Comunicato Stampa
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Ce ne parla il dottor Daniele Bertamini, genovese laureato negli USA, che la pratica dal 1975; nel corso di questi anni ha ricoperto anche il ruolo di presidente dell’Associazione italiana chiropratici e quello di presidente della Federazione internazionale chiropratici dello sport. Ha collaborato con la Federcanottaggio dal 2001 sino ai Giochi olimpici di Atene dopodichè, dopo una interruzione di quasi due anni, è tornato in Fic con l’arrivo di Andrea Coppola alla direzione tecnica. Si avvale di uno staff di collaboratori che hanno seguito gli azzurri dall’ottobre 2007 sino ad oggi. “La chiropratica – spiega – ha il compito di porre rimedio alle interferenze che possano impedire o alterare la comunicazione fra il sistema nervoso e il corpo, e viceversa. I maggiori problemi con i ragazzi li abbiamo avuti nel periodo invernale, legati soprattutto alla colonna vertebrale e al bacino. In questi ultimi tempi abbiamo agito invece prevalentemente in correzione o adeguamento dei programmi di lavoro e posso dire che la squadra arriva a questo appuntamento in condizioni generali assai soddisfacenti”. Una delle iniziative in atto dall’inizio di questa stagione agonistica, e qua a Pechino estesa a tutti i nostri equipaggi, è il ‘brain training’, curato dall’altro chiropratico al seguito della squadra, il dottor Jon Cory. “Il brain training – continua Bertamini – consiste in un insieme di test cui ogni atleta si deve sottoporre al fine di seguire un programma di aggiustamento dei suoi parametri neurofisiologici. In condizioni particolari come quelle registrate qua a Pechino, infatti, può andare in tilt il sistema di equilibri. Il ‘brain training’ è quindi in grado di allenare il cervello a mantenere questo sistema e ad aumentare al tempo stesso la concentrazione tenendo presente che lo stress pre-gara è un elemento necessario ma non deve mai superare certi limiti, oltre i quali produrrebbe effetti negativi. In Italia questo sistema è utilizzato dal Milan Lab ma è la prima volta – a quanto ci risulta – che viene adottato da una squadra olimpica. Nei nostri ragazzi sta producendo effetti concreti, soprattutto in atleti che avevano una certa predisposizione allo stato di ansia”. |
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