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Comunicato Stampa

sabato 14 Giugno 2008

Comunicato Stampa

IL CANOTTAGGIO NELLA STORIA
(quante sorprese si scoprono attraverso internet)

RICORDO DEI FASTI REMIERI A SESTO CALENDE

Ormai tutto il mondo è conosciuto, o quasi, ad eccezione di qualche piccola tribù ancora salda nelle sue terre amazzoniche. Ma anche la storia che più ci è vicina spesso ci offre delle sorprese, specialmente se ci si avventura nello spazio su internet, dove tra l’altro inserendo il tuo nome puoi ritrovare cose di cui non avevi più memoria.
Ma restando più concretamente con i piedi per terra e tralasciando i cosiddetti grandi giornali, spesso attraverso internet veniamo a contatto con notizie interessanti ed anche piacevoli, come recentemente abbiamo trovato la notizia di una singolare e simpatica iniziativa a Sesto Calende, località proprio al confine tra Lombardia e Piemonte e dove spesso si ritroveranno gli sportivi delle due regioni. Ed a Sesto Calende un appassionato di storia locale Gaetano Negri, fotografo con la passione della storia sportiva da anni sta raccogliendo tra i suoi concittadini fotografie ed altri documenti sui “sestesi” del passato, un passato neanche troppo remoto ma in molti casi dimenticato.
Così nel 2005 organizzò la prima mostra dedicata a “Lo sport a Sesto nella prima metà del Novecento”, seguita negli anni seguenti da “C’era una volta il Dopolavoro” e “Momenti di sport nella seconda metà del Novecento”.
Così, senza grandi pretese e con pochi mezzi è riuscito a realizzare una documentazione molto interessante, che attrae l’attenzione di tutta la cittadinanza, perchè “il Dopolavoro” era una parte importante della vita sociale cittadina quando la “Fabbrica”, ossia la Siai Marchetti, sfornava gli importanti aerei, specialmente idrovolanti, che hanno portato in tutto il mondo il tricolore alato, purtroppo anche in guerra, ma con tripudio ai tempi andati in pace. E attorno alla “Fabbrica” si sviluppavano innumerevoli iniziative, tra cui quella remiera, che partendo dalle prime mosse del lontano 1902, seguite dalla fondazione nel 1923 della Canottieri Sestesi, poi confluita tra le attività dopolavoristiche come imponeva l’indirizzo politico degli anni trenta. Ed ebbero a registrare importanti risultati, particolarmente importanti quelli ottenti sul finire degli anni trenta quanto ne divenne direttore tecnico Attilio Mercanti.
E la mostra di quest’anno porta il singolare titolo “Il ‘900 a pelo d’acqua … Remando il passato, dal remo alla pagaia”. E sì, alla pagaia, perchè forse pagando le sfumature politiche degli anni che precedettero la guerra, dopo molti tentativi fino agli anni cinquanta il canottaggio cessò di essere elemento primario. Ed intanto andava sviluppandosi la strada della pagaia e con varie vicissitudini ora la canoa ha totalmente sostituito il canottaggio. Ed a Sesto Calende risulta al curatore della mostra un solo canottiere vivente, Giovanni Bonfini, che pur ad una certa età conserva la freschezza dei suoi anni giovanili ed ha dedicato alla rievocazione una simpatica poesia.
Un paio di cose in particolare hanno attratto la nostra attenzione seguendo i numerosi pannelli: una serie di foto di gare per “Jole 4 di coppa, con timoniere e con scalmi esterni”, sia con equipaggi maschili che femminili, ed altre barche analoghe per due di coppia. Le foto non sono datate, ma un importante punto di riferimento diceva il signor Negri è il vecchio ponte della ferrovia, che può far risalire quelle gare a fine anni trenta o inizio quaranta. Ed era proprio il periodo in cui la Federazione stava lanciando le prime iniziative in campo femminile.
Ma anche dai programmi delle regate organizzate a Sesto Calende tra il 1932 e il 1936 saltano all’occhio interessanti scoperte: tra i partecipanti alle regate la Canottieri Tanaro di Alessandria, la Intra che fece tesoro delle iniziative nel settore femminile aggiudicandosi poi la prima affermazione ufficiale ai Campionati italiani di Padova del 1942 nel quattro di coppia femminile con timoniere, la Canottieri Ticino di Pavia anch’essa oggi sodalizio canoistico come la Intra, la Canottieri Siai Marchetti, società organizzatrice, la Canottieri “la Borromea” di Stresa, il Dopolavoro Ceramiche di Laveno, la Canottieri Olona sodalizio milanese che ora sta gradatamente riaffacciandosi con equipaggi giovanili e la Battellieri Colombo di Pavia, ormai centenaria, ma che sviluppa oggi il suo impegno in regate locali con barche da fiume.

Ferruccio Calegari
Ufficio Stampa FIC Lombardia

FIUME
(il ricordo di un vecchio campione)

Fiume,
che dolce ti stendi
fra siepi e verdi canneti,
fra chiazze di ninfee odorose,
fra piante e muretti corrosi dal tempo
dove iole e fuoriscalmi
sospinti da baldi canottieri
solcano le acque d’estate.

Fiume,
ritrovo festoso dei giovani
che schioccarono remate pungenti
per una medaglia brunita
frutto di una grande fatica.

Fiume,
che poi ti perdi lontano
dopo una corsa veloce
al fianco di prati e risaie
per morire alla foce del mare.

Fiume,
dove un tempo lontano
Canottieri Sestesi
si cimentarono in grandi disfide
rinunciando al piacere di vita
per una medaglia ora ingiallita
che riempì, loro, di gioia la vita.

Giovanni Bonfini

Nelle foto: riproduzione dello stemma dei Canottieri Sestesi; illustrazione dal manifesto ufficiale: a sinistra il “quattro con” vincitore nel 1932 del “Trofeo Sacchi” (Pallavera, Luisetti, Gallina, Balzarini, tim. Perucco); l’otto sestese alle regate di Pallanza del 28 luglio 1939 (Castaldi, Crenna, Balzarini, Rossi, Guenzi, Brusario, Grossi, Milanesi, tim. Frontini) – cliccare sulle immagini per ingrandirle

   
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