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Comunicato Stampa

domenica 10 Agosto 2008

Comunicato Stampa

Guerra su giochi, ma Georgia resta per vincere
Ore d’angoscia per atleti. Russi in imbarazzo: pensiamo a sport

(ANSA) – PECHINO, 10 agosto 2008 – La guerra in Georgia piomba sui Giochi olimpici. L’intervento militare della Russia nella regione dell’Ossezia del sud per respingere l’attacco di Tbilisi contro gli autonomisti osseti, getta un’ombra di angoscia sui 35 atleti georgiani presenti in Cina, che arrivano a minacciare il ritiro da Pechino. Ma il ritiro non ci sara’: nella notte cinese, giunge il messaggio del presidente della Georgia Mikhail Saakashvili che chiede agli atleti olimpici georgiani di restare ai Giochi per cercare di vincere il maggior numero possibile di medaglie e ”combattere” cosi’ sul campo sportivo.

E’ il portavoce della delegazione georgiana Giorgi Tchanishvili a riferire il messaggio di Saakashvili, portato dalla moglie Sandra Roelofs, la First Lady di origine olandese, giunta in nottata a Pechino, quando la squadra era pronta ad andarsene. ”Tutti gli atleti erano determinati a rientrare a casa se cio’ fosse stato meglio per il Paese. Erano pronti a prendere questa difficile decisione per rinunciare al sogno di una vita, a cio’ per cui hanno lottato tanto, e far ritorno alle proprie case e alle proprie famiglie”, ha detto il portavoce. ”Ma – ha aggiunto Tchanishvili – il presidente della Georgia Mikhail Saakashvili ha inviato un messaggio per gli atleti in cui ha detto: la situazione e’ veramente difficile nel nostro Paese, ma per il bene degli atleti, del Paese, dei georgiani e del futuro dello sport nel nostro Paese, e’ meglio restare ai Giochi e continuare a combattere per conquistare il maggior numero di medaglie possibili”.

In questa situazione e’ piu’ che comprensibile che lo sport passi in secondo piano. La preoccupazione nella delegazione georgiana e’ tanta; gli atleti, aggiunge Tchanishvili, ”continuano ad allenarsi ed oggi hanno anche gareggiato, ma la testa e’ in Georgia”. E le conseguenze, inevitabilmente, si fanno sentire. Anche se le chance di andare avanti non sono molte fin dal principio, nessuno dei georgiani infatti ottiene risultati di rilievo. Sconfitti nel judo e nel beach volley, solo nel tiro con l’arco, con Khatuna Narimanidze, strappano un quarto posto valido per la qualificazione. Preoccupato anche il Cio che definisce l’escalation militare qualcosa di ”contrario allo spirito olimpico”. Tuttavia – precisa la portavoce del Comitato olimpico internazionale, Giselle Davies – ”la tregua olimpica e’ un ideale alla base dei valori olimpici, ma spetta alle Nazioni Unite fare qualcosa”.

L’angoscia e’ tale che il Comitato olimpico georgiano e gli atleti decidono di domandare agli organizzatori di poter parlare alla stampa internazionale della crisi. ”Abbiamo chiesto l’autorizzazione, ma ci hanno detto di aspettare perche’ il via libera deve arrivare dall’alto: non vogliono che si parli di questione politiche”, racconta uno scoraggiato Tchanishvili. Secondo il portavoce non ci sono tensioni all’interno della squadra che vede la presenza di due osseti: i pesisti Arsen Kasabiev e Albert Kuzilov. ”Nessun attrito, nessuna divisione” assicura il portavoce, ”la nostra unica preoccupazione e’ che tutto questo finisca presto”. Intanto il Comitato organizzatore di Pechino prende tempo. Il timore e’ che la grancassa mediatica faccia irrompere la crisi georgiana nei Giochi. Cosi’, in serata, arriva la doccia fredda: ”Il comitato organizzatore dell’Olimpiade di Pechino ci ha negato l’autorizzazione a tenere la conferenza stampa”, denuncia Tchanishvili.

Tra i russi, invece, imbarazzo e poca voglia di commentare quanto sta accadendo. ”Lo sport e’ lo sport, e la politica e’ la politica; non bisogna mischiare le cose”, taglia corto Gennady Shvets, portavoce del Comitato olimpico di Mosca. Secondo il russo, insomma, ”non ci sara’ nessuna conseguenza” sui Giochi ”perche’ noi siamo atleti, non politici e i rapporti fra sportivi georgiani e russi rimangono di amicizia”. Di diverso avviso gli atleti georgiani, che in serata diffondono un comunicato durissimo e che di sportivo ha molto poco. Nel denunciare la ”deliberata strategia d’aggressione” della Russia, la delegazione si appella alla comunita’ internazionale affinche’ ”dica con chiarezza alla Federazione russa che l’invasione e i bombardamenti di un territorio di uno Stato sovrano sono inaccettabili nel XXI secolo e che un simile atto non sara’ tollerato”. Da Tbilisi, Saakashvili minacciava azioni di protesta da parte degli atleti: ”Potranno venire squalificati in base alla Carta olimpica, ma vogliono farlo”, aggiungeva. Infine, l’invito a ”restare per vincere”. L’unica nota positiva della giornata arriva per ultima. ”I telefoni hanno ripreso a funzionare e gli atleti hanno potuto parlare con amici e parenti”, riferisce il portavoce.


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