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Comunicato Stampa

mercoledì 30 Gennaio 2008

Comunicato Stampa

Gli 80 anni dell’Idroscalo di Milano
L’IMPORTANZA DI UN BUON PROGETTO

Il buon risultato organizzativo è legato anche ad una buona impostazione preliminare. Se si parte con  “accavallamenti” di date c’è il rischio che anziché un buon risultato promozionale un calendario molto intenso produca l’ effetto opposto.
Due dovrebbero essere le finalità di un buon calendario, per consentire un accorto sviluppo della programmazione tecnica ed una adeguata funzione promozionale. I due filoni operativi non devono però sovrapporsi e il buon sviluppo tecnico di una regata è di per sé importante elemento promozionale.
Quindi un progetto operativo che invogli le società a partecipare, ad essere sempre più attive in un contesto che ne incoraggi la presenza agonistica, e l’incremento dei soci tesserati.
Oggi il canottaggio, pur con notevoli oneri operativi, è “facilitato” nel suo sviluppo da importanti supporti tecnici. Pensiamo un po’ a quanto accadeva in tempi, che se rivissuti, potrebbero apparire lontani anni luce, quando sì che il partecipare a gare era oneroso non soltanto sul piano economico.
La ricerca di alcuni elementi storici ci ha portato a consultare documenti di vita del canottaggio italiano alla vigilia degli eventi che 80 anni fa portarono alla decisione di creare l’Idroscalo di Milano, ottantennio che quest’anno sarà celebrato solennemente dalla Provincia di Milano, come ci informava lunedì l’assessora Irma Dioli, intervenuta con altri personaggi dello sport  (tra cui Candido Cannavò, Lea Pericoli, Ottavio Missoni, Massimo Moratti, Nicola Pietrangeli, Franco Ascani, Filippo Grassia e Paolo Brera) alla celebrazione del “Premio Gianni Brera – Sportivo dell’Anno 2007”.
All’apertura della stagione 1927 la Federazione presentava il rapporto sull’Attività remiera con la classifica delle società al termine del 1926: 66 società elencate, con la SEF Stamura di Ancona al primo posto e la S.C. Viareggio all’ultimo, ma con una nota esplicativa per tre importanti sodalizi assenti dall’elenco: “Le Società Padova, Savoia, Timavo, pur partecipando od iscrivendosi a regate, non ebbero nel 1926 una differenza attiva, perché i punti passivi sorpassarono i punti attivi (e ciò  derivava dal peso dei “ritiri” da gare, fattore molto comprensibile legato in particolare alle problematiche dei viaggi dell’epoca). Però più avanti una notizia positiva segnalava che nonostante tutto le società remiere erano in pieno sviluppo ed ecco a maggio del 1927 una nota che sottolinea l’evoluzione partecipativa dei canottieri:
A ben 16.993 ammonta il numero delle tessere annuali rilasciate fin ad ora dalla Reale  Federazione di Canottaggio ai canottieri iscritti alle Società affiliate nel corrente 1927”. E se si considera che all’inizio d’anno le società attive erano state 70 (inclusa la Società Sportiva Tritium di Trezzo d’Adda affiliata in quell’anno), veniamo a rilevare una media di oltre 240 tesserati per società, un risultato davvero importante. E non va sottaciuto che all’epoca vigeva ancora l’opportunità del diretto tesseramento individuale alla federazione.
Tornando all’oggi va giudicato positivamente il fiorire, per non dire proliferare, di nuove proposte agonistiche, encomiabile per certi versi, da osservarsi con qualche perplessità per altri, anche per il rischio in qualche caso di parziali sovrapposizioni, con indiscutibile rischio di conflitto di attenzione tra manifestazioni più meno concomitanti.
Sicuramente alla base delle decisioni, prese certamente dopo attenta valutazione delle motivazioni, staranno ragioni decisamente concrete.
I “Rowing Show” ad esempio: bene le prime manifestazioni, proposte anzi in una accattivante cornice, come quello di Firenze e poi di Roma, ma se un certo tipo di iniziative comincia ad inflazionarsi c’è il rischio che decadano dalla originalità e finiscano in un calderone generalizzato. Specialmente poi se si dà il via ad una rincorsa e magari con proposte accavallate in un contesto storico remiero come quello di Lucerna, quest’anno in programma dal 30 maggio all’ 1 giugno. L’1 giugno troviamo un Rowing Show a Roma, ed il 2 a Pisa e tra le caratteristiche (iniziali) di queste manifestazioni c’era il richiamo  della presenza di qualche nome di rilievo, che quest’anno indiscutibilmente sarà a Lucerna. Ma ancor di più colpisce la lettura in calendario di una iniziativa a Caserta, con la partecipazione di Oxford e Cambridge, che certamente non potranno onorare questa manifestazione con i loro migliori elementi, dato che spesso i grandi appassionati britannici anche se non in barca sono a Lucerna da attenti spettatori.
Senza entrare in dettagli, c’è da rilevare una rincorsa affannosa tra le molte gare in Italia ed alcuni appuntamenti di livello all’estero, anche con il rischio di variabili negative sui tempi di ricupero. In particolare colpisce il periodo settembrino: il 17 agosto si concluderanno le Olimpiadi ed i nostri campioni avranno tre settimane di ricupero per rientrare nei ranghi societari per gli assoluti della seconda settimana di settembre a Varese. Ma ecco immediatamente dopo 5 giorni gli “europei” di Atene: chi ci potrà andare? Qualche società rinuncerà all’onore dei campionati italiani per concedere propri atleti ad un campionato sì europeo, ma che tutto sommato ha perso lo charme dei vecchi Campionati d’Europa, da cui poi scaturì la programmazione dei Campionati del Mondo.
E la lista potrebbe allungarsi, e il pubblico magari restringersi:

Ufficio Stampa FIC Lombardia