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Effemeridi  Quando il quarto classificato era invece … secondo

martedì 31 Maggio 2011

Effemeridi  Quando il quarto classificato era invece … secondo

MILANO, 31 maggio 2011 – Le antiche cronache ricordano, definendolo ameno episodio, quanto accaduto a Como nel 1912 durante la finale del Campionato italiano del singolo senior vinto alla grande da Giuseppe Sinigaglia (nella foto).

“I giudici ed i cronometristi non sono meno in orgasmo del pubblico perché, la lotta sviluppandosi accanitissima, si prevede un arrivo dei più contrastati e difficili. Ecco infatti le svelte imbarcazioni tagliare il traguardo quasi simultaneamente, ma, incredibile a dirsi, gli “ufficiali” non ravvisano nei concorrenti partiti quelli arrivati!

Placatosi un poco il gran vociare per l’emozionante volata, i giudici si guardano negli occhi sbalorditi, anzi esterrefatti a cagione del nuovissimo caso. Il momento è drammatico, per loro, e in attesa di spiegazioni rinunciano a capire qualche cosa pur avendo la coscienza tranquilla per avere preso regolarmente il tempo del primo, che era Sinigaglia, del secondo e del terzo, mentre del quarto che era Enrico Dones, nessuno si è incaricato in mezzo a quel bailamme di grida, di entusiasmo e di arrivi velocissimi.

Il brutto viene però ora. A sentire di essere arrivato solamente quarto, ed a vedere che la folla ed i cinematografisti si interessano di tutti fuorché di lui, Dones dà in escandescenze minacciando fulmini e saette. La confusione è enorme, il quadro diventa persino farsesco. Ma il “casus belli” non tarda a chiarirsi.

Era avvenuto precisamente che due canottieri – certi Barnabò e Ceretti – si erano intrufolati nel campo di regata e non contenti di disturbare i concorrenti lungo il percorso, avevano avuto la geniale idea di proseguire fin oltre la linea del traguardo.

Spiegato l’eroicomico incidente e assegnato il meritato secondo posto a Dones, la giuria si rifece del brutto quarto d’ora passato appioppando una multa di venticinque lire (*) ciascuno ai due troppo entusiasti e invadenti praticanti del canottaggio”.

(*) le venticinque lire di allora potrebbero corrispondere più o meno ai 95 – 100 euro di oggi. E le odierne norme non consentirebbero il verificarsi di un simile episodio, certo possibile allora con le regate spesso accompagnate da imbarcazioni di appassionati, che in questo caso avevano ecceduto intrufolandosi addirittura tra i protagonisti della importante finale.

 
Ferruccio Calegari