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Focus sulle Società Remiere: il Circolo Amici del Fiume

mercoledì 8 Luglio 2020

Focus sulle Società Remiere: il Circolo Amici del Fiume


ROMA, 08 luglio 2020 – Dalla Campania torniamo in Piemonte per fare nuovamente tappa a Torino per parlare con l’ingegner Mauro Crosio, Presidente del Circolo Amici del Fiume, sodalizio di Corso Moncalieri che ha da poco superato i quarant’anni di attività. Il Presidente Crosio prima di iniziare a dialogare con noi, sottolinea l’attenzione verso le società italiane in questo modo: “Indipendentemente da questa bella iniziativa, che dà voce a tante Società, è mia intenzione ringraziare a nome anche di tutto il Circolo l’area comunicazione federale per il grandissimo lavoro svolto con passione e tempestività dell’informazione”. Un’attestazione per la quale ringraziamo anche noi il Presidente ed il suo Circolo, ma iniziamo subito con chiedergli di farci conoscere come il Circolo Amici del Fiume stava affrontando la stagione prima del lockdown: “Il lockdown ci ha sorpresi mentre eravamo proiettati nella preparazione del primo Meeting Nazionale che si doveva tenere a Sabaudia. L’ultima gara alla quale abbiamo partecipato sono stati i Campionati Italiani di Fondo a Pisa. I problemi dovuti alla pandemia da Covid-19 parevano qualcosa di molto lontano da noi o perlomeno un qualcosa che si sarebbe potuto gestire, ma così purtroppo non è stato”.


Nessuno poteva sapere la consistenza di questa infezione che poi si è tramutata in pandemia, ma certamente tutti siamo stati presi alla sprovvista e per questo, Presidente, le chiediamo come hanno vissuto questo periodo di quarantena i suoi tesserati? Inoltre al Circolo Amici del Fiume si sta tornando alla normalità? “Sia per gli atleti che per i soci il Circolo Amici del Fiume ha previsto, per tutto il lockdown, attività in remoto utilizzando le varie piattaforme web. Tutto questo grazie alla disponibilità di allenatori e istruttori che hanno seguito gli allenamenti sui remoergometri e le sessioni di attività a corpo libero. E’ stata una sfida in un certo senso anche interessante, che ha messo alla prova la preparazione e la capacità di adattamento degli allenatori che hanno dovuto sviluppare programmi differenziati a seconda delle fasce di età e delle caratteristiche degli atleti senza avere a disposizione gli strumenti tradizionali.


Federico Degioanni ha tenuto giornalmente, infatti, lezioni per le squadre giovanili, mentre la squadra agonistica è stata seguita dall’allenatore Paolo Braida coadiuvato da Umberto De Magistris. Sono mancate, ovviamente, le uscite in barca e la socialità della frequentazione del Circolo. Vista anche la situazione normativa in Piemonte, ad oggi proseguono gli allenamenti sui singoli. Il modo di trovarsi e di frequentare la sede sociale è cambiato radicalmente con turni di uscita e allenamenti in gruppi ridotti per evitare gli assembramenti. Ogni uscita è seguita dalle procedure di pulizia e disinfezione. Gli atleti e i soci hanno mostrato una grande capacità di adattamento alle nuove condizioni, anche se tutti sperano che presto si possa tornare ad uscire anche sulle barche multiple”.


Lei ritiene di poter ripristinare i programmi iniziali e/o di svilupparli ulteriormente? “Nel periodo del lockdown è stato costituito, tra i soci, un gruppo di lavoro per la comunicazione che ha gettato le basi per la ripartenza; questa si è concretizzata da un lato con la ripresa delle attività di tutte le squadre e dall’altro con la partenza del centro estivo che quest’anno ha raggiunto numeri record. A valle del completamento dell’iter per il rinnovo della concessione della sede sono previsti anche una serie di lavori che porteranno all’ampliamento degli spazi per l’attività a terra e anche delle discipline praticate. Già oggi il Circolo affianca alla pratica di canoa e canottaggio il tennis e il beach volley. L’obiettivo è quello di creare un polo sportivo dedicato agli sport outdoor. Per quanto riguarda il canottaggio, dopo gli ottimi risultati del 2019 con i tre titoli mondiali con gli atleti Silvia Crosio (quattro di coppia pesi leggeri Under 23 e assoluto) e Francesco Squadrone (quattro di coppia pesi leggeri Under 23), si sta lavorando per continuare nel processo di crescita complessivo a partire dalla base e proseguire in tutte le categorie agonistiche. E’ nostra convinzione che sia necessario un grande sforzo a partire dalle singole società per diffondere il canottaggio ed aumentare il numero di praticanti; solo in questo modo avremo una adeguata visibilità e garantiremo lo sviluppo del nostro movimento. In questa ottica va l’impegno del Circolo”.


Presidente, la Federazione durante il lockdown ha organizzato gare virtuali, ci può dare una sua valutazione? “Le gare virtuali sono state un utile momento di confronto per gli atleti. Un modo per soddisfare le loro esigenze agonistiche. Sono state utili anche per gli allenatori che hanno potuto constatare lo stato della preparazione degli atleti”. Come affronterà l’ultima parte della stagione agonistica riprogrammata da settembre a dicembre? “Gli atleti hanno voglia di riprendere a confrontarsi sui campi di gara e si stanno preparando agli appuntamenti previsti da Settembre. Ritengo importante che almeno una parte della stagione si riesca a fare. La competizione rappresenta l’obiettivo di tutti gli atleti e un intero anno senza gareggiare potrebbe portare a diversi abbandoni, specie nelle categorie ragazzi e junior”. Come vede il futuro dell’Italia del canottaggio post Covid-19? “Come ho già evidenziato sopra, ritengo necessario un progetto di ampio respiro per la diffusione del canottaggio; ampliando la base dei praticanti sarà più facile anche reperire le risorse economiche necessarie ai sodalizi in un periodo in cui le risorse pubbliche sono sempre più ridotte. Questa situazione di crisi deve darci la spinta per la crescita avendo come fattore positivo la pratica all’aria aperta del nostro sport”.

Speciale “Focus sulle Società Remiere”