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Luini-Goretti: un argento d’oro

venerdì 4 Ottobre 2013

Luini-Goretti: un argento d’oro

ROMA, 07 ottobre 2013 – Quella del due senza pesi leggeri, vice campione del mondo a Chungju (Corea del Sud) è una storia che merita di essere raccontata. È una storia fatta di dedizione, di coraggio, di passione e di amicizia. È la storia di due atleti che, a discapito delle previsioni, hanno raggiunto un grande risultato. Una storia che, se compresa in fondo, può insegnare molto:  “Guardando indietro a quello che ho passato, all’operazione, posso dire che quell’argento è stato un risultato che non mi sarei mai aspettato – incomincia Martino Goretti – Se penso che fino all’ultimo momento tutti mi avevano detto che non sarei neppure riuscito ad andare al mondiale … Però, col senno di poi, per la condizione che mi sento in questo momento, mi viene in mente che l’oro era lì e mi scoccia un po’ essere arrivato secondo”.
 
Alle sue parole si aggancia il compagno di barca Elia Luini, che, come Martino, certo non si aspettava una medaglia. Almeno prima dell’inizio delle competizioni: “Appena arrivati al mondiale non pensavo al risultato. Dovevo capire a che livello eravamo, dal momento che non avevamo mai gareggiato in una specialità del genere. Non c’era mai stato un confronto, quindi era tutto a scatola chiusa. Dopo la batteria, che ci aveva visto superare di un decimo gli inglesi, l’equipaggio probabile vincitore, ci siamo resi conto che la barca c’era e un pensiero alla medaglia l’ho fatto”.
 
Ma la medaglia non è stata l’unica nota positiva di queste competizioni internazionali, come sottolinea Martino Goretti: “La cosa bella di questo mondiale, oltre il risultato, è l’aver scoperto un compagno di barca con cui mi son trovato molto bene, con cui secondo me si può continuare un lavoro per il futuro su una barca olimpica. Posso dire anche di aver trovato un amico. All’inizio infatti Elia ha avuto molta pazienza, soprattutto quando, appena tornato dall’ospedale, ho ripreso gli allenamenti”.
 
Sì, perché comunque lo stop di Goretti ha inevitabilmente rallentato i tempi della preparazione, sia sotto il profilo fisico che psicologico. Eppure i due atleti ci hanno creduto: “Ci siamo allenati tutto l’anno con l’obiettivo della barca olimpica – riprende Elia – e sicuramente l’impegno è stato molto importante. Poi l’infortunio. Nonostante una situazione non favorevole però, quando Martino si è ripresentato abbiamo dato il massimo per cercare di tirar fuori il meglio. Sicuramente abbiamo dato il massimo, sostenendoci a vicenda, spinti  dalla consapevolezza che il tempo era poco perché abbiamo fatto tutto in un mese e forse, se fossimo stati di più sul due senza, quel secondo che c’è stato di divario l’avremmo colmato”.