News

Giorgia e Serena Lo Bue tornano a Palermo con tre ori

martedì 3 Agosto 2010

Giorgia e Serena Lo Bue tornano a Palermo con tre ori

CATANIA, 03 agosto 2010 “Per fermarle bisognava sparargli”. Sta tutta in questa battuta di Benedetto Vitale, la prestazione di Giorgia e Serena Lo Bue, le uniche vere protagoniste della 26esima Coupe de la Jeunesse a Hazewinkel, in Belgio. All’arrivo, nell’aerostazione dell’aeroporto Falcone-Borsellino di Palermo, c’erano tutti: mamma, papà, il nonno, gli amici. Insieme in festa, con il tricolore in mano, per accogliere tra sorrisi, lacrime e abbracci le due piccole stelle di Hazewinkel. Con le tre medaglie al collo e il loro consueto sorriso, Giorgia e Serena si sono lasciate stringere dal calore di chi le ha sostenute verso questo autentico tuffo nell’oro. Tre vittorie in tre giorni hanno impresso nel libro dei record le ragazze palermitane: la prima è arrivata nell’otto, con la gara d’apertura della manifestazione, la seconda, nel due senza, con una “gara di adattamento”, e la terza (sempre nel due senza) con una regata da manuale.

In entrambe le finali in barca corta, le sorelle palermitane, ancora categoria Ragazze, sono state le uniche, con 7’34’’, a fermare il cronometro un secondo sotto il tempo federale. “Che devo dire? Sono felicissimo”, spiega Vitale, anche lui per la prima volta in azzurro, come membro dello staff tecnico. “In società siamo al settimo cielo: dopo le gare mi ha chiamato il presidente Edoardo Traina che piangeva per la felicità. Da novembre a ora, hanno “perso” una volta sola, arrivando seconde nel meeting di Varese, a maggio.

Per il resto è stato un trionfo culminato con un debutto internazionale eccezionale. Giorgia, la capovoga, ha mostrato un’incredibile maturità agonistica”, sottolinea Vitale. “Nella finale di sabato, hanno accusato quattro secondi di distacco dalla Svizzera nei primi 500 metri, mantenuto fino ai 1000. Poi le ragazze hanno cambiato passo e rintuzzato lo svantaggio fino a dare alle Svizzere oltre un secondo di distacco al traguardo. E il merito, naturalmente, va in egual modo a Serena, che è un vero motore: segue la sorella all’unisono e le dà sicurezza”. Ma il “bello” è arrivato domenica.

Il trio Vitale-Lo Bue ha preparato l’ultima gara a tavolino: partenza “forte”, senza lasciare andare le svizzere, metà gara a fianco, e poi il finale serrato. Detto, fatto. “Siamo arrivate in partenza ancora più tese del giorno prima”, racconta Giorgia, “ma appena è scattato il semaforo verde siamo partite alla grande, dimenticando tutto. Mentre vogavo mi sentivo come se io e mia sorella fossimo una persona sola”. Niente screzi, nessun litigio, come a volte succede fuori dall’acqua. Com’è normale tra sorelle. L’unico obiettivo erano la gara, le svizzere, la vittoria.

“Ai 500 metri avevamo solo un secondo di distacco, ai 1000 le abbiamo affiancate, e nella seconda parte di gara siamo andate via”, conclude Giorgia. Che con Serena ha imposto cinque secondi di svantaggio alle Elvetiche e regalato all’Italia un oro pesantissimo. Uno di quelli che ha permesso alla nostra nazionale di vincere la Coupe de la Jeunesse. “E’ stata una gara pesantissima, molto più difficile di quella del campionato italiano”, spiega Serena. “La sofferenza è stata psicologica, soprattutto perché eravamo all’esordio internazionale. Ma poi ho pensato solo a tirare e a vincere”. E ora, che cosa succederà? Qual è il futuro per Giorgia e Serena? “La risposta è semplice”, conclude Vitale, “anche se adesso il morale è alle stelle, per il futuro dobbiamo lavorare tanto. Sappiamo che è difficile ripetere stagioni così positive: per far parte della squadra azzurra anche l’anno prossimo dovremo dimostrare il nostro valore di volta in volta”.

Previsioni a parte, di certo c’è che per Giorgia e Serena è tempo di riposo: due settimane “di scarico”, di meritata vacanza lontane dai remi “ma con le scarpette da corsa a portata di mano per non fermarci del tutto. Non lo dicono, ma già pensano al campionato italiano junior di settembre e alla prossima medaglia. Sperando che sia ancora d’oro.