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Comunicato Stampa

lunedì 25 Febbraio 2008

Comunicato Stampa

PECHINO 2008, I GIOCHI DEGLI ATLETI E DEGLI SPONSOR

PECHINO, 25 febbraio 2008 – Mancano meno di sei mesi all’inizio delle Olimpiadi, ma una gara è già iniziata ed è forse la più importante tra quelle che si giocheranno nella capitale cinese. Sono anni che le multinazionali asiatiche e internazionali corrono e superano ostacoli di ogni tipo, dalle autorizzazioni alla contrattazione al ribasso di preventivi dalle cifre illeggibili, per riuscire ad ottenere la sponsorizzazione di uno stadio, di un campo di gara, della maglietta di qualche atleta. Non c’è praticamente azienda sul pianeta che non abbia provato a conquistarsi uno spicchio di visibilità sfruttando l’evento mediatico del secolo. In fondo è indifferente che queste Olimpiadi vadano bene o male, che l’organizzazione funzioni o meno, che deludano o che stupiscano. La cosa che più importa, atleti esclusi, è già andata per il verso giusto. L’otto agosto alle otto e otto minuti di sera gli occhi di tre quarti degli abitanti del pianeta saranno puntati su Pechino.

I dati lo confermano: per seguire i Giochi Olimpici accenderanno il televisore più di un miliardo di cinesi, sguardi che si sommeranno a quelli dei 500mila spettatori che arriveranno a Pechino dall’estero e quelli degli altri 4 miliardi di persone che seguiranno i Giochi dal resto del globo. Basta e avanza a chi gestisce un business su scala internazionale. Difficilmente si presenterà un’altra occasione per avere tanta visibilità e far conoscere il proprio marchio. Di questo ne sono consapevoli i cinesi che hanno venduto l’evento a caro prezzo proprio puntando sull’impatto mediatico. La prima società a farsi avanti è stata la Coca-cola, che già il 13 agosto 2001, la sera in cui è stata ufficializzata la scelta di Pechino come sede dei Giochi Olimpici 2008, ha fatto produrre 30mila bottigliette sigillate da un tappo dorato con su scritto “Congratulazioni per le Olimpiadi”. Guarda caso due anni dopo la Coca-cola è la prima azienda al mondo autorizzata ad utilizzare il logo olimpico e da quando, il 3 agosto del 2003, quel logo venne ufficialmente presentato dalle autorità cinesi, la compagnia inonda i bar e supermercati di tutto il mondo con un milione di bottigliette e lattine a tema.

Quanto sopra citato è presto spiegato. Non solo il ritorno di pubblicità, che come già detto sarà garantito dall’audience, ma a differenza di quanto accaduto nelle precedenti edizioni dei Giochi – Atene compresa – quest’anno l’evento permette ai suoi sponsor di colpire un doppio target: da una parte la pubblicità, dall’altra la conquista del vastissimo e promettente mercato interno cinese. Secondo i piani di marketing riportati dal quotidiano “Asia times”, il 68% dei cinese sarà più incline a comprare articoli su cui compare il logo dei Giochi rispetto ad altre marche. Ecco spiegato l’enorme cifra sborsata dal Voskswagen China group che in pubblicità si è giocata qualcosa come cento milioni di dollari. Investimento che ha fatto non poco discutere ma che secondo il direttore marketing delle Olimpiadi Anthony Laver, sarà ben ripagato. A farla da padrone saranno tuttavia le aziende di casa, sono infatti tredici quelle che si sono guadagnate un posto al sole (Bank of China, China Network, Sinopec, Cnpc, China Mobile, Volkswagen Group China, Adidas, Johnson&Johnson, oltre ad Air China, Ups, Haier Group, Tsingtao Beer e Yanjing Beer). Sono loro i maggiori contribuenti di questo enorme giro d’affari che sta per chiudersi. Si è calcolato che nei 12 mesi che precedono l’evento arriveranno a sborsare circa due miliardi di dollari.


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