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Marco Dodero passa il timone della Canottieri Genovesi Elpis  a Pietro Dagnino

giovedì 13 Marzo 2014

Marco Dodero passa il timone della Canottieri Genovesi Elpis  a Pietro Dagnino

GENOVA, 13 marzo 2014 – Alla fine del lungo periodo di dirigenza Marco Dodero è stato acclamato nuovo presidente onorario del Circolo Canottieri Genovesi “Elpis”. Lascia il vertice operativo della società dopo dodici anni di attività. Un tempo infinito alla guida di uno dei più antichi sodalizi di voga italiani, ma nel momento di passare il testimone confessa: “un po’ di cuore lo lascio, ma con forze giovani la società non potrà che progredire”. Dal 1876 prima con il nome “Canottieri Genovesi”, poi dal 1902 “Canottieri Genovesi Elpis”, il canottaggio a Genova ha parlato spesso la lingua della società del Porticciolo Duca degli Abruzzi. In questa lunga storia Marco Dodero ha svolto per impegno e passione un ruolo di tutto rispetto. “Ho deciso di lasciare la presidenza perché mi sembra giusto fare spazio ai giovani dirigenti e sono certo che Pietro Dagnino, neo eletto al vertice dell’Elpis, saprà prendere il testimone per avviarsi ad esercitare nella continuità il suo mandato. D’altra parte avrà al suo fianco un Consiglio coeso e pronto a raccogliere le sfide che l’attendono”.

Sotto la guida di Marco Dodero il numero dei soci è passato da 67 a 480, mentre sono aumentati anche gli atleti che fanno parte delle selezioni nazionali. Al proposito va rilevata la convocazione di ben quattro ragazzi nel prossimo raduno federale, mentre due giovani promesse sono nel giro della nazionale iunior. “Gli obiettivi che la società Canottieri Genovesi Elpis si è posta nel tempo sono stati raggiunti con grande soddisfazione. Tutto lo staff tecnico è riuscito a creare una squadra di tutto rispetto. E tra questi non è possibile dimenticare il prof. Bruno Lantero, decano dei nostri tecnici fin dai tempi dell’indimenticato Direttore Tecnico azzurro Nielsen”. Qual è il risultato più importante che sei riuscito ad ottenere in tutti questi anni? “Senza dubbio il mondiale iunior con Davide Mumolo in quattro di coppia, il titolo del doppio Mumolo- Boccuni ai mondiali coastal rowing di Bari e 18 titoli italiani. Vorrei spendere due parole su Davide che oltre ad essere un atleta dal grande futuro è un brillante studente di ingegneria: una bella testa non c’è che dire. La mia soddisfazione è anche la sua brillante elezione a vice- presidente accanto a Pietro Dagnino. Mumolo non è il solo, la canottieri Elpis può contare veramente su un numero ragguardevole di giovani talenti”.

Cosa non sei riuscito a realizzare in questi dodici anni? “Concentrandomi sull’ agonistica è evidente che qualcosa è stato lasciato indietro: con un bilancio di soli 320.000 euro annui non si può fare gran che se si pensa che solo nell’ ultimo esercizio di bilancio ne sono stati spesi 45 per acquistare nuove imbarcazioni. Comunque durante la mia presidenza le strutture della nostra sede sociale sono state raddoppiate grazie all’accensione di un mutuo che il prossimo anno sarà estinto”. Cosa significa fare canottaggio a Genova? “Significa anche coinvolgere gli amministratori della città: il canottaggio non può esistere senza un bacino remiero . La costruzione del campo di regata di Prà, in occasione dei mondiali under 23 del 2002, con un investimento da parte del Comune di Genova di oltre sei miliardi di lire, è stato un risultato notevole. E’ un impegno che ho portato avanti con piacere anche se non nascondo le difficoltà che ci sono state. Ma la soddisfazione di aver contribuito alla crescita del remo ligure è misurabile dall’aumento degli iscritti alle regate regionali che sono passati dai circa 150 atleti agli oltre 700”.