Comunicato Stampa
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Nel piccolo palazzo sede del Comune di Sauris, ci riceve il sindaco Stefano Lucchini, che ci fa strada all’ultimo piano, in quella splendida sala consigliare dove fanno bella mostra di sé quadri a tema di pittori locali, nei quali viene rappresentato il piccolo paese carnico, in prevalenza nella stagione invernale. Dopo un po’ al gruppo si aggiunge Daniele Petris, (sindaco della precedente legislatura), ed ora consigliere comunale, personaggio che in passato è stato il promotore di una possibile apertura verso il canottaggio. Che cos’è uno stavolo? Qual è il rapporto con il gestore del lago? Prende quindi la parola il vicepresidente Crozzoli. “La Federazione Italiana Canottaggio non può che guardare con interesse e simpatia alle nuove possibilità di sviluppo per il nostro sport. Il canottaggio in montagna coniuga l’aspetto sportivo con l’ambiente incontaminato, a contatto con la natura, reale caratteristica e vanto per una disciplina come la nostra. Per una società di canottaggio, continuare a praticare lo sport della voga in montagna dove l’aria è più salubre, abbinando alle uscite in barca le attività turistico sportive è una risorsa importante e insostituibile. Oggi è una giornata importante perché abbiamo gettato le basi per l’ipotesi di una fattiva collaborazione tra Comune di Sauris e Federazione Italiana Canottaggio, con un Progetto che dovrebbe partire con l’estate 2009. Giugno, luglio, agosto, settembre, un lungo periodo nel quale le società italiane potranno trasferirsi in montagna e continuare a praticare il canottaggio, con la prospettiva di condizioni (anche economiche) estremamente vantaggiose.” La parola ritorna poi a Lucchini: Dopo una pausa caffè all’Hotel Morgenleit nel centro del paese, siamo testimoni del fervore nei preparativi per sabato e domenica, quando all’incirca 12000 persone parteciperanno alla tradizionale Sagra del Prosciutto, le stesse persone che potrebbero tra un anno, vedere i canottieri all’opera sulle acque del lago di Sauris. Comune di Sauris Situato in un conca bellissima circondata da alte, selvagge montagne, a più di 1200 metri d’altezza (che lo rende il comune più alto del Friuli) Sauris ha maturato in secoli di isolamento, prima che una arditissima strada costruita tra il 1915 ed il 1930 lo collegasse ad Ampezzo, sue precise caratteristiche, ambientali ed umane. Qui si rifugiarono in un remoto passato (probabilmente nel XII secolo) popolazioni provenienti dalla L’isolamento che per secoli ha reso difficile la vita in questi piccoli paesi chiusi da una corona di monti ad un’altitudine tra i 1000 e i 1400 metri, ha fatto sì che Sauris oggi possa essere considerato probabilmente il paese più bello della Carnia. Fino ad oggi sono ancora intatti i costumi, la lingua (isola linguistica tedesca), l’architettura di stavoli e vecchie case in pietra e legno, con la copertura in scandole e con la struttura che ricalca i modelli tedeschi. Solo nel 1928 fu completata la prima strada che collegava Sauris ad Ampezzo, la cui costruzione iniziò nel 1915. La vita per i saurani, isolati fra i monti, specie nei mesi invernali, fu certamente difficile e per lungo tempo dedita ad un’economia primitiva. Sauris oggi ha molti punti d’attrazione per i turisti, oltre a quelli naturali e storici già accennati: il rinomato prosciutto e la sua sagra annuale, il tradizionale carnevale con le maschere tipiche del luogo, il mondo delle malghe e la sagra del formaggio salato.
Zahre Hanno scritto La favola delle origini Data la carenza di documenti che attestino le origini di Sauris – o meglio Zahre nell’antico dialetto germanico tutt’ora parlato insieme con l’italiano e il friulano carnico – il racconto orale ha preso inevitabilmente il sopravvento nell’immaginario collettivo saurano e, trasmettendosi di generazione in generazione, si è anzi arricchito di alcune varianti per cui i due soldati sono divenuti ora banditi, ora cacciatori e finanche due sbandati senz’arte nè parte in cerca di avventure. Tutte leggende tenacemente tramandate quanto improbabili. La sporade linguistica I documenti E’ lecito supporre, a questo punto, che il primo nucleo della comunità saurana provenga da quella zona e che si sia stabilito in questo lembo di Carnia presumibilmente prima del 1280, poichè a quell’anno risale il più antico documento – e uno dei pochi pervenutici – in cui si menziona la contrata de Sauris. Ciò deve essere accaduto sulla scia di quel processo di deduzione di colonie germanofone sul versante meridionale delle Alpi verificatosi a partire dal XII secolo sotto il Patriarcato di Aquileia e l’Avvocazia dei Conti di Gorizia. Nel caso specifico, la colonizzazione dell’Alto Lumiei si collocherebbe nella seconda metà del XIII secolo, fra il 1250 e il 1280. Un secondo importante flusso migratorio avrebbe poi interessato l’area di Sauris sotto il dominio della Serenissima Repubblica di Venezia: imponendosi sull’intero Friuli dal 1420 al 1797, essa favorì il dislocamento di folti gruppi famigliari nei territori alpini preziosi per le scorte di legname essenziali alla cantieristica navale dell’Arsenale; ecco spiegata, tra l’altro, la compresenza nella valle di famiglie dai cognomi tedeschi e di altre dai cognomi italiani. La vita difficile di ieri I saurani erano falegnami, fabbri, carpentieri, tessitori, sarti e, quando la buona stagione lo consentiva, si dedicavano al lavoro dei campi. Qualcuno, specializzato in un’attività, emigrava periodicamente, esportando le proprie conoscenze, acquisendone delle altre e innescando così un processo di osmosi che – a dispetto delle oggettive difficoltà di comunicazione, di lunghi e forzati periodi di isolamento «fisico» – consentiva comunque a questa comunità di confrontarsi con altre realtà e di non vivere in un isolamento culturale. La vita di oggi: Le attività del passato caratterizzano ancora la vita economica del paese: il prosciutto in primis, ma anche i tessuti e gli oggetti in legno rappresentano le maggiori produzioni locali e le principali fonti di occupazione e guadagno. Per non parlare poi del prodotto turistico: da una vocazione naturale all’ospitalità dimostrata spontaneamente in passato nell’accogliere i pellegrini, Sauris ha fatto indubbiamente passi da gigante; ciò grazie ad una mirata strategia turistica e ad una serie di strutture ricettive che oggi s’inseriscono perfettamente nel proprio contesto naturale e culturale così ben conservato. Il turismo Maurizio Ustolin |
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