Comunicato Stampa
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![]() Il Presidente della Federazione Italiana Canottaggio Enrico Gandola la ricorda così. “Una donna coraggiosa, dalla fortissima passione verso il canottaggio: affrontava ogni situazione con grande impegno e determinazione, era sempre pronta e disponibile. Rinunciava ai suoi più amati hobby per dedicarsi a tempo pieno all’attività di arbitro”. Al marito Maurizio e al papà Gaetano vanno le condoglianze e un forte abbraccio da tutta la Federazione Italiana Canottaggio. ------------------------------ Il ricordo di Ferruccio Calegari Laura Bianchi non è più. L’incredibile telefonata, la conferma, non ce l’ha fatta a superare l’ultima crisi del grave male che l’aveva colpita mesi fa. Pare impossibile, ci sembra ieri di esserci trovati con lei sui campi di gara, con il suo sorriso, la sua passione, l’amore per la vita e per lo sport. D’estate sull’acqua, accanto ai canottieri, oppure a nuotare, d’inverno in montagna, a calpestare con gli sci quella neve che poi avrebbe consentito il livello ideale alle sue barche per gareggiare. Tra poco avrebbe compiuto 53 anni, la vedevi sempre col sorriso a rendere gradevoli anche le riunioni più impegnative. Non trascurava mai nulla, era meticolosa, preoccupata che i ragazzini in barca non avessero dei problemi. Era giovanissima, quando aveva iniziato ad avvicinarsi al mondo del canottaggio, sulle orme di papà Gaetano, storico dirigente del canottaggio a Castelveccana e socio benemerito della F.I.C., sempre disponibile e pronto alla collaborazione ed ai consigli alle società varesine di canottaggio. Una grande passione per entrambi, sfociata poi per Laura nel desiderio di dedicarsi alla carriera di Giudice arbitro, in un mondo variegato e complesso, sia per il canottaggio a sedile fisso che per lo scorrevole. Non perdeva mai il suo sorriso, accentuato dalla sua perenne abbronzatura, anche nei momenti più difficili, quando voleva trasmettere agli atleti un po’ irrequieti il dovere di rispettare le regole, sottolineando il valore della partecipazione alla vita sportiva. La vita che tanto amava e che la portava generosamente a dedicarsi agli altri non solo nel campo dello sport, ma anche in quello più ampio dell’aiuto al prossimo, partecipando con impegno ai doveri di volontaria della Croce Rossa. Dopo il matrimonio si era trasferita a Domodossola, da dove con frequenza non mancava di rientrare in quell’atmosfera che era stato il suo paese d’origine, ritrovandosi con i genitori e gli amici di un tempo. E dove per desiderio del marito tornerà a riposare per sempre. Ferruccio Calegari ------------------------------ Laura Bianchi, Perché diventare giudici arbitri Tra scorrevole e fisso, tra le emozioni che le hanno regalato campioni olimpici e passioni coltivate sin dalla primissima gioventù: Laura Bianchi è un giudice arbitro che a tutti i costi è voluta restare attaccata a un mondo, il canottaggio, a cui molto ha dato e tanto ha ricevuto. “Ho iniziato ad arbitrare a metà degli anni Novanta, su richiesta del mio collega Ghidini: E’ un modo per restare attaccato al nostro ambiente pur non potendo vogare, dopo un’esperienza remiera nella Caldè“. Laura e il sedile fisso, un mondo sportivo dal quale non si è mai voluta separare. “Mi dà l’opportunità di trascorrere del tempo assieme a un gruppo di persone con il quale ci si può divertire. Rispetto allo scorrevole, ci riferiamo a due mondi completamente diversi.” Perchè diventare giudice arbitro? “Oltre alle motivazioni sopra esposte, credo che sia importante perchè l’arbitro è un componente significativo dell’ambiente sportivo. E’ un messaggio che dobbiamo far passare, bisogna cambiare mentalità: il giudice non punisce, ma regolarizza, controlla che tutto si svolga regolarmente. Imparzialità, competenza, passione e informazione sono le doti che ciascun giudice arbitro deve possedere“. Tante sono le mansioni che un giudice arbitro svolge, sbagliare è umano. “Vediamo la gara dall’inizio alla fine, l’allineamento, capiamo perfettamente le situazioni