Focus sulle Società: la Società Canottieri Pesaro
Focus sulle Società: la Società Canottieri Pesaro
ROMA, 13 agosto 2020 – Come la maggior parte dei lettori sapranno, il 17 febbraio u.s. abbiamo dato la notizia che Pesaro è stata scelta come città ospitante della terza edizione dei Mediterranean Beach Games che si svolgeranno dal 16 al 23 settembre 2023 e coinvolgeranno 11 discipline sportive tra le quali il Beach Sprint. Per arrivare pronti a questo appuntamento internazionale il Presidente della Società Canottieri Pesaro, Lorenzo Adversi, si sta da tempo impegnando per far crescere il proprio settore giovanile. Il canottaggio pesarese e la sua Società rappresentano, dal 1954, una solida base ed un punto di riferimento sportivo nella storia organizzativa della città.
Un sodalizio che ama fare le cose bene, tant’è che la Canottieri Pesaro, nel 2016, vinse il premio al Galà dello Sport quale Realtà Emergente del 2015 bissando il premio attribuitogli al Galà del 2014 nella categoria “Miglior Evento dell’Anno”, grazie alla splendida organizzazione dei Campionati Italiani di Coastal Rowing del 2014. Iniziamo, quindi, a dialogare con il Presidente Adversi al quale chiediamo di illustrarci i programmi che la sua Società stava predisponendo prima del lockdown: “Quest’anno, dopo aver organizzato qui a Pesaro la prima gara dell’anno indoor, a gennaio puntavamo di partecipare al Campionato Italiano Ragazzi ed al Festival dei Giovani, oltre ai classici meeting regionali ed interregionali sul Lago di Mercatale ed a Ravenna. Insomma una normale attività remiera che consente alle nostre leve di migliorare sia sotto l’aspetto agonistico e sia in quello tecnico grazie al confronto con altre realtà”.
Presidente, si è tornati da tempo alla normalità con le uscite anche in barche multiple, anche se la coda lunga della pandemia è ancora visibile, ma come ha vissuto il periodo di quarantena tutta l’organizzazione del suo sodalizio? “Grazie agli allenatori, che colgo l’occasione per ringraziare tutti, si sono dati un gran da fare per ‘tenere caldi’ gli atleti nei due mesi di lockdown totale. Abbiamo anzitutto distribuito i remoergometri a casa agli atleti, organizzato sessioni di allenamento virtuale e monitorato le prestazioni atletiche, con garette virtuali anche prima che ciò fosse organizzato dalla Federazione. Gli allenamenti sono poi stati estesi anche al gruppo master e, infine, abbiamo partecipato anche alle due gare virtuali organizzate dalla Federazione”. Lei ritiene di poter ripristinare i programmi/progetti iniziali e di svilupparli ulteriormente?
“Di fatto il programma per noi ora è ridotto alla partecipazione al solo Meeting Nazionale di Sabaudia ed alla gara sul bacino artificiale di Mercatale, oltre alla partecipazione al Campionato Master a Ravenna”. Durante il lockdown sono state organizzate dalla Federazione alcune gare virtuali. Ci può dare la sua valutazione su questo nuovo modo di fare canottaggio? “A quanto già detto sopra aggiungo solo che è un modo di gareggiare che ‘regge’ solo nel breve periodo. Non si può chiedere ad un atleta di guardare un monitor per più di qualche settimana di fila”. Presidente, in che maniera affronterà l’ultima parte della stagione remiera programmata da settembre a dicembre? “Ritengo che ci debba essere necessariamente una fase di transito, che servirà per arrivare più preparati al 2021. Mi riferisco, in particolare, al consolidamento dei rapporti con le Società ‘Lega Navale San Benedetto’ e ‘Montefeltro’ per chiudere gli equipaggi delle barche più lunghe e impegnative. La speranza è nel varo addirittura di un otto”.
Secondo lei come si potrebbero aumentare i tesserati nei vari sodalizi e, conseguentemente, anche nella Federazione? “Questa è una questione vecchia e complessa. Basta dire una cifra: la natalità in Italia oggi è di 1,34 figli per donna, era 2,46 quando sono nato io nel 1969. Praticamente si è perso il 45% dei potenziali ‘clienti’. Ritengo questo un fatto epocale. Si aggiunga a ciò la prolificazione di nuove discipline sportive – tipo arti marziali, una volta del tutto assenti – e la riconversione, almeno dalle parti nostre, di ex capannoni industriali a palestre polifunzionali. In questo modo i ragazzi sono sempre meno e l’offerta ‘concorrente’ sempre di più e più ‘aggressiva’. In questa situazione il canottaggio dovrebbe, a mio avviso, fare di più per rendersi attraente e ‘trendy’. Occorre avvicinarsi ai ragazzi, alle famiglie, dare visibilità alla sport, divertirsi, divertire e, se necessario, scendere a qualche compromesso. A costo di scontentare i ‘puristi'”.
Si parla sempre più insistentemente del coastal rowing da inserire nel programma olimpico e quindi di un suo sviluppo, lei ritiene che questo possa essere un volano per sviluppare ulteriormente il canottaggio lungo lo Stivale? “Assolutamente sì! Pesaro è una città di mare, il coastal rowing ci porta a remare sulle spiagge gremite vicino alla gente. E’ una visibilità enorme a cui nessuno può rinunciare. Siamo estimatori del Coastal Rowing da sempre e vantiamo due campionati italiani di categoria vinti dalle nostre fortissime ragazze Master”.
