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Antonio La Padula: “Chiedo concentrazione, voglia e perseveranza”

mercoledì 9 Gennaio 2013

Antonio La Padula: “Chiedo concentrazione, voglia e perseveranza”

ROMA, 09 gennaio 2012 – Un rapporto di stima e rispetto con gli atleti, la forza di indicare in maniera chiara la strada per raggiungere i successi. Lavorando tanto, con la consapevolezza di poter esser sempre competitivi e, spesso e volentieri, i migliori. Con il ritorno alla direzione tecnica di Giuseppe La Mura, Antonio La Padula torna alla guida del settore Pesi Leggeri dopo l’esperienza maturata tra il 2001 ed il 2004, culminata nel bronzo del quattro senza di Bertini, Amarante, Amitrano e Mascarenhas ai Giochi Olimpici di Atene. Prima, tra Lucerna 2001 e Milano 2003, ben diciassette medaglie con i tre successi iridati consecutivi del doppio Luini-Pettinari, le prime quattro perle del quattro di coppia, le vittorie di Stefano Basalini e dell’otto Pesi Leggeri nonché il puntuale buon rendimento del due senza. “Dopo aver collaborato per otto anni nel settore di punta Senior, il dottor La Mura mi chiese di passare ai Pesi Leggeri – spiega La Padula – DSC_0072.jpgMi trovai subito bene, con un buon riscontro da parte di tutti i ragazzi: in quei quattro anni, ottenemmo risultati eccezionali come, oltre alle tante medaglie, il record mondiale del doppio a Milano”.

Il tecnico di Castellammare di Stabia ricorda molti episodi. “A Siviglia i sei equipaggi azzurri della categoria Pesi Leggeri vinsero la bellezza di tre medaglie d’oro e tre d’argento. Convocai immediatamente una riunione con tutto il gruppo e si sparse la voce in giro che ero piuttosto arrabbiato. Allora, in maniera molto seria, lamentai il fatto che mi sarebbe piaciuto vincere una medaglia di bronzo. Cosa dissero i ragazzi? Tirarono un sospiro di sollievo e poi scoppiarono a ridere …”. Tutto va ricollegato all’esperienza di Coppa del Mondo, a qualche mese prima: Lucerna 2002. “Nel due senza andarono in finale pure le riserve ed arrivarono quinte: ebbi la consapevolezza di avere in mano un vero squadrone”. E la finale al cardiopalma del quattro senza ad Atene 2004? “Tutti zitti, in una saletta, all’arrivo quando, dopo Danimarca ed Australia, piombarono Italia ed Olanda. Dal fotofinish uscì fuori il verdetto. Cinque centesimi a nostro favore. Moriconi si alzò “Eh che ci siamo preoccupati? Si vedeva chiaramente che c’era luce”. Poi fuori, mentre smontavamo la barca, l’allenatrice olandese ci manifestò il suo malumore ed io le ricordai il mio disappunto dell’anno precedente quando a Milano la barca Orange ci soffiò l’argento a casa nostra per pochissimo. Il mondo gira…”.

Il metodo di Antonio La Padula, un metodo che alla base pone la motivazione e la voglia di migliorarsi continuamente. “Far lavorare bene gli atleti senza che se ne accorgano. Difficile a dirsi, ma molto più semplice nella pratica quando è chiara la possibilità di raggiungere importanti obiettivi. Creare una grande competizione interna, dove i giovani obbligano i veterani a dare costantemente il massimo delle proprie energie per evitare di perdere il posto in barca. Non ci si può permettere soste, tutti si impegnano allo stesso modo”. Dal dottor La Mura, nel 1993, eredita la conduzione tecnica del Circolo Nautico Stabia, un patrimonio di idee ed un sistema vincente costruito in oltre 20 anni. “La fine della sua carriera da atleta coincise, in pratica, con l’inizio della mia. La Mura si sedeva sulla scogliera e ci vedeva remare: qualcosa doveva correggerci, cercava di farsi una ragione dei nostri problemi tecnici. In quel modo, studiando sempre ed aggiornandosi in maniera costante, ha costruito la sua tecnica ed i suoi programmi d’allenamento. Noi, sino a inizio anni Settanta, ci allenavamo solo per le gare regionali a Lago Patria. Iniziammo così a puntare traguardi più importanti”.

