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#fdg2015: I Campioni del remo incontrano gli atleti al Festival

venerdì 3 Luglio 2015

#fdg2015: I Campioni del remo incontrano gli atleti al Festival

CANDIA, 03 luglio 2015 – Rossano Galtarossa, Daniele Gilardoni, Andrea Cereda e Giorgio Tuccinardi, sono loro i campioni del remo intervenuti in occasione delle premiazioni relative alle gare delle selezioni regionali. Si è trattato di un momento importante, durante il quale giovani atleti hanno potuto conoscere personaggi che, in un modo o nell’altro, hanno lasciato il segno nel mondo del canottaggio. I campioni azzurri si sono detti molto soddisfatti dell’organizzazione del Festival e si sono espressi positivamente rispetto al valore di questa festa dello sport nel percorso formativo di quelli che saranno gli atleti del domani.

Giorgio Tuccinardi: “Penso che il Festival dei Giovani rappresenti un primo passo fondamentale in un mondo straordinario come quello del canottaggio. Questo è senza dubbio uno sport sano che consente di crescere in un contesto capace di trasmettere sani valori. Per me e per molti altri atleti è stata una tappa fondamentale all’inizio del percorso remiero. Tra l’altro questa manifestazione è organizzata sempre meglio e questa cura che viene messa nella realizzazione dell’evento, sicuramente contribuisce ad avvicinare sempre più giovani. È molto bello che qui il canottaggio si esprima in tutta la sua capacità di coinvolgere e divertire e questa è la cosa più importante qui. Bisogna iniziare divertendosi, imparando gradualmente cos’è l’agonismo”.

Daniele Gilardoni: “Sicuramente il Festival dei Giovani è un evento importantissimo che la Federazione deve sfruttare al massimo per poter incominciare a far crescere quelli che saranno i campioni di domani. A me personalmente fa molto piacere essere qua a testimoniare quanto sia importante lo sport. Non va dimenticato tuttavia che per ragazzi di quest’età il canottaggio deve essere soltanto sinonimo di divertimento, un’attività da praticare tra gli amici. La medaglia vale e non vale, quello che conta a è far sì che i ragazzi prendano contatto con un ambiente sano, leale che li prepari gradualmente al confronto e alla sfida. Quello che deve passare è che si può vincere o perdere purché si rispettino le regole e gli avversari”.

Andrea Cereda: “Innanzitutto è bellissimo vedere tanti ragazzi che partecipano a questo evento. Mi colpisce il loro calore e la passione che ciascuno di loro mette nel tifo dei compagni, il che è indice del fatto che il canottaggio permette di creare legami forti e profondi. E questa cosa la sto ritrovando molto ora che alleno i ragazzi della Canottieri Sebino. In loro vedo la stessa passione e lo stesso entusiasmo che avevo io alla loro età. Quello che mi sento di dire loro è di sfruttare al massimo il canottaggio come scuola di vita perché sicuramente potranno imparare tanto e cresceranno prima di tutto come persone e poi come atleti”.

Rossano Galtarossa: “Innanzitutto per me questa è un’occasione per tornare sul Lago di Candia dopo oltre vent’anni e di rivedere un posto dove ho gareggiato all’inizio della mia carriera. Inoltre è anche la prima occasione che ho per toccare con mano il Festival dei Giovani, una manifestazione che apprezzo molto. A casa, nel mio circolo, stimolo costantemente la partecipazione al Festival e anche il nostro staff ha compreso pienamente l’importanza di coinvolgere famiglie e ragazzini in questa festa dello sport, perché di una festa si tratta. Troppo spesso infatti la gente pensa al canottaggio in termini di agonismo esasperato e secondo me fa sì che questo sport sia, dall’esterno, abbinato eccessivamente ad un discorso di mera prestazione. In realtà il canottaggio deve poter rappresentare un momento ludico sia per gli adulti che per atleti giovani come quelli che prendono parte al Festival. In particolare quello che deve passare, soprattutto tra gli operatori, è che questi ragazzi non sono limoni da spremere ma giovani atleti che devono acquisire quei valori che li renderanno prima di tutto dei cittadini che sappiano rispettare dei giusti valori e che siano in grado trovare divertimento anche in attività che richiedano un impegno. Il lavoro della Federazione deve essere sempre forte nel sostenere questo tipo di manifestazioni che coinvolgono il mondo del remo a trecentosessanta gradi”.