Intervista ad Andrea Fois
Intervista ad Andrea Fois
Intervista ad Andrea Fois
CHONGDU, 29 aprile 2009 – Si è appena conclusa la prima giornata cinese della spedizione lombarda, in mia compagnia un ospite d’eccezione, Andrea Fois. Una giovane promessa per la squadra nazionale italiana. Una giornata diversa dal solito, dedicata alla cultura. Visita al più grande Budda del mondo, una grande occasione per tutto il gruppo.
Andrea una giornata diversa dal solito, un incontro ravvicinato con la cultura locale. Cosa racconti della giornata?
Abbiamo visitato la più importante espressione artistica locale, il Budda di 71 metri. Una grande occasione per conoscere questo mondo. Alla fine della visita sano shopping nel centro. Una città non ancora civilizzata, quindi importante occasione di confronto tra due culture che stanno agli antipodi.
Cosa ne pensi dell’accoppiata canottaggio-cultura?
Senza dubbio venire in Cina a fare una gara può essere occasione di confronto con altre nazioni come Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti. L’aspetto culturale lo si tocca con mano in ogni istante. Stare con atleti di altre nazioni tutto il giorno, tra allenamento quotidiano e momenti ricreativi, è il segreto che fa conoscere veramente le diverse culture. A questo si aggiungono le varie gite che ci vengono proposte quotidianamente.
Domattina alle sette sistemazione barca, l’una di notte in Italia. Cosa ti aspetti da questa nuova avventura?
Mi aspetto che il nostro equipaggio riesca a fare una buona figura nonostante ci siano, tra i nostri avversari, atleti di interesse internazionale e mondiale. L’esempio più eclatante è l’atleta australiano, membro dell’otto delle passate olimpiadi.
Che effetto fa poter remare dall’altra parte del mondo?
Un’esperienza notevole e incentivante, vedere cosa vuol dire il canottaggio negli altri paesi è fantastico. Remare su un fiume sconosciuto, lontano da casa, con una barca non nostra emoziona molto e soprattutto non capita spesso nella vita.
La domanda quindi sorge spontanea, ci vorrebbero altre occasioni simili? Magari organizzate dalla Federazione Italiana Canottaggio?
Sarebbe interessante se anche la Federazione aderisse a regate internazionali di questo tipo poiché potrebbero funzionare come incentivo per poter continuare in uno sport poco conosciuto e poco considerato a livello nazionale. Un ottimo biglietto da visita per promuovere il nostro canottaggio nel mondo.
Luca Broggini
Uff. Stampa FIC Lombardia
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Andrea una giornata diversa dal solito, un incontro ravvicinato con la cultura locale. Cosa racconti della giornata?
Abbiamo visitato la più importante espressione artistica locale, il Budda di 71 metri. Una grande occasione per conoscere questo mondo. Alla fine della visita sano shopping nel centro. Una città non ancora civilizzata, quindi importante occasione di confronto tra due culture che stanno agli antipodi.
Cosa ne pensi dell’accoppiata canottaggio-cultura?
Senza dubbio venire in Cina a fare una gara può essere occasione di confronto con altre nazioni come Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti. L’aspetto culturale lo si tocca con mano in ogni istante. Stare con atleti di altre nazioni tutto il giorno, tra allenamento quotidiano e momenti ricreativi, è il segreto che fa conoscere veramente le diverse culture. A questo si aggiungono le varie gite che ci vengono proposte quotidianamente.
Domattina alle sette sistemazione barca, l’una di notte in Italia. Cosa ti aspetti da questa nuova avventura?
Mi aspetto che il nostro equipaggio riesca a fare una buona figura nonostante ci siano, tra i nostri avversari, atleti di interesse internazionale e mondiale. L’esempio più eclatante è l’atleta australiano, membro dell’otto delle passate olimpiadi.
Che effetto fa poter remare dall’altra parte del mondo?
Un’esperienza notevole e incentivante, vedere cosa vuol dire il canottaggio negli altri paesi è fantastico. Remare su un fiume sconosciuto, lontano da casa, con una barca non nostra emoziona molto e soprattutto non capita spesso nella vita.
La domanda quindi sorge spontanea, ci vorrebbero altre occasioni simili? Magari organizzate dalla Federazione Italiana Canottaggio?
Sarebbe interessante se anche la Federazione aderisse a regate internazionali di questo tipo poiché potrebbero funzionare come incentivo per poter continuare in uno sport poco conosciuto e poco considerato a livello nazionale. Un ottimo biglietto da visita per promuovere il nostro canottaggio nel mondo.
Luca Broggini
Uff. Stampa FIC Lombardia