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Martina Ferrarini, Il piacere del ritorno in azzurro

domenica 18 Luglio 2010

Martina Ferrarini, Il piacere del ritorno in azzurro

ROMA, 18 luglio 2010 –   Alzi la mano chi lo ha dimenticato? Linz 2008. Doppio societario della Canottieri Viareggio ai Mondiali Juniores. A 700 metri dal traguardo Martina Ferrarini ed Eleonora Trivella decidono che è giunta l’ora di cambiare il corso della loro storia: da vincenti in campo nazionale a medagliate in ambito internazionale. Possono farlo, brave e beate loro. Prendono a schiaffi le temibili bulgare, conquistano la terza piazza e a 500 metri dal traguardo attaccano l’Austria padrona di casa con il coltello tra i denti, come due indiane dagli occhi assatanati desiderano prendere lo scalpo delle proprie nemiche. Niente scalpo ma le azzurre festeggiano il bronzo, non rimpiangono il mancato argento, perché una barca societaria femminile così forte e unita è raro e difficile vederla.

Sono passati due anni. Eleonora imbocca la sua strada da PL conquistando una medaglia in Coppa del Mondo a Lucerna, partecipando ai Mondiali Under 23 (quattro di coppia) e agli Europei (doppio). Martina deve invece lottare contro i dolori e tormenti della sua schiena. Lenta è la risalita, ma straordinario il piacere del ritorno dopo i sacrifici dell’autunno-inverno 2009 e i primi buoni risultati della primavera 2010. Ma, al di là di tutto questo, ricominciare a sognare un futuro da protagonista, remare e divertirsi. Con lo spirito di quando lei e Martina dominavano il Festival dei Giovani!

“Ho iniziato canottaggio nel 2001 – racconta – Io ed Ele avevamo appena terminato la stagione agonistica di nuoto e mio padre (ex canottiere) ci portò entrambe alla Canottieri Giacomelli per provare a remare e da allora non abbiamo più smesso. Poi alla Canottieri viareggio abbiamo trovato un bell’ambiente, Lelio Lunardini è un ottimo allenatore ed ha saputo farci crescere come atlete sotto tutti i punti di vista. Mi piace evidenziare che disponiamo di ottime barche, cosa molto importante per poter fare canottaggio ad alti livelli e siamo sempre seguite”.

Entriamo subito nel clou: il doppio. “E’ nato subito poiché essendoci allenate sempre insieme era scontato che facessimo anche barca insieme. Nel 2008, visti i risultati e le buone prestazioni durante tutto l’anno, Claudio Romagnoli ci ha dato la fiducia e l’opportunità di fare il mondiale insieme e quello è stato il coronamento di un sogno. Entrambe volevamo fare un’esperienza internazionale insieme. Grazie a Lelio e a Massimo Casula, che ci ha preparato durante il raduno premondiale, abbiamo ottenuto un bronzo che per noi vale tantissimo perché è il simbolo di tutti i sacrifici che abbiamo fatto”.

Martina fa poi un passo indietro e riaggancia Pechino 2007 paragonandolo a Linz 2008. “Il mio primo mondiale in quattro di coppia,  anche se non ho ottenuto un grande risultato è stato molto importante perché mi sono resa conto per la prima volta del livello internazionale. Uscire dall’Italia e dalle certezze che avevo è stato uno stimolo per affrontare la preparazione per l’anno successivo in maniera ancora più determinata. A Linz, infatti, mi sentivo molto più matura e serena, sicuramente anche per il fatto di essere in barca con la Ele. La cosa bella di quel Mondiale è stata la mia più grande soddisfazione, è stato il continuo crescendo che abbiamo avuto, una sorta di progressione costante. Le batterie erano andate male, eravamo troppo tese, ma sapevamo quello che volevamo e ci siamo subito ritrovate. I ricordi più belli di Linz? Il nostro forte legame con Massimo Casula. Non dovevamo neppure parlare, ci capivamo soltanto guardandoci”.

Il giorno della finale, per la cronaca sabato 26 luglio 2008. “In partenza ricordo che una volta all’attacco tutta la tensione era scomparsa, non c’era più adrenalina né paura nè niente. Feci un bel respiro e li compresi che avrei fatto la gara della vita e che sarebbe andato tutto bene. Da allora, non so perché, prima delle gare non ho più tensione… Tornando alla finale, ricordo anche la gioia dell’aver tagliato il traguardo e l’urlo liberatorio conclusivo”.

L’amicizia con Eleonora Trivella è cresciuta nel corso degli anni. “Siamo molto legate, ormai ci capiamo subito e abbiamo estrema fiducia l’una nell’altra. Abbiamo creato un forte legame e sono sicura che questo influisce molto sui nostri risultati. Insieme siamo serene e sappiamo di dare sempre il massimo, penso sia inutile dire che è anche la mia migliore amica”.

E ora Brest, nuova avventura: di nuovo l’azzurro addosso dopo due stagioni. In quattro di coppia, senza Eleonora (sul quattro di coppia leggero) ma al fianco di ragazze dalla consolidata esperienza come Valentina Calabrese, Sara Bertolasi e Gaia Palma. “Ci conosciamo da tempo e quindi non abbiamo avuto problemi a creare il gruppo. Ci troviamo bene insieme, la barca sta migliorando di giorno in giorno e questo è positivo. Adesso vedo che il settore femminile gode di maggiore considerazione. La presenza di Josy, sempre attento nel metterci nelle migliori condizioni per lavorare, significa che siamo più seguite e, soprattutto, si è creata una squadra unita e organizzata”.

Martina riflette ancora sul piacere della voga. “Dopo i problemi alla schiena nel 2009, ho iniziato il nuovo anno non tanto con la voglia di riscattarmi e di dimostrare a tutti quanto valgo ma soprattutto ritrovare il piacere di vogare, cosa che l’anno scorso era diventata una vera tortura. Avevo un rifiuto per il remo, causa il dolore, ma non volevo smettere di fare quello che amo. Mi sono messa sotto e, una volta risolti i problemi fisici grazie alla mia fisioterapista che mi segue costantemente e alle persone che mi sono state vicine (famiglia, l’allenatore Lelio, la Ele, gli amici Lorenzo e Fabrizio), ho ripreso ad allenarmi. Devo ancora migliorare tanto e fare ancora molto ma la voglia c’è e quindi è solo questione di tempo”.

Martina ama anche fare lunghe passeggiate “con la mia stupenda cucciola Maia”, andare a cavallo e stare sempre fuori all’aria aperta. “Facciamo spesso delle mini vacanze con le mie amiche Eleonora, Sabrina Noseda e Valeria Franzin. Ci divertiamo da morire! Sono contenta perché è il canottaggio ad aver creato queste forti amicizie”.

 
Nelle foto: Martina Ferrarini; l’esultanza dopo la premiazione di Linz 2008; il 4 di coppia a Pechino 2007; Campionesse italiane under 23 con il tecnico Lunardini.