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L’Italia nel primo giorno di gare paralimpiche

venerdì 9 Settembre 2016

L’Italia nel primo giorno di gare paralimpiche

RIO DE JANEIRO, 09 settembre 2016 – È un programma gara normale che si sta svolgendo in maniera normale con atleti che gareggiano in maniera straordinaria con l’obiettivo di raggiungere la finale e, una volta salita la irta piramide delle qualificazioni, agguantare anche una medaglia. Atleti che lavorano quattro anni sottoponendosi ad allenamenti per arrivare ben preparati all’appuntamento con il podio Paralimpico. Tutto questo è anche quanto hanno sostenuto durante il quadriennio gli azzurri e, tra alterne vicende, ora stanno cercando di raggiungere il miglior risultato possibile. Un risultato che, necessariamente, deve passare dalle qualificazioni, sempre difficili e imprevedibili, che da oggi i tre equipaggi azzurri stanno affrontando col massimo impegno sotto lo sguardo attento del capo settore Dario Naccari e dei suoi collaboratori Cristina Ansaldi e Giovanni Santaniello.

Le tre imbarcazioni in gara, pur scontrandosi contro equipaggi che hanno un palmares davvero invidiabile, non si sono sottratte all’impegno e, seppur nella prima parte, hanno cercato costantemente di rimanere agganciate ai battistrada. Cosi ha fatto per prima Eleonora De Paolis, la quale ha subito dei fastidi dal vento che l’ha scarrocciata sulle boe. Ma lei non si è persa d’animo ed ha chiuso la gara in quinta posizione. Domani sarà un altro giorno e, da donna determinata qual è, ha affermato: “Le più forti sono in finale, domani sarà un altro giorno e io sono pronta”. C’è da crederle perché sappiamo che darà tutto sé stessa come ha sempre fatto dal momento in cui ha impugnato i remi e iniziato l’agonismo: a lei sono bastati circa mille giorni per arrivare sul Lagoa Rodrigo de Freitas e partecipare alle Paralimpiadi.

Stessa cosa per “Misce” – simpatico soprannome con cui gli amici chiamavano in gioventù Fabrizio Caselli amante del motorino e, quindi, sempre pronto a fare le miscele migliori per far andare veloce il suo due ruote – che oggi ha attaccato dall’inizio alla fine della gara i due mostri sacri della specialità, Aggar e Horrie, piazzandosi al terzo posto. “È stata una gara dura però ho voluto provare a stare il più possibile attaccato a questi due fuoriclasse – ha detto Fabrizio – ora penso a domani perché voglio davvero provare ad arrivare in finale”. Un uomo che, oltre a remare, gareggiare e continuare a vivere la sua vita, viene ripreso costantemente da Alessio Focardi che, della sua vita, ne sta facendo una web series di 12 episodi di tre minuti ciascuno dal titolo “Io Cammino” visibile sulla pagina Facebook @iocammino.laserie.

A chiudere la giornata, uggiosa e buia, dedicata alle batterie, ci ha pensato il quattro con di Valentina Grassi, Tommaso Schettino, Luca Lunghi, Florinda Trombetta e Giuseppe “Peppiniello” Di Capua al timone che, dopo una partenza davvero ben fatta e il passaggio ai 250 metri alle spalle della Gran Bretagna campionessa paralimpica a Londra 2012, si sono appesantiti e hanno chiuso in quinta posizione. Che dire, se non chiudere con le parole di Peppiniello: “Siamo arrivati fin qui. Noi ci crediamo, e vedo che intorno a noi c’è tanta positività, quindi domani scendiamo in barca per un solo obiettivo: prenderci uno dei due posti validi per l’accesso alla finale. Questo è il nostro unico scopo e ce la metteremo tutta per arrivare a raggiungerlo”.

LEGENDA PARA-ROWING
LTA (LEGS–TRUNK–ARMS): l’atleta utilizza tutto il corpo: gambe, tronco e braccia. Appartengono a questa categoria atleti ed atlete non vedenti, amputati ad un arto o con altre minime disabilità fisiche.

AS (ARMS-SHOULDERS): l’atleta utilizza solo le braccia e le spalle. Appartengono a questa categoria tutti gli atleti e le atlete che hanno subito lesioni alla colonna vertebrale e compromesso l’uso delle gambe e del tronco.