BRAIN TRAINING, COME MIGLIORARE LA PERFORMANCE DELL’ATLETA
SHUNYI, 9 agosto 2008 – Il professor Antonio Spataro, responsabile della Commissione medica della Federcanottaggio, spiega cos’è il ‘brain training’ adottato dall’inizio di questa stagione dalla squadra azzurra del remo. “E’ un metodo che permette all’atleta di imparare a migliorare situazioni che possono alterare il proprio equilibrio psico-fisico come l’ ansia, lo stress, l’insonnia, la concentrazione e così modificare alcuni parametri fisiologici per ottimizzare la propria performance. Attraverso sofisticate apparecchiature (Thought Technology Ltd ) è possibile rilevare alcuni parametri come le onde cerebrali, la frequenza cardiaca, la respirazione, l’attività muscolare e la temperatura cutanea . Tali informazioni possono essere visualizzate dall’atleta tramite lo schermo del computer, con cui interagisce attraverso un sistema di neuro-biofeedback. L’atleta così può esercitarsi a mantenere entro il range di normalità i parametri fisiologici di stress, con un conseguente aumento della concentrazione sul gesto atletico, in particolare la reattività nella fase di partenza. Gli esercizi di brain training vengono costantemente seguiti da Jon Cory dottore in chiropratica ed esperto di neurobiofeeback. Tale nuovo e affascinate approccio per allenare il cervello viene attualmente usato anche da altri team nel mondo dello sport di altissimo livello come per esempio il Milan Lab”.
Professor Antonio Spataro Docente alla Scuola di specializzazione di Medicina dello sport all’Università di Tor Vergata e all’Università dell’Aquila Cardiologo e specialista in Medicina dello sport