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Intervista a Daniele Gilardoni

lunedì 1 Novembre 2010

Intervista a Daniele Gilardoni

MILANO, 01 novembre 2010Ancora una volta Daniele Gilardoni sul portale ufficiale canottaggiolombardia. Una chiacchierata a cuore aperto per raccontare la sua stagione con successi e delusioni. Dopo 13 anni il lombardo 10 volte campione del mondo non è al Mondiale. 7 domande a tutto campo tra lavoro e canottaggio.

Daniele Gilardoni, da quest’anno testimonial a Como, per la Regione Lombardia e anche in giunta esecutiva al CONI Lombardia. Un’annata ricca di appagamenti a livello professionale, o sbaglio?
Direi di si, mi ritrovo a ricoprire ruoli importanti all’ interno della mia regione; in ultimo l’ essere entrato a far parte della giunta regionale del CONI.
Certo oltre al prestigio di poter essere un punto di riferimento per il mio territorio, anche l’ impegno di lavorare nell’ambito dell’amministrazione sportiva per la promozione dello sport nella mia regione è indubbiamente un’importante gratifica. Penso che essere un atleta di alto livello ed avere un curriculum accademico specialistico mi abbia portato ad affrontare queste avventure in modo sereno e con il massimo impegno.
Stiamo lavorando su diversi progetti e devo dire che, con il nuovo presidente Marzorati e la sua giunta, siamo partiti decisi e con il piede giusto. Ho trovato anche mota disponibilità e attenzione dalle istituzioni soprattutto per i progetti riguardanti le scuole.
Anche all’interno della F.I.C., con molto piacere, mi è stato dato l’ incarico riguardante i college remieri, incarico già da me ricoperto durante il quadriennio in cui fui consigliere federale.
Questa riconferma sta a significare che il mio percorso formativo da atleta e da studente ha portato per ora buoni frutti, spero di continuare in futuro su questa strada .

Meno successi nel canottaggio, tuo sport da sempre. Solo una partecipazione alla Prima Coppa del Mondo, come mai?
Ma, non direi poi cosi negativa,anzi. Dopo il forzato stop invernale, sotto il controllo della F.I.C., mi son rimesso in pista. Considerando i test fisiologici ho recuperato il gap con gli altri registrando buone prestazioni. Tra i risultati non posso dimenticare il secondo posto alla gara nazionale in doppio. Siamo arrivati davanti a equipaggi che stanno partecipando ai mondiali. Ciò sicuramente mi ha dato carica, anche se il rammarico di non esser stato preso in considerazione per la spedizione mondiale ovviamente rimane.

Come l’ha presa il tuo giovane compagno Josè Casiraghi? anche lui nel 2009 ha vinto il titolo mondiale.
Siamo entrambi campioni del mondo in carica, sulle spalle abbiamo gare e test fisiologici all’ altezza di un campionato del mondo.
Casiraghi, come me, non la presa sicuramente bene. Si è visto anch’egli escluso da un qualcosa che si era conquistato con fatica e soprattutto esclusi a priori senza essere mai stati provati.
Dispiace per la nostra società e tutti quegli sponsor che ci hanno sostenuto, cosa gli racconteremo, che siamo andati bene? a voi il giudizio. Io non voglio fare polemiche perché non è nel mio stile.
Il problema non è essere stati esclusi dai mondiali, che ci può stare , ma il modo. Può far parte dello sport, ovviamente dispiace tanto.

Una scelta che potrebbe far guardare lontano e poter preparare la prossima stagione?
Dopo 13 campionati del mondo consecutivi, con altrettante medaglie e un olimpiade (non da protagonista) è dura restare fuori in questo modo, sembra quasi di sentirsi dire da alcuni che hai vinto già troppo, che dai fastidio. Quindi non è facile. La mia grande fortuna è stata quella di approdare alla canottieri Milano, grande società con mentalità aperta, che mi ha ridato le motivazioni per continuare a combattere guardando avanti.
Sicuramente, queste situazioni lasciano degli strascichi e un po’ d’amarezza, l’impegno per rientrare è stato tanto, non ho fatto le vacanze con l’ obiettivo di rientrare.
Comunque la Canottieri Milano crede in me, non solo come atleta ma come uomo di sport, l’ obiettivo, se pur difficile, resta Londra 2012 e far crescere un gruppo di ragazzi all’interno della mia nuova società.

Durante le vittorie si hanno tanti amici, in questo momento di delusione chi ti è stato davvero vicino?
E’ naturale, durante le vittorie sono tutti amici, ed è in quest’anno che ho capito quanti pensano solo al proprio interesse. Non dico che sia del tutto negativo pensare al proprio interesse, ma nello stesso tempo ci deve esser anche quella parte di umanità e amicizia al di fuori del canottaggio e soprattutto nei momenti duri come quelli che ho passato io nell’ultimo anno.
Comunque oltre alla mia famiglia, alla mia nuova società, al centro medico San Fedele che mi ha aiutato nel recupero fisico e psicologico, all’amico fisioterapista Giovanni Marcato, gli amici veri che mi sono stati vicini e sostenuto in questo momento difficile della mia carriera sono stati l’ amico di sempre, Tuccinardi, al quale faccio un grosso in bocca al lupo per i mondiali, Davide Babboni (un altro escluso doc dai mondiali), Gabriele Martinato, Giulio Ferrari e in modo particolare mi ha fatto molto piacere la stima e l’affetto da parte di coloro che ho sempre avuto come avversari sui campi di gara e grandi amici fuori, che sono Mario Gyr (svizzero) e Bine Pislar (slovacco).
Ci sono stati altri che mi hanno sostenuto, alcuni dei miei ex compagni di barca, a volte l’ amicizia, quella vera ,conta più di una vittoria ai mondiali.

Ed ora che farai?
Ora oltre a svolgere gli incarichi istituzionali che mi sono stati affidati, dal coni e dalla FIC, continuerò nella mia attività di atleta professionista. Mi allenerò a Milano con Jose e il resto della squadra, ci sono tanti giovani che hanno voglia di migliorare. Poi mi aspetta qualche giorno di vacanza, visto che non le ho ancora fatte .

Ad ogni intervista lascio sempre le ultime due righe bianche, lascia un messaggio a chi vuoi tu.
Vorrei solo che lo sport in generale crescesse non solo per gli interessi di qualcuno, ma per quello di tutti. Dobbiamo costruire un qualcosa di positivo sopratutto per i giovani.
Il canottaggio deve crescere, deve aprirsi e non escludere nessuno. Stessi diritti e stessi doveri, competenza e professionalità .
Lo sport, a differenza di altre situazioni, deve essere meritocratico e apolitico, perché alla fine il campo di gara è l’unico ad essere onesto, e vince chi e più forte
In Bocca al lupo a tutti gli atleti della nazionale italiana di canottaggio impegnata ai mondiali in Nuova Zelanda…..FORZA RAGAZZI.


Luca Broggini
Uff. Stampa FIC Lombardia