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La Mura, ritorno al futuro «Seguitemi e vincerete»

venerdì 31 Maggio 2013

La Mura, ritorno al futuro «Seguitemi e vincerete»

A Siviglia 11 anni fa il d.t. conquistò 10 medaglie, ora prova a riportare in alto l`Italia: «Ma prima impariamo a perdere»

di Riccardo Crivelli
(La Gazzetta dello Sport)

MILANO, 31 maggio 2013 – Qualcuno sostiene che accumulare bei ricordi sia l`unica cosa interessante della vita. Fosse così, Giuseppe La Mura sarebbe un uomo felice, perché il destino, nella prima gara di spessore dell`anno, lo porta laddove visse l`apoteosi della sua prima avventura da d.t. azzurro. Gli Europei scattano oggi a Siviglia, la città che nel 2002, ai Mondiali, ci regalò dieci medaglie, di cui sei in barche olimpiche. Trionfi ormai avvolti nell`ombra.

Dottor La Mura, che effetto le fa un test cosi importante su un bacino che solo 11 anni fa sanciva lo strapotere italiano? «Coltivare rimpianti non serve. Mi ricordo che dopo quei Mondiali, nonostante gli indubbi successi, mi preoccupai perché non avevamo preso l`oro con una barca senior. Non mi sbagliavo, visto che da allora non ci siamo ancora riusciti».

Otto anni dopo il suo allontanamento, che Italia ha trovato? «Dal punto di vista tecnico, per come intendo io il gesto della vogata, un disastro. Quanto ai metodi di allenamento, una squadra lontana dall`intensità che ho sempre predicato. Devo anche dire però che i ragazzi, fin dal primo giorno, hanno mostrato grandissima volontà di applicarsi, anche grazie all`eccellente apporto di tutti i miei collaboratori».

Come li ha convinti? «L`atleta vuole vincere. Quindi, è propenso a seguire quel tecnico che gli propone un metodo per raggiungere l`obiettivo. Questa è una squadra che negli ultimi otto anni si è trovata a gestire messaggi tecnici molto contrastanti. Io sono partito da un assioma semplice eppure mai banale: si torna ai vertici solo con l`allenamento duro. Hanno capito e siamo sulla buona strada».

Quindi, che Europei si aspetta? «Premetto che questi Europei sono molto più competitivi del solito, perché in pratica sono una tappa di Coppa del Mondo, visto che la prima l`hanno fatta a Sydney a marzo. Sono curioso di vedere come reagiremo allo stress da gara. Soprattutto, per vincere bisogna anche metabolizzare l`idea della sconfitta, perciò non dovremo aver paura di perdere ricercando la vittoria. Altrimenti saremmo rimasti a casa».

La barca che sta meglio? «Sulla carta il doppio argento olimpico, che ha perso Sartori ma ha acquistato Fossi e sta lavorando bene da inizio stagione. La coppia, come sempre, è più avanti, ma la punta ha le potenzialità per tornare in alto. A Siviglia abbiamo tutte le barche dal due senza all`otto, abbiamo recuperato atleti importanti, dietro ci sono ottimi juniores che possono garantire il ricambio. Sono fiducioso».

E i pesi leggeri, nostro tradizionale serbatoio? «Il doppio di Ruta e Micheletti mi ha sorpreso e merita una chance, il 4 senza è una buona barca e dietro spingono elementi che possono anche rinforzarla».

E abbiamo anche un otto femminile. «Prima parlavo di obiettivi: alle ragazze ne abbiamo dato uno importante, motivandole e tenendole nel gruppo. Sono una barca discreta, ma possono solo crescere».

Vale ancora la regola La Mura e cioè che si applicano le sue idee fino a quando qualcuno non la convince del contrario? «Certo. Diciamo che io ho delle intuizioni: per fortuna spesso sono giuste. Anche se il segreto per vincere è sempre lo stesso».

Quale? «Partire forte, continuare forte, arrivare forte».

Nelle immagini: il DT La Mura; La Mura con Crivelli nel 2004 a Monaco di Baviera; il doppio Battisti-Fossi; il doppio PL Ruta-Micheletti

 
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