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Comunicato Stampa

lunedì 14 Luglio 2008

Comunicato Stampa

RAFFAELLO LEONARDO, UNA NUOVA AVVENTURA (LA QUINTA) CHE SI CHIAMA PECHINO: “STO BENE, L’AMBIENTE E’ SERENO E SONO OTTIMISTA, ANCHE SE CON I PIEDI PER TERRA”. MA SUL RISPESCAGGIO DEL DUE SENZA CEKO E’ DURO: “UNA DECISIONE VERGOGNOSA

di Franco Morabito

LIVIGNO, 14 luglio 2008 – E’ uno dei grandi del nostro canottaggio: quattro Olimpiadi dietro le spalle, con un bronzo in quattro senza ad Atene quattro anni fa ed un sorprendente quarto posto sull’otto a Sydney 2000. E poi altre quattro medaglie iridate su cui spiccano i due ori di Indianapolis 1994 e Tampere 1995 a bordo di un quattro senza fra i più belli di tutti i tempi e l’argento di Gifu 2005 sull’otto.
A 35 anni compiuti da poco Raffaello Leonardo non ha ancora finito di stupire: qualificatosi con pieno merito per Pechino dove celebrerà la sua quinta partecipazione olimpica, questa volta in due senza insieme a Giuseppe De Vita, anche lui nato a Napoli e ora compagno di maglia all’Aniene di Roma.
“Fisicamente sto bene – ci confessa dal raduno di Livigno – ed anche la preparazione sta procedendo nel modo giusto, l’intesa con Giuseppe migliora di giorno in giorno. Sto affrontando questa nuova esperienza olimpica con grande ottimismo e fiducia, i Giochi sono sempre un discorso a parte dove niente deve essere mai dato per scontato e dove tutti – anche gli equipaggi sulla carta più titolati – possono commettere degli errori. In certi casi, quindi, il fatto di essere degli outsider, come siamo noi quest’anno, può riservare delle sorprese. D’altra parte, se è vero che il Canada appare al momento come l’equipaggio favorito per la conquista del titolo, è anche vero che noi possiamo battercela per un posto sul podio. Ed è con questa convinzione, sia pure stando con i piedi ben saldi a terra e nel pieno rispetto degli altri, che ci stiamo preparando anche mentalmente all’obiettivo-Pechino.
L’ambiente è sereno, tutti siamo tornati da Poznan con buoni risultati, il clima all’interno della squadra è positivo. E’ bello lavorare con compagni che hanno sempre il sorriso sulla bocca. Ed anche il fatto che la squadra sia ridotta ci agevola nella preparazione perché questo consente agli allenatori di seguirci con la massima attenzione, le loro energie sono tutte concentrate su di noi”.

Tra tanta fiducia c’è però anche molto amaro in bocca. La notizia del ‘ripescaggio’ d’ufficio del due senza ceko di Vaclav Chalupa (vedasi notizia del 12 luglio pubblicata su questo stesso sito), battuto proprio dalla barca azzurra a Poznan e quindi eliminato sul campo dalla corsa agli ultimi pass olimpici per Pechino, ha lasciato Raffaello letteralmente sconcertato.
“La decisione presa dalla Fisa, la Federazione internazionale, è assurda. Ci siamo impegnati da mesi con l’unico obiettivo di centrare uno dei due posti utili che ci avrebbero portati a Pechino. E abbiamo dato il massimo sapendo che sulla strada avremmo trovato la Repubblica Ceka, un avversario che sulla carta rappresentava il nostro incubo. A Poznan l’abbiamo battuta e ora veniamo a sapere che la Fisa le ha concesso egualmente il pass olimpico lasciato libero dal doppio pesi leggeri austriaco che non è stato iscritto ai Giochi dal suo Comitato olimpico. Con che criterio è stata qualificata una barca eliminata, e che quindi non avrebbe avuto alcun titolo per passare il turno, al posto di una barca in una specialità diversa? Capirei se al posto del doppio pesi leggeri austriaco fosse stato ripescato un altro doppio pl, ma il due senza senior che c’entra?
Non sarebbe stato più giusto e più corretto – visto che della rinuncia dell’Austria la Fisa sapeva già prima di Poznan – che si fosse detto prima delle finali che oltre ai qualificati di diritto sarebbe stato riammesso l’equipaggio a due (doppio, due senza o doppio pl) che avesse fatto registrare il minor distacco dall’ultima qualificata? Se dobbiamo parlare di giustizia le regole vanno scritte e fatte conoscere prima, non dopo come è successo in questo caso.
La sensazione è che il due senza ceko già sapesse che se anche fosse arrivato terzo sarebbe stato ripescato. Mi fa piacere per loro ma dal punto di vista sportivo questa decisione è vergognosa. Sono convinto che se fossimo stati noi ad arrivare terzi non ci avrebbe ripescato nessuno.
La Federazione italiana dovrebbe aprire gli occhi su un fatto grave come questo, mi auguro quanto meno che abbia fatto una protesta ufficiale, se non addirittura un reclamo. Decisioni così non possono essere accettate passivamente, se non altro per rispetto degli atleti che hanno dato tutto, e che stanno continuando a darlo, per coronare il loro sogno olimpico”.

Il ragionamento non fa una grinza, come dargli torto?

NOTA:
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