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Il settore medico: professionisti dell’ “I Care”

lunedì 26 Agosto 2013

Il settore medico: professionisti dell’ “I Care”

CHUNGJU, 26 agosto 2013 – Per descrivere l’attività dei sanitari al seguito della squadra azzurra, Nicola Pucci, Medico Responsabile della squadra a Chungju, Carolina Martinelli e Stefano Pasquali, fisioterapisti e osteopati, partiamo dal motto “I Care” di don Milani, indimenticato maestro della Scuola di Barbiana che, in una lettera ai Giudici che lo stavano processando scrisse “… Come ognuno deve sentirsi responsabile di tutto. Su una parete della nostra scuola c’è scritto grande ‘I care’. È il motto intraducibile dei giovani americani migliori. ‘Me ne importa, mi sta a cuore’ il contrario esatto del motto fascista ‘Me ne frego’…”.

Ecco, questi tre professionisti sono al fianco della squadra in ogni momento della giornata e, a volte, anche durante la notte. Li ascoltano, li seguono con discrezione ed efficacia, sono pronti al dialogo e, sempre a volte, sono anche i “discreti” amici ai quali confidare le proprie incertezze e i propri timori. Insomma, un “I Care” in trasferta al servizio della squadra, come ci dice il dott. Nicola Pucci: “La gestione di un gruppo cosi grande è difficoltosa, ma seguire la squadra in ogni spostamento e con un nostro punto sanitario sul campo ci ha permesso di risolvere tanti problemi in maniera efficace. Questo è possibile grazie alla collaborazione degli atleti e dei tecnici che, come noi, sono disposti a rispettare gli orari che concordiamo insieme, in modo che la turnazione possa coprire tutte le esigenze”.

“I Care” – me ne importa, mi sta a cuore – è la sintesi del loro lavoro, tant’è che sempre Pucci ci confida: “La stanza adibita per i trattamenti fisioterapici è servita a tutti per parlare di tutto e di niente, di cose importanti e di altre meno importanti, per scaricare tensioni mentali e per lo scarico lombare. Insomma siamo, in questo momento topico per loro, un punto fermo intorno al quale riunirsi anche solo per una pacca sulle spalle o per una pomata rilassante. Inoltre è stato bellissimo e interessante, oltreché formativo per tutti, vedere insieme atleti e atlete assoluti, pesi leggeri e para-rowing in una sorta di commistione che ha aiutato a far crescere tutta la squadra”.

Sotto l’aspetto puramente medico Pucci ci dice che: “La situazione sanitaria della squadra è costantemente sotto controllo. Tutti stanno bene ed è stato molto importante arrivare prima per metabolizzare il jet lag oltre al clima che è molto umido. La problematica maggiore, infatti, è il repentino cambiamento di temperatura legato agli ambienti: autobus con aria condizionata, ambiente esterno molto caldo, albergo con aria condizionata, quest’ultimo è l’unico che può essere gestito mentre gli altri no, e quindi è necessario seguire questi aspetti in questo momento molto delicato per gli atleti”.

Altro punto cui è stata posta molta attenzione è l’alimentazione: “Siamo partiti dalla certezza che qui non avremmo trovato cibo italiano, quindi tutti erano consapevoli di questo. Una cucina che, se devo dare una valutazione, può avere un voto di 6.5, quindi con gli alimenti principali accettabili. Per i pesi leggeri, invece, eravamo attrezzati e abbiamo sopperito alle varie esigenze con alimenti acquistati sul posto. Infine, siamo stati molto attenti all’idratazione, poiché qui si suda molto anche stando fermi e la perdita di liquidi deve essere controllata e reintegrata. Insomma, anche noi, se tutto continua così, potremo dire di aver vinto il nostro mondiale”.