Presidente nel concludere, ci può approfondire alcuni concetti che ha espresso nelle precedenti domande? “Grazie dell’opportunità, per cui approfondisco tre punti che ho trattato prima: a) Mi riallaccio alla penultima domanda. La Federazione deve avere il coraggio di fare scelte forti. Tocca avvicinare lo sport alla gente, ai potenziali ‘clienti’. Il pubblico sugli spalti che segue le gare olimpioniche è costituito al 90% dai genitori dei ragazzi ed addetti ai lavori. Così non può durare. Pratichiamo uno sport all’aria aperta, ma siamo più invisibili che non chiusi in un palazzetto dello sport. Occorre far circolare le barche anche lontano dai campi di regata, più che si può! Anche con scelte tecniche. Farò un esempio: se voglio andare in vacanza al lago portando con me il mio singolo olimpico (lungo circa 8 metri), per le regole della strada non posso trasportarlo con la macchina in alcun modo, cosa che invece potrei fare invece se possedessi una canoa, un gommone od una barchetta a vela. D’altro canto, so che se acquistassi un singolo ‘divisibile’ sarei automaticamente penalizzato in gara in peso e rigidezza.
Il risultato è che, nel mio piccolo, la visibilità che potrei dare al Canottaggio, mostrando lo sport nei vari specchi d’acqua lontani dai programmi ufficiali, va persa! Per tutto il movimento di base va spinto, coi regolamenti, l’utilizzo di attrezzature smontabili almeno per quanto riguarda le imbarcazioni singole e doppie, zavorrando gli scafi ‘non smontabili’ per riequilibrare le prestazioni in gara. A livello di nazionale poi, si lasci pure tutto com’è adesso. Altra cosa su cui intervenire assolutamente è la deriva tecnologica nell’evoluzione degli scafi. Come ingegnere meccanico sono affascinato dalle possibilità date dai nuovi materiali, ma questa possibilità deve essere tassativamente negata almeno per le barche scuola! Come si può pensare che una piccola società, con bilancio Sociale di 50-60 mila euro possa pensare di acquistare un GIG convertibile a 20.000 Euro? Barca che, fra l’altro, verrà usata in gara solo in pochissime occasioni?.
In quest’ottica benissimo ha fatto la Federazione a siglare la convenzione per l’acquisto GIG a prezzo assolutamente concorrenziale, ma bisogna fare di più! Ritengo che una evoluzione tecnica esasperata vada contro gli interessi degli stessi cantieri nautici. Basta farsi un giro ai bordi dei campi di regata durante le gare per accorgersi che l’età media degli scafi in uso è di 20 anni. Questo significa che tutte le Società hanno allungato a dismisura il ciclo vitale del materiali! Il rischio, in prospettiva, è che non vinca più l’atleta più forte, ma quello più ricco, meglio equipaggiato. b) Atleti Master: per via dei numeri dati sopra, attualmente alla Canottieri Pesaro il movimento dei Canottieri soci Master è molto nutrito, paragonabile a quello dei Soci allievi. Si tratta di una risorsa vitale per il nostro sodalizio. L’atleta Master fa ‘quadrare i conti’ , costa molto meno in termini di impegno per gli allenamenti e può dare tanto alla società anche fuori dei campi di regata.
Alla Canottieri Pesaro molti lavori di manutenzione, di segreteria, di assistenza sono svolti disinteressatamente dai master. L’atleta master mostra anche il canottaggio al pubblico, in orari e luoghi diversi dal solito. In prospettiva, senza il movimento di atleti master non avremmo neanche quello degli allievi. In quest’ottica, visti ormai anche i numeri e la qualità degli atleti master sui campi di regata, la norma che prevede la non attribuzione di punti a questa categoria appare quanto mai anacronistica. Un’attribuzione di punti dimezzata, rispetto alle altre categorie, sarebbe assolutamente più rispecchiante della realtà! Ricordiamoci che quando una Società perde un Socio master spesso perde anche un imbianchino, un idraulico, od un Segretario. c) Rivolgo un appello ai dirigenti delle piccole Società come la nostra: Fatevi aiutare! ormai il nostro è diventato un mestiere troppo impegnativo, direi quasi incompatibile con la nostra normale attività lavorativa.
Impossibile che una o due persone da sole possano fare tutto senza che qualità del lavoro ne risenta! (vedi discorso Master sopra); Lamentarsi sempre della cronica mancanza di fondi o dell’accessibilità all’acqua non serve! Trovate le soluzioni. Occorre cambiare testa, stringere sempre più i rapporti con le altre A.S.D. (anche società NON di Canottaggio), passare sopra ad eventuali vecchi contrasti, sfruttare ogni risorsa disponibile sia pubblica (attualmente siamo impegnati a richiedere fondi con 7 enti!) che privata (abbiamo numerosi piccoli sponsor che sono FELICI di aiutarci e che coprono il 20% del bilancio). Occorre stringere i rapporti anche con l’amministrazione pubblica e mirare in alto. Pesaro sarà la sede dei Mediterranean Beach Games nel 2023 : la Canottieri Pesaro sarà in prima fila nell’evento. Concludo con un sentito ringraziamento a tutta la redazione di canottaggio.org per la possibilità offertami”.