ROMA, 30 febbraio 2008 – Per Marco Pratellesi, direttore del Corriere.it, il 2008 sarà l’anno del giornale post-Internet e dell’integrazione tra carta e online per i giornali, l’anno in cui vincerà la logica anglosassone e i quotidiani rinunceranno all’ipertrofismo. I tempi sono maturi.
La profezia secondo la quale il giornale di carta potrebbe essere destinato a morire si avvererà nel futuro imminente?
Io non credo che il giornale sia destinato a sparire a meno che non si suicidi, nonostante calino le vendite e anche la pubblicità. Continuerà a vivere, purché ritrovi una sua collocazione. Il giornale di carta è necessario al lettore perché è l’unico che continua a fissare una gerarchia della giornata e in parte dovrebbe continuare a conservare quel lavoro di gerarchizzazione, ma in un modo differente e soprattutto facendo i conti con il giornalismo online e i siti d’informazione, dove la gerarchia è in continuo divenire e viene ridiscussa in continuazione.
Cosa farà il giornale del 2008?
Mi auguro che il giornale del prossimo futuro sappia tornare ai reportage e al giornalismo d’inchiesta, sappia tornare sulla strada e sappia tornare a essere un giornale di idee, che cerchi “fuori” ciò che ancora non è nel flusso mediatico.
E lo stile che farà tendenza?
Io credo e mi auguro che a far tendenza saranno testate come il Guardian o l’Independent, con una prima pagina personalizzata e coraggiosa che sottolinea il loro valore aggiunto avendo anche l’audacia di sfuggire all’omologazione. Il modello del quotidiano 2008 sarà più asciutto e sfuggirà alle tentazioni di ipertrofismo.
E come si concilieranno le redazioni tradizionali con quelle online?
Il modello è mantenere le redazioni divise, ma farle comunicare molto. In questi giorni, con le primarie americane, gli inviati del Corriere stanno proponendo questo modello unito e separato in modo esemplare, procedendo a scrivere il pezzo più urgente per il web e producendo con più calma gli articoli più riflessivi destinati alla carta. Coordinandosi con entrambe le redazioni e sapendo di volta in volta passare dallo stile del web a quello della carta.
Cambierà il lettore nel 2008?
E’ già cambiato il lettore e si è creato un nuovo pubblico, in maniera molto analoga a quanto successe con l’avvento della radio. Questo nuovo pubblico, nato con il web e prevalentemente costituito da giovani, ha interiorizzato le caratteristiche intrinseche del modello di informazione online. La sfida del giornale del 2008 è riuscire a trasferire questa nuova tipologia di lettori anche sulla carta. Il 2008 continuerà a essere anche l’anno dell’informazione dal basso e del contributo dei lettori e le redazioni, anche cartacee, devono aprirsi a questa logica.
Si avvererà nel 2008 la profezia di Negroponte di un giornale personalizzato?
A questo punto non ci credo più al MyJournal. Uno dei fattori che stimola il lettore nel seguire le news e gli approfondimenti è soprattutto quello di intercettare lo scoop, la novità inaspettata, l’effetto sorpresa dell’informazione. Oltre la curiosità di seguire i filoni di interesse personale esiste dunque un’aspettativa in questa direzione che con il giornale confezionato ad hoc si perderebbe.