Ancora un passo indietro. Da canottiere, La Padula vince i Campionati Italiani Universitari, si piazza secondo nella categoria Under 23 ed a livello Senior è terzo dopo il punta a punta con Baldacci-Faggin per l’argento (vittoria ai Corazzieri). Parliamo del due senza, specialità che lo vede protagonista sia con Carmine La Mura (cugino dell’attuale DT) e sia con Alfredo Acanfora, in questo caso nelle due medaglie, oro e bronzo, conquistate alla regata internazionale “Trofeo Natale Bertocco” di Sabaudia. “Ho remato sino al 1975, ma poi il percorso intrapreso con l’Isef per diventare insegnante di Educazione Fisica non era più conciliabile con gli allenamenti”. Anni lontani dal canottaggio, con l’apertura di una nuova palestra e l’attenzione alla fisioterapia. Nel 1982 il ricongiungimento con il CN Stabia grazie a una mattinata trascorsa a Castellammare per seguire gli allenamenti del Dottore, fresco di medaglia d’oro ai Mondiali Assoluti di Monaco con il due con dei fratelli Abbagnale e del timoniere Di Capua. “Mi tornò improvvisamente la passione e per dieci anni, sino al suo ingresso in Nazionale, io e La Mura abbiamo collaborato assieme al Circolo e così è avvenuto anche in Nazionale sino al 2004: nel primissimo periodo, nel 1993 e nel 1994, lavorai a Piediluco a titolo gratuito, feci molta esperienza ed ebbi in affidamento il due con di Carmine e Giuseppe insieme al due senza”. In breve, La Padula riassume così i dodici anni trascorsi in Nazionale. “Mi sono divertito molto: pochi problemi e tanti risultati. Indipendentemente dal settore d’appartenenza, si lavorava insieme per il miglioramento dell’intero gruppo con un continuo scambio di idee ed opinioni”.

Sessant’anni, marito di Ida e padre di due figli, il ventinovenne Simone ed il ventisettenne Livio, che non gli hanno regalato soltanto soddisfazioni sportive ma anche universitarie essendosi entrambi laureati rispettivamente in Medicina e Scienze Politiche. In questi ultimi otto anni, Antonio La Padula ha continuato a “macinare” al CN Stabia costruendo atleti ed equipaggi di valore, come il due senza Schisano-Serpico che nel 2012 ha conquistato il titolo mondiale Under 23 a Trakai. “Dopo la mia nomina, ho ricevuto chiamate da atleti molto contenti. Tutto questo mi ha caricato ancora di più in vista del compito che dovrò svolgere, ma ho parlato chiaro con ognuno di loro. Penso che valgano di più di quanto dimostrato alle ultime Olimpiadi e li metterò, insieme al Direttore Tecnico, nelle migliori condizioni per lavorare. Questo, però, non farà la differenza: servono, da parte dei nostri Pesi Leggeri, concentrazione, voglia di lavorare e perseveranza”. Dopo il test valutativo di fine mese, il primo raduno a febbraio. “In questo modo, avremo chiaro il quadro della situazione. Penso sia bene che Senior e Pesi Leggeri si allenino insieme per ricreare una competitività stimolante e maggiori motivazioni: tra noi tecnici federali, ci sono rapporti di stima ed amicizia oltre alla volontà di ridare alla nostra Nazionale la giusta dimensione in campo internazionale”.

Nelle immagini: Pettinari e Luini campioni mondiali a Milano 2003; Antonio La Padula durante una manifestazione a Sabaudia;