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Comunicato Stampa

martedì 16 Settembre 2008

Comunicato Stampa

I master del Circolo Posillipo protagonisti nel Coastal Rowing alla Traversata dello Stretto di Messina,  nell’Etruscan Cup a Civitavecchia nel mese di luglio insieme al Raid Remiero delle Isole Eolie a settembre

di Massimo Pierro

Negli ultimi due week-end del mese di luglio sono stati organizzati, a Messina e a Civitavecchia, due manifestazioni di coastal rowing molto avvincenti.

A Civitavecchia dove si è svolta la II edizione della Eruscan Cup di Coastal Rowing, organizzata dal Circolo Azzurra, ci sono stati due successi per i canottieri del Posillipo che hanno partecipato alla manifestazione con Giuseppe Del Gaudio, Francesco Gentile, Massimo Pierro e Guido Morelli.

L’equipaggio con Peppe Del Gaudio a capovoga e con Francesco Gentile, Mauro Guglielmi dell’Azzurra, Luca Dell’Elice della Tirrena Todaro e con Degli Esposti a timone, ha vinto nella categoria open, mentre l’equipaggio con Massimo Pierro a capovoga e con Guido Morelli, Peppe Mastrolorenzo e Michele Minichino dell’Ilva e con Carla Perrone Capano al timone, ha vinto nella categoria master over 45 davanti all’Aniene Roma e a Tevere Remo.

A Messina, con il patrocinio di Comune e Regione e a cura dell’Associazione Odysseus, presieduta da Antonello Aliberti, già medaglia di bronzo nel 1998 ai mondiali di canottaggio, è stata organizzata la prima edizione della Traversata dello Stretto, da Messina a Reggio e ritorno.

Da Napoli sono partiti Massimo Pierro come canottiere e Salvatore Caruso come timoniere, i due master del Circolo Posillipo hanno fatto parte di un equipaggio di canottieri liguri e siciliani che avevano partecipato, a giugno, alla traversata da Genova a Roma su barche di coastal rowing, per festeggiare i 120 anni della Federazione di Canottaggio e per ripetere lo storico raid fatto da alcuni canottieri genovesi sul finire dell ‘800.

A Messina, nella splendida e affascinante cornice dello Stretto, si è consolidata l’idea che circolava da un po’ nella testa di alcuni master sanremesi e napoletani, di organizzare a settembre un raid turistico/sportivo delle isole Eolie con le barche di coastal rowing (vedi foto).

Detto, fatto e martedì 2 settembre un gruppo di canottieri si è imbarcato a Napoli per Stromboli, con due barche di coastal rowing e con un gommone come supporto; sull’isola ci aspettavano i siciliani e nel corso delle diverse tappe qualcuno si è aggiunto e qualcuno è andato via fino alla sera di lunedì 8 settembre quando ci siamo imbarcati da Stromboli per il ritorno a Napoli.

Al Raid hanno partecipato complessivamente quattordici persone del Circolo Posillipo, Ilva Bagnoli, Canottieri Sanremo, Canottieri “Cariddi” di Messina e Lega Navale di Siracusa: Massimo Pierro, Salvatore Caruso, Michele Cicatiello, Gennaro Titomanlio, Carla Perrone Capano, Antonio Di Maria, Giuseppe Mastrolorenzo, Nicola Della Grottelle, Vincenzo Capuano, Pier Carlo Roggero, Emiliana Roggero, Marco Raffa, Giuseppe D’Urso e Dario Femminò.

All’arrivo a Stromboli siamo stati accolti da forti e violenti scrosci d’acqua e per un paio d’ore siamo stati seduti al bar di Scari, ma quando il tempo si è aggiustato, forti del motto appena coniato: “inizio bagnato, raid fortunato” abbiamo messo le barche in acqua e dopo gli opportuni preparativi verso mezzogiorno ci siamo diretti verso una spiaggia nella parte meridionale di Panarea vicino alla baia di Cala Giunco, distante venticinque chilometri dal nostro punto di partenza di Stromboli.

Il tragitto è stato effettuato in tre ore e mezzo, compresa una sosta all’isola di Basiluzzo per un tuffo, e durante la navigazione siamo stati ostacolati da un po’ di mare e vento contrari quale effetto della leggera tropea che ci aveva accolti a Stromboli.

A Panarea abbiamo alato le imbarcazioni sulla spiaggia, abbiamo trovato una gradevole sistemazione e contenti per aver concluso nel migliore dei modi la prima tappa abbiamo bevuto allegramente e la mattina ci siamo mossi con molta calma per la successiva tappa per Lipari, direzione Marina Lunga, di circa venti Km.

Dopo un bel bagno sulla spiaggia di Canneto, dopo due ore e mezzo di vogata, abbiamo alato barche e gommone a Marina Lunga e ci siamo sistemati in una tipica casa al centro di Lipari.

L’ottima cena cena a base di pesce e cibi locali con abbondanti brindisi con buon vino siciliano ci ha fatto dormire di sasso anche se un po’ disturbati dal rumore dei motorini a prima mattina e dai rintocchi di una campana della vicina Chiesa di San Pietro.

Terzo giorno Lipari – Salina, altri venti Km con un grande bagno ai Faraglioni di Lipari nelle Bocche di Vulcano dove abbiamo anche recuperato un appassionato timoniere di Recco che ha preferito venire sportivamente con noi a Salina e poi tornare con l’aliscafo a Lipari piuttosto che rimanere in versione balneare e familiare sulla spiaggia.

A Salina abbiamo sistemato barche e gommone sulla spiaggia di Lingua e abbiamo cenato e dormito in una pensione prospiciente la spiaggia, praticamente a dieci metri dalle barche: una situazione incredibilmente ideale.

A Salina qualcuno ha preso il motorino andando a Pollara e a Rinella, qualche altro ha pasteggiato con le splendide granite di Alfredo e qualche altro si preoccupava del tappone del giorno seguente: cinquanta chilometri da Salina a Stromboli con una sosta di qualche ora a metà percorso a Panarea.

Sabato 6 settembre, sveglia anticipata per il tappone e verso le undici siamo arrivati a Panarea,dopo due ore e mezza; alle 16.00 siamo ripartiti per arrivare, stanchi ma felici alle 18,30/19,00 a Stromboli, sulla spiaggia grande di Piscità.

Spettacolo affascinante il passaggio sotto la Sciara dove abbiamo assistito a diverse eruzioni dello Stromboli, soprannominato dai locali: “Iddu”.

Il giorno dopo, domenica, niente riposo ma “piccolo” giro dell’isola con bagno allo Strombolicchio e granita a Ginostra, remando per più di quindici Km. ridendo e scherzando; molto spettacolare è stata l’entrata nel Porto di Ginostra, che è il più piccolo porto del mondo, e che giustamente si chiama Porto Pertugio: le nostre due barche come da documentazione fotografica occupavano gran parte dello spazio disponibile.

Lunedì, il giorno della partenza, è dedicato alla sistemazione delle barche e la sera siamo partiti per Napoli con la consapevolezza di aver fatto una piccola impresa vogando in cinque giorni per circa centocinquanta Km, ma principalmente contenti di aver condiviso delle sensazioni forti da diversi punti di vista: sportivo, paesaggistico, turistico, culturale ed umano.

Una delle frasi che ricorderò sempre è stata quella pronunciata da uno dei componenti non canottieri del gruppo, che è stato di valido aiuto come timoniere e come addetto al gommone ma che l’ultimo giorno è stato “comandato” ai remi e all’invito del grande Pippo a mettere i pollici sui remi come dei pulsanti ha urlato.”Aiuto, mi si sono scamazzati i pollici”