Comunicato Stampa
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![]() La struttura dell’opera. L’Atlante è il risultato di un lavoro d’equipe durato quattro anni, che ha visto partecipare 238 autori di varie università italiane e 25 referenti scientifici nazionali e regionali. Apre la pubblicazione “L’Italia vista dall’acqua”, una tavola/capitolo di introduzione. L’Atlante si struttura poi in tre parti: la prima presenta temi e problemi del territorio italiano; la seconda ripercorre gli stessi itinerari di indagine in ciascuna delle venti regioni amministrative in cui si articola lo spazio nazionale; la terza, di carattere teorico, suggerisce ulteriori ambiti di riflessione e di indagine. «Si tratta della prima pubblicazione del genere presente nel nostro Paese – ha spiegato Maria Gemma Grillotti Di Giacomo, curatrice dell’Atlante – e che dimostra una situazione con più lati positivi che negativi. Tante le sorprese e le particolarità del nostro paese, senz’altro ricco di questa risorsa con i suoi mille millimetri di acqua che cade in forma di apporto meteorico, superiore alla media statica europea e planetaria». Nonostante una tale ricchezza però il nostro Paese si mostra in certi versi distratto. «Anche se piove molto – ha continuato Grillotti – non siamo capaci di raccogliere bene l’acqua, perdendo dunque risorse preziose. Senz’altro non è d’ aiuto il fatto che vi siano oltre 8 mila istituzioni tra pubblico e privato coinvolte nella distribuzione dell’acqua». Lombardia regione la più ricca di acqua, male la Puglia. Lombardia e Val d’Aosta sono le regioni più ricche d’acqua in Italia, mentre quelle più aride e povere di risorse sono Puglia e Sicilia. In particolare, la Puglia risulta essere la regione meno ricca di corsi d’acqua a livello nazionale, tanto da apparire a livello cartografico quasi come un deserto. «Proprio la particolare caratteristica ambientale della regione pugliese – ha spiegato Maria Fiori, docente di geografia economica presso la facoltà di economia di Bari – fa sì che vi siano parecchie contraddizioni. Ad esempio, in questa regione si ha la maggior quantità di acqua dispersa (il 49,5%) rispetto a quella messa in rete. La regione più virtuosa invece da questo punto di vista risulta la Liguria, con il 19% di dispersione». Nonostante queste disfunzioni da parte dell’acquedotto, proprio in Puglia le famiglie devono affrontare la maggiore spesa annua. Rispetto ad una media nazionale di 195,55 euro di costo medio annuo, calcolato per una famiglia di tre persone, in Puglia si spendono invece 250 euro. Un pò meglio, anche se sempre sopra la media, risultano Sicilia, Toscana, Liguria, Basilicata, Emilia Romagna, Umbria e Marche, con un costo tra i 196 e i 250 euro. Più conveniente invece la situazione delle famiglie che vivono in Sardegna, Lombardia, Trentino, Friuli Venezia Giulia e Val d’Aosta, che spendono meno di 175 euro. FONTE: IL MESSAGGERO |
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