Comunicato Stampa
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di Francesco Sisci PECHINO, 3 agosto 2008 “Continueremo a perseguire riforme complessive comprese riforme del sistema politico.” Così, pesando le parole una ad una, il presidente cinese Hu Jintao ha spiegato ieri a un piccolo gruppo di giornalisti stranieri che la Cina vede queste ormai prossime olimpiadi come un momento di passaggio verso aperture più importanti del Paese. “Il sogno ora del popolo cinese è quello di accelerare la costruzione di un Paese moderno, realizzare il grande Rinascimento dei cinesi e cercare progresso pacifico, una coesistena amichevole e uno sviluppo armonioso con i popoli del mondo,” ha detto Hu in quella che di fatto è stata la sua prima conferenza stampa in assoluto. Quasi a provare le parole del presidente sempre ieri il comitato olimpico di Pechino ha annunciato che erano stati sbloccati almeno per il periodo dei giochi molti dei siti normalmente oscurati in Cina. Tra i siti ora accessibili ci sono quelli di Amnesty International, di Human Rights Rimangono però bloccati alcuni siti più controversi, come quello della setta anticomunista dei Falungong o quelli di alcuni gruppi di Tibetani in esilio, apertamente ostili a Pechino. Secondo l’associazione della stampa estera a Pechino, la FCCC, le condizioni “sufficienti e convenienti” di accesso a Internet offerte dal governo, sono al di sotto della promessa fatta al CIO di “completa libertà” alla stampa. Per i giornalisti in ogni caso ci sarà accesso alle informazioni di Internet “come per qualunque olimpiade”, ha detto un funzionario del CIO. Hu ha però sottolineato che il governo ha lavorato con sincerità per onorare gli impegni presi con il Comitato olimpico internazionale, e che il comitato olimpico di Pechino ha lavorato per creare le giuste condizioni per i giochi ma anche “perché la Cina cresca nel futuro”. Questi giochi per il presidente appartengono al “popolo cinese e più significativamente ai popoli di tutto il mondo”. In altre parole Pechino cercherà di essere vero ospite dei giochi, in ogni senso. Qui la tradizionale aura mistica della politica cinese trasforma i governanti in sovrani, in antichi imperatori. E questi così non possono parlare a piacere e dimenticarsene, devono mantenere la loro “parola di re”. Quindi ogni frase va calibrata e interpretata. Non ci sarà democrazia liberale in Cina dopo queste olimpiadi ma Hu ha promesso di “continuare a espandere la democrazia socialista e lo stato di diritto socialista” al fine di avere “un sistema politico, vivace, stabile e armonioso.” In qualche modo il modello del prossimo futuro della Cina forse è già in queste olimpiadi. Su questioni delicate ma affrontate in maniera non pregiudizialmente ostile ci può essere apertura, come accade con Amnesty International o Giornalisti senza frontiere. Questioni delicate del passato, come la vicenda del movimento di Tiananmen nel 1989, sono in una zona di confine. Su questo tema la ricerca di Wikipedia funziona a tratti. Verso movimenti o gruppi apertamente nemici del governo, come i Falungong o alcune organizzazioni tibetane all’estero, che vogliono minacciare il potere del partito, c’è chiusura totale. Fonte: LA STAMPA |
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