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Comunicato Stampa

lunedì 25 Agosto 2008

Comunicato Stampa

Boom dal ring e disastro squadre, 28 volte Italia

PECHINO, 25 agosto 2008 – Il terzo urlo di Valentina Vezzali, l’abbraccio ai piedi del podio di mamma Idem con i piccoli Janek e Jonas, la marcia trionfale con bacio al braccialetto pegno d’amore di Alex Schwazer, il record del mondo di Federica Pellegrini, i calci alla camorra di Sarmiento, la faccia meditterranea di Minguzzi e quella da italiana di ogni giorno della Caneiro. E ancora i pugni d’oro di Roberto Cammarelle. C’é tutta l’Italia nella traccia d’azzurro lasciata ai Giochi di Pechino: il riscatto, la conferma, i sentimenti, il nuovo. E sono tante le facce mai viste, quelle dei campioni della porta accanto, che hanno fatto se non grandissima, almeno nuova l’Italia dello sport. L’olimpiade pechinese si chiude con 28 podi, quattro in meno rispetto ad Atene: otto ori (erano dieci quattro anni fa) che fanno registrare una flessione.

Il Coni guarda però al bicchiere mezzo pieno, parla di ricambio generazionale, perché é vero che nonostante i tanti ‘vecchietti’ ancora sulla cresta dell’onda e sempre prezioso bacino a cui attingere, la media anche dei medagliati si è abbassata. Ma, età a parte, sono le discipline riemerse e i volti nuovi ad aver ridato una lucidata all’Italia sportiva. Tra i segni più di un bilancio con diverse luci, ma anche alcune ombre a cominciare dalla ginnastica e i tanti quarti posti, piazza d’onore al pugilato: il boom del ring, che mette nel sacco tre medaglie di altrettanti metalli, compreso l’oro del supermassimo che mancava agli azzurri da ventanni. Tra i segni meno invece il tramonto dei campioni di Atene: pochissime le conferme, da Montano a Galiazzo, passando per Benelli, nessuno a Pechino ha fatto il bis. Unica eccezione l’inossidabile Vezzali, che resta regina del fioretto per la terza edizione di fila, o Josefa Idem, che a quasi 44 anni perde di quattro millesimi l’oro della canoa.

E’ argento, ma quel podio al fotofinish la ricarica forse fino ai Giochi di Londra. Ma tante medaglie sono quelle su cui pochi avrebbero scommesso: si chiamano Giulia Quintavalle, eroina del judo, Andrea Minguzzi, lottatore show man, e ancora Matteo Tagliariol, la scherma nuova, o Mauro Sarmiento, che tinge d’argento il taekwondo. Pechino registra di sicuro il flop delle squadre: ad Atene in quattro erano salite sul podio (compreso lo storico oro del Setterosa), in Cina tutte fuori. Crisi della pallavolo, che dopo anni di dominio assoluto adesso è costretta a restare alla finestra. E’ finita l’era del Settebello, ma neanche il Setterosa ha salvato la pallanuoto azzurra. Il calcio, dopo la parentesi di bronzo di Atene, è ritornato alla sua storia di fallimenti olimpici.

Torna a casa con almeno un paio di medaglie in meno anche il nuoto: l’oro con record del mondo della Pellegrini e l’argento di Alessia Filippi salvano la piscina azzurra. Delude Filippo Magnini, arrivato da doppio campione del mondo, e ripartito con zero medaglie e molte polemiche. Note dolenti, le solite, per l’atletica: falliscono i volti da copertina, primo fra tutti quello di Andrew Howe, salva tutti la marcia, cenerentola della regina di tutti gli sport. In pista l’atletica italiana continua a non decollare, anche se le finali raggiunte sono raddoppiate rispetto a quattro anni fa.

La scherma è la solita fabbrica di medaglie, questa volta sono due ori e cinque bronzi: incredibilmente, è perfino delusione visto l’oro sfumato del fioretto femminile a squadre e il flop di Montano. Perde l’oro anche il ciclismo, a beffare le due ruote azzurre è ancora una volta la Spagna e l’Italia si consola con Rebellin. I sorrisi arrivano da sport che si riaffacciano dopo anni al podio: come il pugilato la lotta tornata sul podio sedici anni diopo, e per la prima volta il taekwondo. Dal canottaggio un argento. Nella vela alla conferma d’argento di Sensini si aggiunge un bronzo che mancava da tempo nelle regate ‘classiche’, Romero con il Laser. Piange la ginnastica: ‘defraudato’ del quarto posto Coppolino agli anelli, gettato fuori dal podio della barra il campione di Atene Igor Cassina. E piangono sopratutto le ragazze della ritmica. Ma solo per preparare la rivincita a Londra 2012. (ANSA).


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