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Matteo Lodo: dalle Olimpiadi al Mondiale Under 23 per “Dare una  mano a raggiungere il massimo dei risultati”

giovedì 18 Agosto 2016

Matteo Lodo: dalle Olimpiadi al Mondiale Under 23 per “Dare una  mano a raggiungere il massimo dei risultati”

ROMA, 18 agosto 2016 – Con i suoi quasi 22 anni – lo batte solo Giovanni Abagnale, 22 anni il prossimo gennaio e anch’egli medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici di Rio de Janeiro ma sul due senza mentre lui li compirà questo ottobre – è tra i più giovani medagliati a cinque cerchi. Ombra del capovoga Giuseppe Vicino, Matteo Lodo nonostante la giovane età è il veterano del quattro senza fresco bronzo olimpico in Brasile, in quanto a livello Senior, per tutto il quadriennio, non ha fatto altro. Nessun’altra specialità se non la Barca degli Dei. Nessuno meglio di lui dunque può raccontare quando e come ha iniziato a crescere il sogno a cinque cerchi concretizzatosi pochi giorni fa sul Lagoa Rodrigo de Freitas: “Ho trascorso tutto il quadriennio sul quattro senza, a partire dal quarto posto ottenuto ai Mondiali di Chungjiu del 2013. Già lì capii che potevamo lavorare su questa imbarcazione in ottica futura. L’anno dopo, consapevoli che quello precedente essendo il post-olimpico è sempre più semplice, disputammo una bella finale B, e poi dall’anno scorso, quando abbiamo trovato la formazione tipo che poi ha vinto l’oro mondiale in Francia, la barca andava subito bene. Andrea Coppola ci ha sempre tenuti vigili, sull’attenti, e durante il percorso dell’ultimo anno e mezzo ci diceva che avremmo potuto prendere una medaglia a Rio. Per tutto l’anno abbiamo lavorato consapevoli che avremmo trovato ai Giochi una fortissima Gran Bretagna, ma noi sapevamo di essere competitivi, e i piazzamenti di Varese e Poznan nelle tappe di Coppa del Mondo non facevano altro che confermarci che potevamo farcela. E ce l’abbiamo fatta”.

Un percorso, quello di Lodo sul quattro senza, non scevro di difficoltà, soprattutto quando l’obiettivo finale è vicino, ma sembra ancora lontanissimo: “Le difficoltà in un cammino simile ci sono, soprattutto quando sei in pieno carico, sei stanco morto e non vedi più la fine. Allora nasce un po’ di nervosismo, il compagno magari ti richiama un errore di troppo e tu ti scaldi, è normale. Però non è mai stata in discussione l’armonia del gruppo. La punta è sempre stata unita, e a dimostrarlo ci sono anche lo straordinario risultato del due senza a Rio e la storia dell’otto, in finale ad Aiguebelette e poi a un niente dal conquistare il pass olimpico a Lucerna, anche se poi in Brasile ci sono venuti lo stesso per la squalifica della Russia”. E conquistare una medaglia olimpica a 21 anni, che sapore ha? Matteo Lodo, che ci è riuscito, dice che “non credevo fosse vero. Da bambino vedevo Alessio Sartori, cugino di mia mamma, sul podio alle Olimpiadi e mi domandavo cosa potesse provare in quei momenti. Poi sul podio mi ci sono trovato io, e se devo dire una cosa che non scorderò mai, sono le immagini della nostra premiazione che scorrevano sul maxischermo del Lagoa. Quella immagine resterà indelebile nella mia mente per tutta la vita”.

Una vita agonistica che si preannuncia lunga, perché come ripetuto più volte Matteo ha appena 21 anni. Un’età che però in Brasile non gli è pesata più di tanto: “Essere giovani non è stato uno svantaggio, anzi. Alla mia età hai quel pizzico di incoscienza che non guasta, che ti fa dare il massimo consapevole che non hai niente da perdere ma che piuttosto sono gli altri che hanno da perdere da te. Chiaro che a questi livelli la tensione la percepisci a tutte le età, ma in generale non è stata l’esperienza a pesarmi”. Per Matteo dopo l’Olimpiade è già stato tempo di riporre il bronzo olimpico nel cassetto, perché la giovane età lo richiamava ai Mondiali Under 23 di Rotterdam, in Olanda dove è arrivato oggi con tutta la squadra. Una sorta di ritorno alla normalità che però Matteo dimostra di apprezzare: “Dall’inizio della stagione tutti gli Under 23 già membri del Gruppo Olimpico avevano dato la propria disponibilità, indipendentemente dal partecipare o meno ai Giochi di Rio, a partecipare ai Mondiali di categoria al caposettore Spartaco Barbo. Non ho mai vissuto, essendo sempre tra i Senior, una stagione da vero Under 23, e invece è importante fare tutte le tappe previste dalla tua età. Partecipo con piacere ai Mondiali Under 23, e come me Giovanni Abagnale, Enrico D’Aniello, Stefano Oppo e Valentina Rodini, gli altri reduci del Brasile. E’ un piacere comune, nostro e degli altri ragazzi del gruppo. Diamo una mano per raggiungere il massimo dei risultati”.