Comunicato Stampa
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di Alessandra Carboni IL SITO «FAKE» – Ora, sfruttando la visibilità del marchio olimpico, i creativi del gruppo hanno creato un sito fasullo dei giochi di Pechino, la cui homepage è identica a quella del sito vero, e l’hanno pubblicato all’indirizzo di Peking2008, rivendicando così ancora una volta «il diritto alla manipolazione dei simboli del potere». A differenza del sito ufficiale dell’evento, però, le sezioni di quello falso portano all’indirizzo di «A Fake is a Fake», ovvero le pagine dedicate all’iniziativa con cui i web attivisti denunciano l’inganno perpetrato quotidianamente (anche online) dai media, invitando blogger e artisti a unirsi alla loro guerriglia virale a favore della libertà d’espressione. STRATEGIA – In pratica, oltre a sfruttare l’occasione per far luce sui temi legati alla Cina, con la sua azione il gruppo invita il popolo della rete a diventare un contro-sponsor olimpico e partecipare alla campagna rendendola virale attraverso la creazione dei propri falsi tramite la piattaforma Fake is a Fake. Questo perché – sostengono gli autori – «la falsa informazione messa al servizio del web dà luogo a una moltiplicazione virale e inconsapevole di siti falsi, e tutto questo contribuisce a inflazionare ulteriormente la verità». Nelle immagini: Il sito Peeking2008, identico a quello ufficiale delle Olimpiadi di Pechino; Il sito di protesta in cui viene condotto chi accede al sito finto FONTE: corriere.it |
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