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Mondiali di Coastal Rowing, le insidie del campo di gara

giovedì 12 Novembre 2015

Mondiali di Coastal Rowing, le insidie del campo di gara

LIMA, 12 novembre 2015 – “Il campo di gara è davvero bello. Pensato per divertire e far divertire con le onde nelle prima parte da affrontare in senso contrario. Prevedo una bella cavalcata”. Questa è la sintesi fatta da Simone Martini (SC Padova) il quale domani affronterà, nel singolo, concorrenti agguerriti che conoscono le acque tumultuose dell’Oceano Pacifico. Il campo di regata, quindi, nella prima parte, secondo Martini, si può affrontare abbastanza tranquillamente, ma è necessario saper prendere le onde e letteralmente cavalcarle per contenere lo sforzo. Mantenendo la barca sulla cresta delle onde, che in questa parte di mondo sono molto alte per una barca di coastal, si consente allo scafo di procedere via velocemente, ma se, invece, si incappa tra due onde lo sforzo per andare avanti è immane.

Inoltre in questa condizione la visibilità e nulla e non si riesce a vedere la direzione, solo il GPS può aiutare almeno nel proseguire verso i vari giri di boa. La seconda parte è stata pensata per avere onde a favore, ma il problema di saperle prendere rimane lo stesso con l’aggiunta che le imbarcazioni che vengono utilizzate sono meno dislocanti e quindi tendono a risentire del moto ondoso caratteristico di queste latitudini. Una cosa è certa: tutti gareggeranno con le stesse condizioni e con le stesse barche quindi in partenza ognuno ha le stesse possibilità di riuscire o meno a fare una gara ad alto livello. La differenza la fa la conoscenza della specialità del coastal rowing, e chi è a Lima dovrebbe saperle, l’abilità nelle manovre e sapersi orientare col GPS oltre, ovviamente, ad essere ben preparato e combattivo. Tutti i ventuno italiani che sono in Perù per il mondiale sono concentratissimi e sono convinti di poter dire la loro in ogni occasione e col piglio giusto per riportare in Italia il miglior risultato possibile.