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L’Archivio e il remo d’Olimpia

giovedì 17 Marzo 2011

L’Archivio e il remo d’Olimpia

ROMA, 17 marzo 2011Nel giorno dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia, anche la Federazione Italiana Canottaggio riavvolge il nastro della propria storia. Ripercorrere 123 lunghi e intensi anni, recuperarne le fasi salienti non è semplice. Dopo aver catalogato, nell’ultimo anno, libri e riviste di carattere remiero, sportivo e scientifico e dopo aver recuperato materiale fotografico per il nuovo sito ufficiale del Memorial d’Aloja, negli ultimi due mesi l’attenzione per l’Archivio di Viale Tiziano si è, in particolar modo, concentrata sulla nostra storia olimpica. Il gruppo di lavoro, composto da Enrico Tonali, Marco Callai e Matteo Cavagnini, ha selezionato e scannerizzato numerose fotografie relative ai nostri equipaggi presenti alle Olimpiadi. Ve le proporremo, di qui in avanti, con testi che inquadreranno l’evento e il momento storico. Niente canottaggio per Atene 1896: rilanciamo, comunque, un’immagine d’epoca relativa a una regata nazionale di barche alla veneziana.

Pierre Frèdy barone de Coubertin, il nobile francese fondatore del Comitato Olimpico Internazionale, era un attivo sportivo, praticava boxe, equitazione e – nonostante la sua statura non elevata – il canottaggio. Una foto degli Anni Venti lo ritrae in barca a remi sulle acque svizzere di Losanna, dove aveva stabilito la sua residenza. Il canottaggio viene perciò subito inserito tra le dieci discipline in programma nella prima edizione dei Giochi 1896, anche per il suo spiccato dilettantismo anglosassone.

Una delle caratteristiche peculiari del nuovo olimpismo era la netta chiusura a qualsiasi atleta professionista o che avesse ricavato pur piccole somme dall’attività sportiva. Da tre anni poi esisteva un Campionato d’Europa, organizzato dalla giovane Federation Internationale des Sociètès d’Aviron un cui “padre fondatore”, l’italiano Luigi Capuccio, era stato invitato dallo stesso de Coubertin al Congresso organizzato alla Sorbona di Parigi nel 1894 dove venne ristabilito il movimento olimpico.

Le delegazioni più numerose provengono da Grecia, Germania e Gran Bretagna ma l’Italia* non è tra le 14 Nazioni partecipanti ad Atene (6-15 aprile 1896). La pesante sconfitta subita, in Africa, ad Adua (7 mila morti, 1500 feriti, 3 mila prigionieri) contro le truppe abissine l’1 marzo – 35 giorni prima dell’apertura dei Giochi – aveva fatto cadere il governo Crispi e la possibilità di partecipare ai Giochi. Il canottaggio italiano però non perde nulla perché le regate – organizzate in mare aperto davanti al Pireo, il porto di Atene – sono annullate per le onde e il forte vento che mandano a fondo alcune imbarcazioni. Secondo Olympic.org, portale ufficiale del movimento olimpico, sono 241 gli atleti e 43 gli eventi olimpici: la prima medaglia d’oro nei Giochi Olimpici moderni viene assegnata il 6 aprile 1896 all’americano James Connolly (salto triplo). Il maggior numero di ori va al tedesco Carl Schuhmann, vincitore nella lotta greco-romana, nella trave a squadre, nelle parallele a squadre e nel volteggio, ma il maggior numero di medaglie (sei, tutte nella ginnastica) le conquista il connazionale Hermann Weingärtner. Gli Stati Uniti concludono i Giochi al primo posto nel medagliere con 11 ori, 7 argenti e 2 bronzi.

* Nel 2004 numerosi commentatori sportivi, dopo varie ricerche e a distanza di oltre 100 anni, riconoscono Giuseppe Rivabella (tiro a segno) come primo partecipante italiano ai Giochi Olimpici Moderni a seguito . La storia del pioniere dell’Italia olimpica sulla Gazzetta dello Sport.

Nelle immagini: Venezia 1891 – Regata Nazionale su barche alla veneziana; Gruppo di canottieri a Ripetta (foto G.Primoli)