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Effemeridi – Quando il vento bastona i canottieri  Pertiche e funi per allineare gli otto

lunedì 20 Giugno 2011

Effemeridi – Quando il vento bastona i canottieri  Pertiche e funi per allineare gli otto

MILANO, 20 giugno 2011 – Quante volte un vogatore o un equipaggio avranno espresso rammarico per non aver potuto esprimersi al massimo in una gara. Oggi fortunatamente con un campo a 8 corsie se proprio non c’è uno sfortunato accanimento della sorte per i concorrenti c’è una certa sicurezza di poter disputare le gare nelle condizioni migliori anche se in qualche circostanza il meteo non è amico.
La lettura delle notizie del passato fa scoprire circostanze che se giustificano parzialmente una sconfitta, portano giustamente a rammaricarsi per una mancata conclusione positiva.
Recentemente abbiamo ricordato la singolare conclusione della finale olimpica di Amsterdam del 1928 nel singolo ed è interessante rileggere la relazione ufficiale sulle gare di canottaggio scritta da Camillo Baglioni, pubblicata nello speciale di Sport Illustrato.
Il campo di gara, uno dei tradizionali canali olandesi, largo 33 m., era situato a Sloten, a 7 Km. da Amsterdam e fu giocoforza una successione di prove eliminatorie a due equipaggi per volta, che misero a dura prova i partecipanti ed ecco quanto appare nella relazione:
“Le prove di selezione per arrivare al vincitore hanno richiesto lo straordinario numero di 118 gare (erano presenti  67 equipaggi di 19 nazioni) ed occupato 8 giornate (*), il che è stato oggetto di innumerevoli commenti nonostante che si fosse da tempo previsto che il torneo remiero olimpico da disputare sul canale di Sloten avrebbe richiesto un considerevole numero di giornate  e numerosissimi incontri perché la sua larghezza non permetteva di allineare più di due equipaggi per volta. 
……..
“Alle volte il vento spirava in direzione contraria al percorso, altre volte in favore, quasi sempre però leggermente di traverso; la giornata più terribile per i concorrenti fu la terza del torneo, sabato 4 agosto, nella quale al forte vento di traverso e a raffiche, si aggiunse anche la pioggia insistente. In questa giornata gli equipaggi partenti al n. 1 non potevano vincere che a patto di essere molto superiori all’avversario.
…….
“Da notarsi che per poter allineare gli otto, che il vento girava continuamente verso destra, è stato necessario  tenere le imbarcazioni con delle funicelle tirate dall’ottava voga sino al via! I capricci del vento, che non hanno però potuto falsare i risultati delle finali …..”.

E per circostanza analoga, ma in diversa condizione ambientale, ecco lo scorso anno ai Mondiali sul lago Karapiro quanto previsto dagli organizzatori (vedi foto del mega-pontile), come gentilmente ci ha confermato il giudice arbitro internazionale Fabio Bolcic:
Trattandosi di una zona ventosa (e si visto durante i Campionati di quest’anno) il pontile di partenza, che era già usato per manifestazioni locali, senza sistema di allineamento con le “scarpe” in prua, prevede che sulle estensioni laterali ai “fingers” veri e propri si posizionino degli addetti che con appositi attrezzi (pertiche) tengono ferme le prue delle barche. Sembra un sistema rudimentale ma apparentemente efficace”.

Il che conferma il valore del vecchio detto “necessità aguzza l’ingegno”, sperando naturalmente che i canottieri non ne abbiano a soffrire troppo.  


Ferruccio Calegari

(*) In effetti la durata dei Giochi sul canale olimpico durò 9 giorni, ma le gare ne richiesero 8. Gli organizzatori delle regate al momento dell’autorizzazione ad organizzarle sul territorio, avevano accettato, “in osservanza dei costumi religiosi dei fedeli di Sloten”, che la domenica 5 agosto non si gareggiasse. Oggi è universalmente accettato lo spettacolo sportivo alla domenica. Ricordo però che una cinquantina di 50 anni fa, appassionato organizzatore di gare alla Canottieri Padova ebbi a leggere sul settimanale della Diocesi patavina un forte rimbrotto ai canottieri che non rispettavano la domenica.