato un certo cambiamento nelle nostre abitudini, in genere, e nei canottieri in particolare? “Assolutamente sì, anche se ognuno di noi si sta adattando ad un nuovo modello relazionale, sia sul piano lavorativo che su quello personale. La quotidianità di chi svolge sport amatoriale e professionistico segue inevitabilmente la stessa direzione. Confidiamo che da questa curva si riesca a trarre insegnamenti per il futuro”.

Speciale “Focus sulle Società Remiere”