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Gruppo BOMBI Can.Caldè: giro del Lago Maggiore in coastal rowing

domenica 26 Agosto 2012

Gruppo BOMBI Can.Caldè: giro del Lago Maggiore in coastal rowing

Gruppo BOMBI Can.Caldè: giro del Lago Maggiore in coastal rowing

CASTELVECCANA, 26 agosto 2012 – E’ la sera del 3 agosto 2012 e, dalla rampa della scenografica piazza di Caldè si parte! 10 vogatori della Canottieri Caldè (i BOMBI della Caldè) su due imbarcazioni a remi della Federazione Italiana di Canottaggio, donate dal gruppo Carige per stimolare e promuovere la voga a remi in mare. E siccome il Lago Maggiore è un po’ come il nostro mare, presentandosi a volte più rabbioso ed insidioso del mare stesso, ci troviamo a nostro agio sulle comode e sicure imbarcazioni azzurre che saranno la nostra ‘casa’ per i prossimi tre giorni. Il clima tra i vogatori è euforico e concitato e ultimati i preparativi, finalmente SI PARTE!

Da questo momento ci si proietta, come magicamente, in una nuova dimensione, certo c’è un programma, dei punti di approdo previsti, un obiettivo, ma quello che è l’elemento trascinante e qualificante dell’esperienza risiede nello stretto rapporto tra il ritmo della remata ed il film che scorre di fronte agli occhi dei vogatori fatto di paesaggi, di suoni, di profumi e di parole. E’ un ritmo che incede a volte lento, a volte più intenso, tale da fare percepire la contrazione di muscoli e lo sforzo, ma sempre a misura d’uomo, tutto giocato sulla componente fisica e sui tempi del battito cardiaco. Il Lago Maggiore è realmente esteso, allungato al punto da non essere percepibile unitariamente da terra: c’è sempre una piega nella sagoma, una montagna che ne nascondono una parte; bisogna andare oltre per capire come si sviluppa lo specchio d’acqua, ma l’esperienza dei tre giorni di giro ha dimostrato come, seppure grande, possa essere comodamente gestito A REMI, sia chiaro, con le imbarcazioni ed i vogatori adatti.

Il segreto, l’esperienza quasi mistica, il senso di avventura e di sfida insiti nel giro del lago a remi risiede proprio in quell’intimo rapporto tra la velocità di progressione, ritmo della remata, assieme di vogatori e percezione dei sensi di ciò che si vede e si vive in ogni momento. Molti autori hanno affrontato il tema della passeggiata e altrettanti si sono dedicati a descrivere e rappresentare le forti sensazioni di una scalata in montagna. Le stesse sensazioni, le stesse emozioni, accompagnano la progressione a remi, solo tangenzialmente disturbata, nel periodo agostano, dal transito dei potenti motoscafi che solcano il Lago.

Nella strepitosa esperienza del giro del lago in coastal rowing (questo è il nome delle barche utilizzate per l’impresa) c’è il senso del concetto di turismo remiero e l’essenza dell’approccio edenamista: si è trattato infatti di un’esperienza profondamente a misura d’uomo, secondo i tempi ed i ritmi imposti dalla fatica e dal fisico, nel quale la tecnologia e l’innovazione hanno avuto una parte importantissima, ma in termini di presidi passivi. Barche moderne e sicure, altamente competitive, spinte a remi. Un approccio ecologico ed intimista nel quale la percezione del paesaggio ed il senso del viaggio non sono viziati dalla ‘droga’ della velocità, dall’idea che passando veloci si veda di più e si riesca ad abbracciare e ‘possedere’ meglio il Lago. In questo c’è tutto l’equivoco futurista e modernista che ha portato ad una insostenibile idea di sviluppo e di consumo: che senso ha ‘bruciarsi’ il Lago Maggiore percorrendolo a folle velocità da cima a fondo in 45 minuti nel frastuono di 130 cavalli pestando sulle onde per tutto il tempo? Cosa si vede, cosa si percepisce? Solo l’adrenalina della velocità, una sorta di doping che regala sensazioni artefatte ed effimere che poco hanno a che fare con il contesto. Con l’idea tutta edenamista di turismo remiero si vuole invece proporre un tipo di esperienza ecologica e a misura d’uomo che sia in grado di offrire emozioni e sensazioni autentiche, che conceda il tempo per vedere e per sentire, per parlare e stare in compagnia, pur senza rinunciare a qualche eccesso di adrenalina e a qualche forte emozione.

Non vorrei infatti che passasse solo l’idea di un placido viaggio nelle tranquille acque del Lago Maggiore, fatto di parole, di silenzi e di paesaggi. La componente dinamica, adrenalinica ed emozionale c’è stata eccome e non è stata una componente cercata o indotta artificialmente dalla propulsione a scoppio, ma bensì è derivata dal carattere tutt’altro che tranquillo del Lago Maggiore che, nei tre giorni di tour ci ha regalato: Mergozzo, Maggiore, Tramontana, Valmaggino e Inverna, oltre alla inevitabili turbolenze in occasione o in prossimità dei temporali. Tutti venti rigorosamente contro, con momenti di autentica apprensione nell’attraversamento del braccio di Lago tra Stresa e Pallanza con Mergozzo contrario e con temporale in avvicinamento. Anche ai Castelli di Cannero l’improvviso manifestarsi del Maggiore ha causato qualche difficoltà di progressione agli equipaggi sostenuti dalla consapevolezza di essere supportati da barche appositamente studiate per resistere e superare i venti e le onde. In questi momenti il silenzio e la contemplazione hanno lasciato spazio alla concitazione, alla foga, allo sforzo della remata contro vento e a qualche momento di autentica apprensione, a ricordo che il turismo remiero e l’Edenamismo non possono essere confinati un una dimensione esclusivamente bucolica e contemplativa, ma presuppongono lo sforzo fisico, il ritmo, la dinamica ed il moto.

Luca Bertagnon