tecniche di una gara; possiamo sbagliare, è vero, ma in totale buonafede“. Intervista di Marco Callai a Laura Bianchi (settembre 2006) ------------------------------ Le condoglianze del Comitato Piemonte FIC Nata nel 1956, Laura si è avvicinata al canottaggio a soli 12 anni, nella veste di atleta presso la S.C. Caldè, sotto la guida del padre Gaetano, dirigente della società e delegato regionale FIC, tenendo alti i colori societari sino al 1975. Le vicissitudini della vita l’hanno in seguito portata a varcare i confini della Lombardia, accasandosi in Piemonte. Nonostante ciò la sua passione per il canottaggio non si è mai affievolita: aspirante giudice arbitro nel 1997, è divenuta giudice arbitro effettivo a partire dal 1999. Laura, fra le prime donne divenute Giudice Arbitro, è sempre stata apprezzata da tutti i colleghi per l’impegno, la simpatia, la vivacità, e la disponibilità alle convocazioni, anche dell’ultimo minuto. Così la ricordiamo tutti: sorriso vivace e concretezza nel fare. Laura non prestava la sua opera di volontariato solo per il Canottaggio. Il suo impegno sociale era quotidiano e si è manifestato anche attraverso il servizio svolto come milite delle Croce Rossa Italiana di Domodossola. Lascia il marito Maurizio Ferrari e la figlia Valentina. La cerimonia funebre si terrà mercoledì alle ore 15 a Caldè. Il Comitato Piemontese della Federazione Italiana Canottaggio porge, a nome suo e di tutto il mondo remiero, Sincere Condoglianze alla famiglia. ------------------------------ Le condoglianze della Canottieri Calde’ Ciao Laura resti sempre una di noi. ------------------------------- Le condoglianze del Comitato Toscana FIC In qualità di rappresentante del Comitato Toscano di canottaggio mi sento in dovere di porgere le più sincere condoglianze ai familiari di Laura. Facendo questo non posso non ricordare i vari momenti nei quali ho incontrato Laura sui vari campi di gara, ne ho avuto l’occasione come componente del Comitato delle Repubbliche Marinare e ho potuto apprezzare la professionalità e la fermezza con le quali riusciva a rapportarsi con questo variegato e movimentato mondo. Ne ho avuto l’occasione come dirigente di società e ne ho apprezzato la serenità che riusciva ha trasmettere agli atleti meno esperti e più emozionati. Ne ho infine avuto l’occasione incontrandola spesso come collaboratore di Canottaggio service e ho potuto apprezzarne la grande disponibilità e la voglia di fare, consigliando e accettando consigli. Ci mancherai Laura, ci mancherà il tuo sorriso e la tua voglia di vivere. Antonio Giuntini ---------------------------------- Le condoglianze del Comitato Lombardia FIC Questa mattina alle 6,45 Laura Bianchi ci ha lasciato. Era approdata nel mondo del remo nel 1968 presso la Canottieri Caldè. Il Comitato Lombardo formula le sue più sentite condoglianze alla famiglia. Luca Broggini ---------------------------------- Le condoglianze della SC Lario ---------------------------------- Il ricordo del Giudice Arbitro Manola Marinai Ciao Laura, come posso pensare di non poter più passare le nostre giornate sui campi di gara, le nostre chiacchiere in camera la sera, come i nostri 10 giorni dei Mondiali a Milano, dove ci lavavamo le magliette alla sera per il giorno dopo, visto il caldo di agosto. Ci eravamo promesse appena tu fossi stata meglio di uscire in doppio sul lago, io e te, ci tenevi tanto. Avevi un pensiero per tutti, sempre disponibile e mi sei stata vicino quando ho avuto il problema di Matteo. Il tuo sorriso ed i tuoi occhi sempre accesi ce li ho davanti, ti voglio ricordare così. Nell’ultima nostra telefonata della settimana scorsa eri dispiaciuta di non poter partecipare al Memorial Don Angello Villa, mi hai detto che l’hai visto nascere e non sei mai mancata. ci sarai sempre Laura, come sarai sempre accanto a noi giudici arbitri perché ti porteremo sempre nel nostro cuore. Ti voglio bene amica mia. Manola Marinai ---------------------------------- Il ricordo di Angelo Zanotti Angelo Zanotti
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