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Comunicato Stampa

venerdì 27 Giugno 2008

Comunicato Stampa

Arrivato a Roma il raid remiero Genova Roma

Arrivati!

Sono le 12,54! Sono arrivati al primo dei ponti di Roma quello di Mezzocammino! Dopo 548 chilometri tra mare e fiume finalmente eccoli al termine della loro impresa. Il “Lombardo” e il “Piemonte”, così sono stati battezzati i due coastal rowing, hanno compiuto il raid iniziato dallo scoglio di Quarto-Genova il 19 giugno e terminato oggi 27 giugno in una calda e assolata giornata romana. Erano partiti questa mattina alle prime luci dell’alba dalla lega Navale di Ostia in prossimità del “Canale dei Pescatori” ed hanno navigato lungo costa fino alla foce del “Tebro fatal” cantato da Virgilio. Si, sono passati davanti al quartiere marino di Roma fondato, per quegli strani giochi della storia, nel 1907 dal nipote del direttore di macchina del “Lombardo” che portò i garibaldini a Marsala. L’ingegnere genovese Paolo Orlando mise la prima pietra di Ostia Nuova ricordando nei suoi diari l’impresa dei Mille e il suo congiunto protagonista dello storico evento. Di nuovo un “Lombardo” nelle acque ostiensi, ma anche la rievocazione delle rotte delle navi romane che transitando nel Tevere portavano all’antica Roma ogni bene. Ostia (Ostium) è foce, è la foce del fiume che i nostri eroi del remo hanno percorso sulla rotta delle navi “caudicarie” che, trainate dai bufali, raggiungevano controcorrente i porti della “Caput Mundi”. Chissà quale emozione ha colpito i nostri Argonauti nel transitare accanto alle vestigia della città di Ostia Antica, ma questo è autentico canottaggio fatto di sport, di barca, ma anche di cose irrepetibili: albe struggenti, risacca, vento, …scogli. Ed alla fine di un percorso che pareva liscio come l’olio eccoli finalmente attraccare al galleggiante sotto il ponte che segna l’inizio del Tevere urbano. Non c’è fatica nei loro gesti: visi abbronzati, mani piagate dal remo, ma anche la gioia di chi compie l’impresa. L’ultimo tratto è stato abbastanza facile, poco più di 25 chilometri contro corrente per arrivare alla meta: c’è stata una sorta di regata per arrivare primi, per coronare la sfida agli eventi naturali con un atto sportivo. Dopo giorni in mare a studiare i venti e le onde, solcare le acque placide del fiume è stato piacevole, addirittura invitante, e lo spirito del regatante ha preso il sopravvento. Magia del Tevere che ha la capacità di trasformare poveri naufraghi in re come accadde ai mitici fondatori Romolo e Remo. Alare le barche è sembrato un gioco da ragazzi anche se il commento è sempre quello: “si fa meno fatica a remare che a caricare e scaricare il carrello” , ma ormai l’impresa è compiuta e già cominciano i commenti: la tappa più difficile, la collisione con gli scogli, l’amicizia cementata, ma soprattutto il ricordo di un evento che ha unito per 9 giorni vogatori provenienti dalla Lombardia alla Sicilia. Chissà cosa racconteranno ai nipotini! Tutte le grandi imprese si rivivono e diventano mito. E Stefano Bello, Paolo Cortellazzo, Gaetano D’Urso, Giuseppe D’Urso, Dario Femminò, Salvino La Rosa, Claudio Loreto, Franco Paganelli, Piercarlo Roggero, Giovanni Tonghini e l’infaticabile direttore sportivo della Tevere Remo Franco Bovo sono nel mito.

Giuseppe Lattanzi
Ufficio Stampa Comitato regionale Lazio

Nelle foto: I protagonisti della Genova-Roma; Si ala la barca. L’impresa e’ compiuta (cliccare sulle immagini per ingrandirle)

   
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