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Comunicato Stampa

lunedì 7 Luglio 2008

Comunicato Stampa

PECHINO 2008: NAPOLITANO, IN CINA AIUTO A DIRITTI UMANI

di Alessandra Rotili

(ANSA) ROMA, 7 luglio 2008 – L’Italia ci doveva essere, come il resto del mondo, perché la partecipazione ai Giochi di Pechino “costituisce il miglior contributo che la comunità sportiva può dare alla causa dei diritti umani”. Insomma i Giochi daranno una mano alla Cina sulla strada verso la libertà. Dal Quirinale, con la bandiera che sventola stretta tra le mani di un emozionato Antonio Rossi, parte la sfida olimpica degli azzurri: a un mese dal via è il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, a far andare idealmente il conto alla rovescia.

E lo fa stringendo le mani agli atleti, ospiti dei giardini della residenza sul Colle, dispensando in bocca al lupo a tutti, elogiando un modello sport che funziona e che per questo deve poter contare su un automatismo di finanziamento: ma soprattutto lanciando un messaggio politico. A chi chiedeva il boicottaggio, a chi da sempre ha bocciato la scelta di assegnare i Giochi alla Cina. “La decisione del Cio non è stata facile – ha detto Napolitano – ma assume grande valore storico per la piena integrazione di questa grande nazione nella comunità internazionale”. Insomma le Olimpiadi aiuteranno la battaglia per i diritti umani. E gli atleti ne saranno interpreti dal vivo. E sono stati loro, tutti a Roma per la grande giornata tinta d’azzurro, i protagonisti della festa che lancia i Giochi: Napolitano aspetta vittorie, e il presidente del Coni, Gianni Petrucci, predica umiltà e celebra anche la latitante cultura della sconfitta.

“Partiremo sapendo che dovremo onorare l’Italia – ha detto Petrucci ringraziando il capo dello Stato, presente anche il capo delegazione Raffaele Pagnozzi – Cercheremo di ripagarvi con i risultati. Quando questi ragazzi indossano la maglia azzurra con la scritta Italia sappiamo che nulla è impossibile. Ma ci deve essere anche la cultura della sconfitta: ci sono 205 nazioni ai Giochi, più di quelle dell’Onu e questo la dice lunga sulla difficoltà che ci attende. Lei ci è stato sempre vicino e ringrazio anche il governo (in rappresentanza Gianni Letta e il sottosegretario alla Presidenza del consiglio con delega allo sport, Rocco Crimi ndr). Vogliamo tornare qui con tante medaglie, significherebbe che abbiamo onorato l’Italia. Qui davanti c’é la parte bella e vincente del nostro paese”. L’immagine è quella di Antonio Rossi, scelto per fare l’alfiere “perché è un atleta che ha fatto dell’etica e del rapporto umano una sua ragione di vita” l’elogio di Petrucci. E il canoista, 40 anni alla sua quinta Olimpiade, non nasconde gli occhi lucidi: “Va a finire che me la porto a letto la bandiera… – scherza – E’ un momento importante, uno di quelli che non ti scordi, come un podio, come la nascita di un figlio. Ma è anche una responsabilità, devo rappresentare l’Italia in un campo in cui siamo tra i primi al mondo. Ne sono fiero e orgoglioso. Quanto alla Cina, prima ero scettico sulla scelta. Ora credo sia stato giusto, perché così dei problemi si è parlato e la Cina ne uscirà migliore”.

Rossi scherza con Napolitano che confessa di aver praticato solo un po’ di nuoto (“Ero specialista dei venti metri…”), poi il brindisi, sotto il platano secolare. Rossi però non molla il tricolore: “Al Presidente ho spiegato il mio motto, ‘Indietro non si va’. E lo ripeto sempre ai compagni più giovani: dobbiamo osare, sognare una medaglia si deve, perché niente è impossibile”. Tutto intorno la delegazione di campioni tinta d’azzurro che guarda ammirata il suo capitano: sullo sfondo le note dell’inno dell’Italia, scritto e cantato da Lucio Dalla. “La dedico al nostro Presidente che rappresenta l’Italia e la mia performance sarà di altissimo livello…” dice il cantautore. “Un uomo solo può vincere il mondo” canta il bolognese: c’é la libertà, la stella più lucida e bella, c’é il sogno che deve volare oltre l’Everest. Lontano dove c’é la Cina: le Olimpiadi hanno ancora una volta il compito arduo di unire i popoli “nella pace e nel rispetto di principi morali universali”. Gli atleti ci saranno, non ha vinto la politica del boicottaggio: e quella presenza sarà anche politica, dice Napolitano. Servirà per affermare i diritti umani anche lì.


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