News

Piero Amati trait d’union tra l’Unità Spinale del Careggi e la  Canottieri Firenze

sabato 16 Marzo 2013

Piero Amati trait d’union tra l’Unità Spinale del Careggi e la  Canottieri Firenze

ROMA, 16 marzo 2013 – Cosa può fare un Insegnante di Educazione Fisica in favore delle persone colpite da disabilità? Molto e molte cose! A spiegarlo ci pensa il Prof. Piero Amati, Insegnante di Educazione Fisica, appunto, che circa 12 anni fa ha presentato un progetto all’Unità Spinale Unipolare dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze. Un progetto nel quale Amati ipotizzava lo svolgimento di attività motoria sportiva adattata necessaria, secondo la sua visione, per il reinserimento nella vita di tutti i giorni delle persone colpite da disabilità motorie. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata ed è proprio Piero Amati a dirci che: “Il progetto, che sembrava pionieristico, venne accolto e ora sono 12 anni che lavoro nell’Unità Spinale, una delle più grandi d’Europa, che conta 40 posti letto. Faccio parte di un’equipe formata da medici, fisioterapisti ed infermieri. La mia attività si svolge avviando le persone che hanno avuto traumi spinali in un percorso sportivo che prevede il nuoto, il tennis tavolo, il tiro con l’arco e il canottaggio”.

Un progetto, quindi, già avviato che ha dato anche i suoi frutti? “Sì, certamente, anche se è grazie a questo progetto che è nata la necessità di collegare l’Unità Spinale del Careggi al territorio. In un primo momento, anche perché l’opinione pubblica non era ancora ampiamente sensibile alla disabilità, tutte le Società che ho cercato di coinvolgere non erano pronte a includere anche i diversamente abili nelle loro iniziative sportive”. Allora come ha sviluppato inizialmente il suo progetto? “Io e alcuni amici ci siamo dati da fare ed abbiamo fondato il Gruppo Sportivo Unità Spinale Firenze Onlus (www.gsunitaspinalefirenzeonlus.it) che nel 2003 è diventato una polisportiva ed attualmente il Presidente è Massimiliano Banci. Il sodalizio ha iniziato a dare sbocco agonistico a queste persone che, grazie all’attività fisica, avevano un sostanziale miglioramento della qualità della vita. In seguito, anche le Società sportive “normali” si sono attrezzate e molti pazienti sono diventati paratleti con grande soddisfazione di tutta l’equipe del Careggi e del Gruppo Sportivo ad esso legato che ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica e creare la cultura dei diversamente abili. Oggi la polisportiva si occupa delle discipline di tennis in carrozzina, maratona, handbike, nuoto e da qualche anno anche di canottaggio”.

Parlando proprio del canottaggio, come è arrivato alla Canottieri Firenze e come ha conosciuto il Tecnico Luigi De Lucia? “È stata proprio la maggiore sensibilità dell’opinione pubblica a mettermi in contatto con la SC Firenze, poiché ho conosciuto Luigi De Lucia attraverso il progetto ‘Remare a Scuola’. Parlando con lui abbiamo deciso di fare un progetto per l’Adaptive Rowing (oggi Para-Rowing ndr) e da quell’incontro, facendo rete con tutto il territorio, con il coinvolgimento della Regione, è stato possibile acquistare degli ausili come alcune imbarcazioni per il canottaggio adattato e un catamarano per fornire assistenza in acqua agli atleti”.

Cosa ha prodotto la collaborazione con la Canottieri Firenze e con il suo tecnico? “Essere presenti alle Paralimpiadi di Londra con Andrea Marcaccini inserito nel quattro con LTA che si è piazzato in quinta posizione. Ma soprattutto aver scoperto la forza e la bravura di Fabrizio Caselli, detto dagli amici ‘Fabrizio Misce’ (perché da ragazzo veniva dalla campagna e nel motorino metteva la miscela che lui realizzava), il quale, dopo aver partecipato alle Paralimpidi di Pechino 2008 (15° in singolo AS) per quelle londinesi ha fallito la qualificazione. Ha due titoli italiani, ma ha una storia personale molto bella raccontata nel film ‘Fabrizio Misce Caselli’ realizzato dai fratelli Alessio e Claudio Focardi”. Nel concludere il Professor Amati ci dire come pensa di affrontare questo nuovo quadriennio che culminerà con le Paralimpiadi brasiliane: “Ho avuto modo di incontrare il Capo Settore Pararowing Dario Naccari, peraltro mio collega e vulcano di idee, durante un incontro svoltosi alla Canottieri Firenze, ed ho dialogato ampiamente sia con lui sia con Luigi De Lucia. Ci siamo dati degli obiettivi da raggiungere ed ho chiesto subito che la Federazione assegni all’Unità Spinale del Careggi un remoergometro per potermi consentire di provare e portare nuovi atleti alla Canottieri Firenze. Ho suggerito a Naccari di sollecitare tutte le Unità Spinali italiane poiché, grazie alla mia esperienza, posso affermare con forza che lo sport, soprattutto in soggetti giovani, diventa fondamentale per la qualità della vita perché fa sentire queste persone uomini e donne libere in grado di fare una vita normale seppur nella disabilità. Questo è l’inizio di un nuovo quadriennio nel Pararowing e spero di avere al più presto questo fondamentale strumento di lavoro”.