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Comunicato Stampa

mercoledì 13 Febbraio 2008

Comunicato Stampa

MAURIZIO PERTICARA, Giudice Arbitro, CAVALIERE DELLE ACQUE 2007

di Ferruccio Calegari

“Carneade, chi era costui?” si chiedeva don Abbondio, nei Promessi Sposi. Certamente non era un personaggio comune, ma rappresentava una nicchia del sapere, della cultura, un filosofo greco abbastanza importante, vissuto oltre un centinaio di anni avanti Cristo.
E che c’entra con il canottaggio?, mi direte. Assolutamente nulla, ma vuole essere un paragone per sottolineare la grandezza ed il valore di un compito importante, per non dire determinante, per la lineare riuscita delle manifestazioni remiere cui è chiamato un giudice di gara.
Embè, mica ci vuole un filosofo: no, ma una persona che in un particolare e delicato settore della nostra attività sappia immedesimarsi in una parte proprio “con una certa filosofia”, quasi cireneo, uno che sappia accettare con disciplina e sacrificio un incarico apparentemente marginale, ma importantissimo, quello della funzione del Giudice Arbitro.
Siamo un po’ tutti cirenei, direbbe qualcuno, quando ti piazzano o in partenza sotto un sole bruciante, o in percorso, in condizioni climatiche da tardo inverno o da torrido Sahara. Ma tra i tanti colleghi mi piace ritrovare questa ideale funzione, quasi da martire predestinato, in uno degli amici cremonesi che conosco da innumerevoli anni e che ho sempre apprezzato sia quando mi sono ritrovato a collaborare con lui che fungeva da presidente di giuria, che da pari collega.
E dove vuoi arrivare, mi chiederete, siamo tutti nella stessa barca, possiamo tutti rientrare molli di sudore, o molli per la pioggia che ci ha investito.
E vabbè, tiriamo fuori questo nome, sottolineiamo il valore di questo amico che a fine 2007 ha ricevuto un meritato riconoscimento dalla Federazione, e potrebbe essere superfluo scriverlo, ma spesso nella passerella delle cronache federali i giudici arbitri non trovano quella adeguata risonanza, quella cornice che invece viene riservata ad altri.
Maurizio Perticara, giudice arbitro, è stato proclamato “cavaliere delle acque”, ma come nasce in questa vocazione? Premesso che a differenza degli atleti dei quali si deve conoscere, anche per distinguerne le categorie, data di nascita ed altri particolari, lo schedario pubblico dei GG.AA. non sottolinea questo dettaglio, ma giustamente ci informa che nel 1965 ha remato per la Canottieri Bissolati, il glorioso sodalizio di Cremona al quale è sempre spiritualmente legato e dove lo incontriamo tutti gli anni alla bellissima ed ormai tradizionale “festa dell’atleta” di fine stagione. Dal 1977 è entrato nei ruoli arbitrali come aspirante e dal 1979 è divenuto effettivo.
E qui ci scappa una nuova domanda: se nell’arco di un decennio di attività remiera e considerato l’obbligo della morta temporale tra voga attiva e ruolo arbitrale, ha smesso di remare circa 35 anni fa e da 30 anni è tra le giacchette blu, rileviamo un passaggio veloce e senza tentennamenti. Altri invece, pur sollecitati, tendono a fare orecchio da mercante quando vengono invitati (e purtroppo non vi sono molte condizioni per blandirli) a partecipare a questo impegno, che tutto sommato è anche cosa piacevole. Ma poi se vai a guardare un po’ la storia della Bissolati ti ritrovi un doppio legame affettivo del nostro Maurizio con il canottaggio, con il nonno Bruno Ziglioli ai vertici del sodalizio, vice presidente nel 1957 e direttore sportivo e successivamente assurto ai vertici federali, divenendo appassionato presidente proprio della Commissione Direttiva Arbitrale. E tutti gli anni ricordiamo il buon Maurizio presente agli appuntamenti bissolatini dove accompagna mamma e zia alla consegna del “Premio Bruno Ziglioli” che il sodalizio assegna ad un atleta, anche non canottiere, per le sue ottime qualità umane e sportive.
Maurizio è sempre entusiasta della scelta fatta ed anche trascurando i suoi impegni “da nonno” non manca mai agli appuntamenti di rito, perché ama questo sport, sport bellissimo per i giovani, che vanno aiutati a crescere e “noi giudici arbitri dobbiamo aiutarli in questa loro crescita sportiva e civile”. E conclude “ vorrei che molti altri apprezzassero questa opinione e venissero ad accrescere i ranghi del nostro gruppo arbitrale”.
E appare assai azzeccata la motivazione con cui gli è stato assegnato il premio e che merita essere ripresa qui di seguito:

Giudice Arbitro di grande spessore, schivo e riservato, non avvezzo al protagonismo, gode di stima e fiducia tra i colleghi e, soprattutto tra i tesserati nella gestione di eventi sportivi di vertice e di gare promozionali, ha sempre improntato la sua azione al pieno rispetto delle regole relazionandosi con l’ambiente remiero con estrema semplicità e serenità.
Ha dimostrato di saper gestire con armonia e grande duttilità i colleghi a lui affidati riuscendo a dare a tutti la possibilità di dare il meglio in ogni occasione.
E’ un giudice arbitro sicuro, deciso e professionalmente preparato che si è districato con sapienza nelle casistiche che gli si sono evidenziate”.


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