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Stefano Bellio: Vi racconto il Tour du Lèman à l’Aviron…””

sabato 5 Ottobre 2013

Stefano Bellio: Vi racconto il Tour du Lèman à l’Aviron…””

GENOVA, 05 ottobre 2013 – Lo incontriamo mentre sta presidiando l’area imbarcazioni del centro remiero di Pra’ in questa prima giornata dei Campionati Italiani in Tipo Regolamentare. Vicepresidente FIC Liguria negli ultimi due mandati, il genovese Stefano Bellio è appassionato uomo di canottaggio che non rinuncia, nonostante gli impegni a livello dirigenziale, ad affrontare le sfide estreme ai remi assieme ad altri compagni di avventura in forza a clubs di tutta Italia. In principio, fu il raid remiero Genova-Roma, ideato ed organizzato da Claudio Loreto nel 2008 per celebrare i 120 anni della Federazione Italiana Canottaggio. Quest’anno, invece, preparazione atletica e “spirituale” per affrontare in Svizzera la 41a edizione del “Tour du Léman à l’Aviron”, la più lunga regata internazionale in bacini chiusi. Centosessanta chilometri, fatica ed anche, sotto certi aspetti, divertimenti condivisi assieme ad altri vogatori: i triestini Massimo Clagnaz e Marco Trevisan, il varesino Luca Frigo, il mandellese Eros Goretti e, ultima a esser coinvolta (praticamente catapultata a Ginevra dal Tribunale di Genova…)  per l’infortunio di Frigo ma caratterizzata da grande entusiasmo, Carola Maccà, vogatrice di Sestri Levante. Inizialmente doveva far parte dell’impresa anche Alessandro Campolmi, poi costretto a rinunciare per motivi personali.

“La proposta di Massimo e Marco è stata allettante, l’occasione buona allo scopo di allenarsi per un obiettivo. Luca ed Eros, invece, sono due vecchi amici che abbiamo coinvolto raccontandogli il procedendo e ottenendo il loro immediato assenso – spiega Bellio – Poi ci siamo affidati anche un ‘meteopatologo’, l’amico Cristiano Masciulli, che si è rivelato ancora una volta preziosissimo azzeccando le condizioni meteomarine”.
Preparazione accurata, voglia di arrivare in fondo alla gara dando fondo a ciò che questi atleti avevano dentro. “Sabato scorso, ci siamo presentati sul campo di gara molto presto. Massimo e Luca sono scesi alle quattro per rifinire l’imbarcazione. Noi altri siamo arrivati alle sei. Dopo il via alle otto, ci siamo concentrati sul nostro percorso pensando a ben distribuire le nostre energie. Luca non poteva remare a causa di un problema al tendine del braccio sinistro ma ci ha supportato in tutto e per tutto. Così, assieme a me, Massimo, Marco ed Eros, si è alternata alla voga Carola che è stata eccezionale per caparbietà e spirito di gruppo”.

Decimo posto finale. Meglio nei primi novanta chilometri, poi via via l’equipaggio ha subito qualche sorpasso mantenendosi comunque sempre a buoni livelli. Cambi acrobatici per il timoniere, in totale quattordici ore in barca con attenzione anche ai problemi del buio. C’erano luci di segnalazione, ma non è stato semplice affrontare la costa senza il GPS. “Vedere il getto d’acqua che identifica Ginevra è stato, per me, come vedere la Lanterna. Ringrazio tutti i miei compagni per aver condiviso queste speciali emozioni. Rifarlo? Ci penserei un attimo…”. 

Marco Callai