Comunicato Stampa
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PECHINO, 19 agosto 2008 – Un nome non si nega a nessuno – nemmeno ai tifoni – immaginarsi a chi, per la sua gloria e l’altrui gioia, gareggia ai Giochi Olimpici. La Federazione Internazionale Canoa (ICF) ha voluto metter fine, almeno nelle competizioni, all’ultra-decennale anonimato che circondava i pagaiatori: nelle maggiori manifestazioni mondiali, Olimpiadi comprese, le imbarcazioni dovranno recare sui due lati i cognomi degli atleti che vi sono a bordo, posti proprio a fianco al “pozzetto” in cui si infila il canoista o dove è inginocchiato, nel caso della canadese. Un’idea subito vincente, anche in tv, perché i caratteri (tutti dello stesso tipo e dimensione) si leggono facilmente e sono sempre in colore contrastante con quello della barca. Solitamente sono i costruttori stessi che forniscono i grossi adesivi con sopra stampati i cognomi, certo è che non si può più andare in gara anonimi. In un mondo sportivo in cui essere personaggio è ormai la regola d’oro, più ancora che vincere, la norma istituita dall’ICF è sicuramente valida; ma lo sarebbe stato anche vent’anni fa quando si parlava tanto di risultati e record e quasi nulla di gossip sportivo. In questo caso l’esempio del iper-criticato calcio è noto da anni: identifichiamoci tutti sulle maglie, la popolarità è anche conoscenza. Cliccare sulle immagini per ingrandirle |
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