Comunicato Stampa
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Proseguono a squilli di tromba le gesta del giovane sedicenne portoferraiese Matteo Baluganti nel mondo del canottaggio scorrevole. Dopo il debutto più che incoraggiante (medaglia di bronzo) agli italiani assoluti di indoor rowing, disputatisi a San Benedetto del Tronto due settimane or sono, Matteo stavolta ha fatto saltare il banco, in una cornice che più immensa non poteva essere, ovvero sia il Palalottomatica di Roma, aggiudicandosi il titolo Europeo di indoor rowing della categoria juniores sulla distanza di 2000 metri, sabato 24 gennaio. La gara è stata intensa ed impossibile da raccontare – le interferenze emotive prenderebbero subito il sopravvento – di conseguenza ci defiliamo e lasciamo che sia proprio Matteo a descriverla nei minimi dettagli, in macchina nel viaggio di ritorno (mettetevi nei suoi panni) è un autentico fiume in piena: “Cominciamo da monte: l’altra volta (ai Campionati Italiani) non sapevo di essere così competitivo, addirittura da podio. Una manifestazione così importante dentro un grande palazzetto dello sport, per me che mi alleno in una baracca di legno circondato da bottiglie ed attrezzi da lavoro, la macchina da gara che non avevo mai visto prima, l’emozione e tutto il resto….. Ma poi, analizzando la gara a mente fredda mi sono reso conto che l’argento mi era sfuggito per soli quattro decimi e l’oro per poco più di un secondo. Lo ammetto, ci ho rimuginato sopra. Stavolta dunque l’approccio alla gara era completamente diverso, sapevo a cosa sarei andato incontro ed ero intenzionato a giocarmela colpo su colpo con i big – ovviamente tutti nel giro delle Nazionali – provandoci fino in fondo e consapevole che le medaglie probabilmente si sarebbero giocate non sul filo dei secondi, ma dei decimi”. Ordine d’arrivo alla mano, non si può dargli torto: Pos. Atleta Tempo Circolo 1 Baluganti Matteo 06:09.0 Società Can. Pontedera 2 Parlato Luca 06:09.8 C.Nautico Stabia 3 Addabbo Alessandro 06:10.2 C.Nautico Posillipo 4 Dziameshka Anton 06:10.3 Club Bielorussia “Col Mister Michele avevamo concordato – prosegue Matteo – provandola a scaglioni in settimana, una azzardata condotta di gara: passaggi velocissimi ai 500 (1.29) ed ai 1000 metri (3.02), volevamo condurre il plotone già a metà gara, poi se così fosse stato, avrei dovuto mantenere con le unghie e con i denti la posizione. Facile a dirsi, ma il rischio di fare classico botto a tre quarti di gara era elevatissimo e mi era già capitato prima (a Pontedera verso fine Dicembre), il gioco però valeva la candela. |
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